Scuola d'infanzia chiusa ai bambini stranieri. Arriva la petizione

BolognaNidi

 








Cronaca Bambina Le polemiche sono scoppiate dopo che il sindaco di Monfalcone, Anna Maria Cisint, ha siglato una convenzione con due istituti comprensivi per mantenere la quota di alunni stranieri alle scuole d’infanzia al di sotto del 45%. La scelta tentava di risolvere un problema diffuso in molte parti d’Italia: le lunghe liste d’attesa. I bambini “stranieri in eccesso” avrebbero potuto essere accolti altrove in comuni vicini ma non nel comune di residenza. Dopo molte polemiche si è avviata una petizione. (In passato abbiamo già affrontato la questione "bambini stranieri" con la lettera di una mamma di Pordenone leggi qui)




Alunni in Friuli Venezia Giulia
Partiamo dai dati del ministero dell’Istruzione che ci dipingono questo quadro: oltre 145 mila alunni iscritti, di questi 19.047 sono minori con cittadinanza non italiana. Le scuole d’infanzia registrano la maggiore presenza di bambini “stranieri” con il 14,1 ogni 100 alunni.
Alunni a Monfalcone
In particolare a Monfalcone si registrano 26,6 alunni ogni 100 mentre calano a Trieste che registra un 11,3%. La distribuzione è alquanto varia: in 52 scuole la percentuale di bambini “stranieri” supera il 40%, mentre in altre 135 scuole sono totalmente prive di bambini nati da genitori stranieri.

Le indicazioni del Ministero
Nel 2010 il Ministro di forza Italia Mariasella Gelmini affrontando la questione aveva indicato una percentuale ottimale. La presenza dei bimbi di origine straniera non avrebbe dovuto superare il 30% di alunni stranieri per ogni classe. Qualche anno dopo il ministro Maria Chiara Carrozza (PD) pubblicò nuove linee guida, ancora più specifiche ritenendo “proficua un’equilibrata distribuzione delle iscrizioni attraverso un’intesa tra scuole... e una collaborazione mirata con gli enti locali”. Insomma l’amministrazione comunale monfalconese ha rispettato le linee guida ministeriali.
Alcune considerazioni sulla politica e il razzismo
Dopo avere descritto il quadro complessivo non resta che avviare alcune considerazioni. Prima considerazione: se gli iscritti al nido possano essere imprevedibili per la Pubblica Amministrazione gli iscritti alla scuola d’infanzia, non lo sono. I bambini che avranno bisogno di scuole materne a Monfalcone sono in aumento. Questa soluzione “tampona” e non risolve nulla. Seconda considerazione alla scuola d’infanzia non ci sono particolari problemi legati all’apprendimento didattici. Pur essendoci possibili difficoltà legate alla lingua non si deve seguire un programma per l’apprendimento di lettura e/o scrittura e anzi apprendere la lingua...e anzi a quest’età potrebbe rivelarsi molto più semplice apprendere la lingue che in seguito. Terza considerazione se le scuole non bastano, se le liste d’attesa sono lunghe, una politica lungi mirante, dovrebbe pensare di aprirne di nuove, trovare nuove formule per ampliare le convenzioni... escludere alcuni studenti non è semplicemente una soluzione. Quarta considerazione se in sezione ci sono oltre il 40% degli alunni “stranieri” si potrebbe fare di necessità virtù e avviare percorsi linguistici d’apprendimento con disegni, teatralità ecc magari affiancando al personale di ruolo personale e percorsi specifici. Potrebbero avviarsi percorsi bellissimi. Quinta considerazione, più economica che filosofica, alla regione Friuli sono pervenuti svariati MLN di euro dal Fondo nazionale destinato ad ampliare e qualificare meglio nidi, scuole d’infanzia e nuovi poli educativi 06. Perché non utilizzarli? Infine: non tentiamo di mascherare precise scelte politiche con altro. Questa scelta politica è precisa e viene da una giunta leghista che ha vinto le elezioni lo slogan “Prima gli italiani” Escludere invece che accogliere ha una valenza precisa. Escludere BAMBINI a seconda della nazionalità del genitore si chiama razzismo. E qui chiudo con un’ultimissima riflessione: se tutti i bimbi nati in Italia fossero considerati italiani, senza se, e senza ma, tutti questi problemi sarebbero scavalcati comodamente.
La petizione si può leggere e firmare qui