Servizi sociali e giudici sotto accusa

 


Pensieri e parole In questa settimana due notizie che riguardano i bambini e l'infanzia hanno colpito l'opinione pubblica: il caso del bambino ucciso dalla madre a colpi di coltello e quello "della famiglia nel bosco" con tre figli piccoli poi affidati ai servizi sociali.

Le due notizie hanno suscitato, com’è ovvio, molto clamore e moltissimi commenti da parte delle istituzioni ma anche da parte di cittadini e cittadine che hanno reagito in ogni modo alle due vicende.
Il ministro Salvini (e non solo lui) sta cavalcando la notizia, gridando allo scandalo di una magistratura arrogante che avrebbe strappato ai genitori i tre figli, solo perché vivevano in modo alternativo. 

Per il caso della madre assassina, invece, l'opinione pubblica si è scagliata contro i servizi sociali che, allertati più volte della pericolosità della donna, non avrebbero vietato la visita senza sorveglianza.

Insomma, come spesso capita, tutti si sono sentiti giudici e competenti in questioni molto complesse e delicate (compreso un ministro delle Infrastrutture). 

Sulla gogna sono saliti i magistrati e i servizi sociali di affido, i casi avrebbero potuto essere utili per aprire un ragionamento serio su come stanno lavorando i servizi sociali, servizi che storicamente sono poveri di risorse. L'attenzione è stata portata dall'azione politico, alla propaganda politica un trucco che evidentemente funziona sempre efficacemente. 

 

Laura Branca