Dove sono i bambini italiani? Lettera da Pordenone

BolognaNidi



 














Cara Laura,

Ti racconterò in breve la situazione in cui mi trovo in questi giorni.
Porto ad un incontro conoscitivo il mio piccolo, 3 anni e mezzo. È di gennaio e a settembre frequenterà la scuola dell’infanzia per la prima volta. Sono nervosa, non l’ho mai lasciato con nessuno che non siamo noi o i nonni.
Appena arrivati, veniamo accolti e mi rendo conto che le maestre a pelle mi piacciono molto e mi sembrano molto dolci. La struttura è bella e grande e c’è un grande spazio verde fuori. Ci troviamo a Pordenone a due passi da dove abitiamo e lavoriamo, insomma una bella comodità!

La classe non è numerosissima ma non posso fare a meno di notare due cose.
Gli altri bambini sembrano molto più piccoli di lui, mi viene detto che sono tutti bimbi che faranno 3 anni in corso d’anno. Al momento mi sembrano più bimbi di due anni che non tre. Guardo meglio, e salta all’occhio una prevalenza di bambini indiani. Guardo ancora meglio e mi rendo conto che la classe è composta da pochissimi bimbi italiani. Non è un problema, ma tante domande mi affliggono. Questi bambini sembrano più piccoli e per la maggioranza sarà la prima occasione di parlare l’italiano. Sono perplessa. Ho paura che invece di fare passi avanti mio figlio possa farne all’indietro. Parlo con una maestra veramente molto dolce e rassicurante, e mi dice che arriveranno altri bambini di gennaio e febbraio.
Ma possibile che nel suo anno siano nati solo bimbi indiani? Pordenonesi dove portate a scuola i vostri figli? Alla scuola paritaria?
Non nego che per un attimo penso che dovrei portare anch’io il bambino ad una scuola privata. A settembre ci proviamo con la scuola pubblica, so che la diversità è difficile ma bella. Però non sarei onesta se dicessi che in questa situazione sono a mio agio e che ,con la mente, io non corra alla scuola paritaria poco distante.
È pur vero però che è lui, il piccolo, a doversi sentire a proprio agio e che i bambini trovano sempre un modo per capirsi... speriamo bene.

R.