Quando il nido è trattato come un parcheggio














Cronaca Bambina A Orte, centro in provincia a Viterbo, il sindaco Angelo Giuliani e la minoranza del partito Democratico discutono aspramente rispetto all’asilo nido. La questione tanto comune quanto scontata. A gennaio il sindaco giura che non chiuderà il nido come qualcuno aveva ipotizzato, ma semplicemente in nido riaprirà con una gestione privata. E anche se il “passaggio”, da una gestione all’altra, avviene in corso d’anno, il primo cittadino garantisce sui quotidiani locali: “Da gennaio le cose cambieranno, ma in meglio''.


La gestione pubblica
''Fino ad oggi, infatti, la mia amministrazione come quelle che mi hanno preceduto, hanno avuto una gestione interna, pubblica, dell’asilo nido cercando di mantenere tariffe bassissime per agevolare le famiglie. Ma ora, per esigenze amministrative e per il fatto che non sia più possibile per questo Comune continuare a fare proroghe su proroghe, è arrivato il momento di un nuovo bando per l’affidamento della struttura. Si tratta di un progetto di comodato d’uso gratuito ad una cooperativa, un’operazione nata anche comparando costi e servizi attuali''
Orari più flessibili
“Il nuovo bando permetterà un ampliamento delle prestazioni della struttura accontentando le esigenze e le richieste dai genitori come l’apertura domenicale e nei mesi estivi dell’asilo nido e l’estensione giornaliera delle ore. Se ci sarà un aumento delle tariffe questo sarà irrisorio e comunque compensato dall’incremento dei servizi”.
Il comune risparmia
“I soldi che il Comune risparmierà da gennaio verranno reimpiegati per le attività sociali rivolte ai bambini, per dare una mano alle famiglie meno abbienti, magari a sostenere i costi per portare i propri figli al nido, e anche per migliorare la stessa struttura dell’asilo''.
Il partito democratico attacca
“Caro Sindaco, le risorse per la comunità dovresti reperirle avviando una progettazione seria e di lungo periodo per il territorio, captando finanziamenti regionali ed europei, non penalizzando un servizio sociale ed educativo in cui dovresti invece investire soldi, quei soldi che i privati non possono mettere per la natura e lo scopo del loro operato. Non c’è certezza sulla futura organizzazione del nido, sul livello dei costi per le famiglie, non una parola sul problema occupazionale relativo alle operatrici attualmente impiegate. Insomma, oltre l’apertura fuori tempo massimo della struttura, oltre i disagi causati ai piccoli e alle famiglie, oltre le tariffe da servizio di lusso, oltre la mancata installazione dei condizionatori, oltre la privatizzazione, dobbiamo anche sopportare l’arroganza di una maggioranza che ha il coraggio di dire che va bene così.”
Perché abbiamo così poca cultura dei nostri servizi?
Questa situazione tante volte raccontata con parole più o meno simili, da nord come a sud ci dovrebbero far riflettere. C’è oggi una legge che riconosce i servizi educativi il primo tratto educativo nelle vita di un fanciullo eppure si continua a ragionare come se i nidi fossero luoghi di cura dove una babysitter vale l’altra. E c’è da pensare che questa mentalità, non sia per nulla ingenua ma faccia comodo ai più.



Fonte News Tuscia