"Fate giocare i bambini!" Lo raccomanda il pediatra.











Cronaca Bambina Per molti genitori la stagione del "ritorno a scuola" coincide con una corsa, a volte folle, all’organizzazione di attività per i bambini. Che sia la lezione di musica, quella d’inglese o il corso di danza poco importa, l’importante è fare! Attenzione però a non esagerare. Uno studio scientifico ci dimostra che il tempo libero, quello dedicato al gioco è fondamentale per lo sviluppo dei bambini. Lo studio è stato condotto dell’American Academy of Pediatrics. La ricerca è guidata da Michael Yogman, presidente della commissione AAP, sugli aspetti psicosociali della salute della famiglia dei bambini. Quali sono i risultati? Leggiamoli insieme.




L’importanza del gioco libero

Lo studio mette in luce una verità ormai nota alla pedagogia, alla psicologia e non solo... Lo raccomandava già Leonardo alla fine de “perdere tempo fa bene alla mente!” Lo studio sottolinea come il gioco non sia affatto un’attività frivola. Anzi! Il gioco aiuta i bambini a sviluppare le abilità linguistiche e di funzionamento esecutivo, il gioco aiuta ad interagire con gli altri e a gestire lo stress, ad avere migliori risultati scolastici, a perseguire, in generale i propri obiettivi ignorando, le distrazioni.


Il gioco è in pericolo!

Il rapporto avverte e non sono solo i genitori, anche le scuole hanno le loro responsabilità. Troppo concentrati a raggiungerei risultati scolastici, maestri e professori tagliano troppo sul tempo dedicato al gioco. I pediatri in tal senso potrebbe svolgere un ruolo importante enfatizzando e raccomandando, durante le visite mediche, il gioco libero.

Il tempo del gioco è finito?

Il rapporto dimostra come dal 1981 al 1997 la durata del gioco per i bambini sia diminuita del 25 per cento. Un sondaggio nazionale svolto negli Stati Uniti che ha coinvolto quasi 9mila bambini in età prescolare e i loro genitori ha rilevato anche che solo il 51 per cento dei bambini esce di casa per camminare o giocare una volta al giorno insieme ai genitori. Il 30 per cento dei bambini della scuola d’infanzia non consenta più una pausa.

Quali giochi e perché?

L’Accademia identifica alcuni tipi di gioco fondamentali per la crescita dei piccoli. Il gioco degli oggetti che inizia molto presto, quando il bambino mette tutto in bocca o quando usa gli oggetti come giocattoli. Segue poi il gioco fisico che si affina con le capacità motorie che il bambino acquisisce e viceversa. Il bambino che corre, salta, si arrampica, striscia... impara. I piccoli in età compresa tra 7 e 9 anni che dedicano più tempo al gioco libero hanno maggiori capacità di attenzione, maggiore flessibilità cognitiva e migliore controllo esecutivo. Il gioco fisico- scrivono gli autori- simile al gioco visto negli animali, consente ai bambini di correre dei rischi in un ambiente relativamente sicuro, il che favorisce l’acquisizione delle abilità necessarie per la comunicazione, la negoziazione e l’equilibrio emotivo e incoraggia lo sviluppo dell’intelligenza emotiva” Il gioco fisico svolto all’aperto consente ai bambini di integrare molti sensi. I paesi dove i bambini giocano di più hanno migliori rendimenti scolastici. 

Il gioco della finzione
Il gioco della finzione si sviluppa quando i piccoli fingono di “essere altro” come dei veri attori costruendo e vivendo storie fantastiche che sviluppano l’immaginazione, la criticità e l’immedesimazione. Lo studio fa una lista di effetti benefici a questo tipo di gioco. Fingere aiuta a costruire l’autoregolamentazione perché i bambini devono collaborare su come funzionerà il mondo immaginario in cui lavorano, migliorando così la loro capacità di ragionare su eventi ipotetici. 

Gioca che ti passa

Il gioco aiuta anche a contenere uno dei nemici peggiore del nostro tempo: lo stress. “La gioia reciproca, la comunicazione condivisa e la sintonizzazione (interazione armoniosa di servizio e ritorno) che genitori e bambini possono sperimentare durante il gioco regolano la risposta allo stress del corpo” scrivono nel rapporto.

Il tempo dei genitori
I genitori spinti dalla competizione, dalle tante pressioni quotidiane, e dalla ridotta capacità di avere a loro volta tempo libero, riempiono le giornate dei figli con “cose da fare”. L’ovvia conseguenza è che durante l’arco della giornata è rimasto poco tempo per il gioco libero, ma anche per la lettura da parte dei genitori o per i pasti in famiglia.

Come cambiare?
Per cambiare, le raccomandazioni degli studiosi, si rivolgono anche alle insegnanti delle scuole dell’infanzia. A loro il compiti di incoraggiare l’apprendimento ludico, sia per favorire rapporti più stretti tra chi si prende cura dei bambini e i piccoli, sia per promuovere le capacità di funzionamento esecutivo. Si suggerisce ai medici non solo incoraggiare i genitori a mettere a disposizione più tempo libero ma anche di dare più libertà ai bambini rispetto al controllo dei loro loro giochi. Un esempio? Se il bambino sta facendo un puzzle, va bene suggerire un pezzo mancante, ma non fare il puzzle al posto suo! 





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