Carlo Cattarelli e la spesa pubblica. Cosa possiamo aspettarci?














Pensieri e Parole Di Carlo Cottarelli sappiamo ormai tutto o quasi. Nato a Cremona nel 1954, dopo essersi laureato in economia a Siena, ha conseguito un master alla London School of Economics. 

La carriera è comincia alla Banca d’Italia. E' stato direttore degli degli Affari Fiscali del Fondo Monetario Internazionale. A Washington ha ricoperto numerosi incarichi di livello come capo della delegazione del Fondo Monetario Internazionale anche in paesi come Ungheria, Turchia, Regno Unito e Italia. Nel 2013 si è “guadagnato” il nome di mister forbici quando, chiamato dal governo di Enrico Letta, è stato nominato commissario capo della revisore della Spesa Pubblica.
Cottarelli e la politica
La spending review di Cottarelli non prevedeva sbavature. I tagli alla spesa pubblica erano molti e calcolati su più fronti. “Licenziato” da Matteo Renzi, è stato di recente corteggiato anche da Silvio Berlusconi, che lo voleva arruolare per le elezioni. Cottarelli ha declinato l’invito ad aderire a qualunque partito per tenersi aperta la porta dopo le elezioni, ed ecco che l’occasione è offerta dal presidente Mattarella che lo incarica di formare il governo. 
Cottarelli e la spesa pubblica
Se il pensiero di Mister forbici lo potete leggere per esteso nel suo ultimo saggio “I setti peccati capitali” per capire la sua idea di revisione dei conti pubblici, rimane il dl n 66/2014. Quando fu chiamato a ricoprire il difficile incarico di revisore, pareva dovesse ribaltar l’Italia come un calzino e far rientrare il debito pubblico. E invece? Invece il dl n 66, dopo tanti tavoli di confronto, è stato cestinato, o quasi, dagli equilibri politici che nel frattempo erano cambiati. Alla voce servizi e beni prevedeva un taglio, in tre anni, di oltre 10 mld.