L’integrazione dei bambini passa dal pasto portato da casa

BolognaNidi

 

 

 






Pensieri e parole… Sono davanti al caffè mattutino, lo scuolabus è appena partito e le chiacchiere tra genitori si concentrano sulla scuola, sulle vacanze appena trascorse e le prossime riunioni da calendario... Di fronte a me siede A. la “mamma pediatra” a cui tutti noi solitamente chiediamo pareri medici e informazioni sanitarie. Oggi però chiacchiera poco è occupata a rispondere alle telefonate dei pazienti. Quando riattacca mi guarda un po’ smarrita e mi chiede “Ma perché le scuole ostacolano il consumo del pasto da casa? Alla fine per molti bambini sarebbe il miglior modo d’integrarsi”.

I bambini poveri e il pasto in mensa
La mamma-pediatra con puntuale semplicità mi spiega Molti genitori non iscrivono i figli alla mensa per i costi. Cosa posso dire loro? In fondo anche se la mensa è un ottimo momento d’integrazione, le esigenze economiche vengono prima...
Il costo del pasto a scuola
I costi delle mense sono molti diversi da città a città. In quasi tutte è calibrato sulle fasce isee. A Bologna, ad esempio, un pasto ha un costo compreso tra i 50 centesimi e i 5,20 euro. Il primo costo è davvero molto contenuto e nell’arco di un mese corrisponde a 10 euro, quasi un risparmio anche rispetto al pasto da casa. Ma la mamma-pediatra mi avvisa Molte famiglie sopratutto se straniere non presentano proprio l’isee perché sono in serie difficoltà e rinunciano ad usufruire della mensa.”
Le mense nella cronaca
E mentre ascolto la mamma medico ripenso che proprio in questi giorni il Garante per l’Infanzia della Calabria ha sferrato un attacco nei confronti della ditta che gestisce il servizio mensa delle scuole elementari di Rende cittadina in provincia Cosenza, dove l’erogazione dei pasti è stata sospesa per circa venti famiglie che risultano debitrici. Il Garante ha chiesto chiarezza e distinzione tra chi non paga perché non può, e chi non paga per altri motivi.
Negare il pasto ad un bambino indigente offende la dignità di un soggetto di diritto tutelato a livello internazionale da una Dichiarazione che troppi amministratori, pubblici e privati, non conoscono e di conseguenza non rispettano, incorrendo sovente in azioni da stigmatizzare socialmente, ma soprattutto in reati da accertare e perseguire”.
Il pasto da casa per integrare
Nel corso degli anni ci sono state più sentenze che si sono espresse a favore del pasto da casa. Le proteste sono partite da Torino dove i genitori si sono organizzati in una protesta che si è trasformata in una vera battaglia legale. Di recente una sentenza di Stato ha ribadito che il pasto da casa p essere consumato a scuola. Eppure non è ancora scontato e semplice poter consumare il pasto da casa a scuola. Ci vorrà del tempo e con ogni probabilità altre battaglie. 
Il pasto della mensa è un momento educativo  
Ma oltre alle proteste dei genitori, spesso, chi vive la scuola “da dentro” educatori, insegnanti, presidi, amministratori e politici, la mensa scolastica è difesa a spada tratta, sopratutto come momento educativo e d’integrazione per tutti i bambini. E non c’è dubbio. Teoricamente la mensa scolastica ha tutti i risvolti per essere un momento di vera integrazione, se...se fosse davvero accessibile nei costi e se ci fosse garanzia di qualità. Ma così non è, o per lo meno non lo è spesso
Il pasto da casa è un momento d'integrazione
Ed eccomi davanti al caffè mattutino ascoltando la mamma pediatra che nel raccontarmi ciò che vede tutti i giorni rovescia il mondo: e il pasto da casa consumato a scuola con gli altri bambini mi appare come un valido aiuto anche rispetto all’integrazione. Almeno finché le cose non cambieranno: i pasti avranno costi davvero accessibili per tutti e saranno garanzia di buona qualità.