Silvia Piccinini |
Intervista a... Oggi incontriamo Silvia Piccinini consigliera alla regione Emilia Romagna per il M5S. Con lei affrontiamo un tema apparentemente un po' lontano dai nostri soliti, ma che come vedremo, ha forti relazione con la scuola e l'educazione. Con lei parliamo e raccontiamo di omofobia e di un testo di legge che ha avuto fino ad oggi vita difficile.
Ci racconta i contenuti del testo di
legge che riguardano le politiche educative e la scuola?
Il nostro progetto di legge
sull’omotransfobia attribuisce un valore decisivo alle politiche educative. La
scuola, perché è la principale comunità nella quale, negli anni, si forma e si
cresce.
Altri ambienti?
Quelli ambienti sportivi, teatro molto spesso di discriminazioni
connesse agli stereotipi di genere.Ma anche, e forse dovremmo dire,
innanzitutto, le famiglie, vale a dire il luogo naturale dell’educazione.
Perché le famiglie?
Perché le famiglie svolgono “comunque” un ruolo educativo, da sole e nel loro rapporto
con gli altri e con i luoghi dedicati all’educazione, come, appunto, le scuole.
Si prevede anche la
formazione del personale educante e del corpo docenti nelle scuole?
Il nostro progetto di legge stabilisce
che la Regione promuova e sostenga la formazione e aggiornamento del personale
del sistema educativo in materia di contrasto agli stereotipi, prevenzione del
bullismo motivato dall’orientamento sessuale o dall’identità di genere.
Come?
Per
questo prevediamo, per esempio nell’articolo 3, di attivare collaborazioni con
i servizi pubblici socio-educativi, scolastici e socio-sanitari, d'intesa con
l'ufficio scolastico regionale.
Il testo di legge nella nostra
regione ha avuto una "strana" evoluzione. Tante le battute d'arresto,
tante opposizioni più o meno palesi, anche da parte del Partito Democratico. E
la legge non è ancora approvata. Secondo lei perché?
Alla fine della scorsa legislatura fu
presentato un progetto di legge, che però decadde da lì a pochi mesi, quando la
legislatura cessò anticipatamente.
E poi?
Da allora la maggioranza, pur essendo la stessa
di prima, ovvero a guida PD, non ha fatto nulla. Evidentemente hanno qualche
problema al proprio interno con chi di questi temi non vuol sentir parlare, e non intendono scontentare alcuni
segmenti del proprio elettorato.
Un problema di consenso?
Non dobbiamo dimenticare che in molte aree della regione il PD
non ha più la maggioranza. Forse anche per questi timori ha deciso di mettere
la testa sotto la sabbia malgrado il susseguirsi di casi di discriminazione e
di bullismo determinati dall’omotransfobia.
Avete riscritto il testo di legge.
Cosa cambia rispetto a prima?
Beh, un primo cambiamento lo vediamo fin
dal primo articolo, quando parliamo di proprio di sostegno alle persone e le
famiglie nei loro compiti educativi. Poi attribuiamo un ruolo di particolar
rilievo alle misure per contrastare le discriminazioni nei luoghi di lavoro.
Più in generale?
In
generale è molto sottolineata la parte dedicata alle politiche formative. Così
come il sostegno ai Comuni nelle loro attività, a cominciare da quelle che
riguardano l’iscrizione anagrafica delle figlie dei figli di coppie
omogenitoriali.
Poi estendiamo le funzioni degli organi di garanzia regionale,
come il Difensore civico e il garante dei detenuti. Nasce un Osservatorio
regionale sulle discriminazioni e le violenze determinate dall’orientamento
sessuale o dall’identità di genere, aperto all’esterno, a cui partecipano anche
le associazioni ed esperti. Infine, creiamo anche il fondo di solidarietà per
la tutela giurisdizionale delle vittime di discriminazioni.
Il Pd non appoggia
una legge sull'omofobia: e il nuovo governo M5S e Lega con il ministro Fontana?
Secondo lei a livello nazionale come si muoveranno sulla questione?
La nostra speranza è che in Assemblea
Legislativa su questo tema, al di là delle divisioni ideologiche, si possa
instaurare un dialogo proficuo con tutte le forze politiche. D’altronde questo
è il marchio di fabbrica del MoVimento 5 Stelle che da sempre antepone le idee
e i progetti agli accordi elettorali.
Anche in alleanza con la lega?
Si, anche in questo senso l’accordo di governo con la Lega è incentrato
unicamente su un contratto con degli obiettivi ben precisi e che è stato
condiviso con le rispettive basi. Su quello ci concentreremo a livello
nazionale.