A Empoli la telefonata per controllare l’assenza del bambino è già realtà. Parola a Sabrina Gori

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Intervista a Da gennaio l’assenza del bambino dovrà essere comunicata tempestivamente dai genitori al nido. In caso contrario scatterà il controllo da parte della struttura educativa per verificare che tutto vada bene. Questo è in linea di massima ciò che la regione Toscana ha previsto. Dal prossimo anno ogni comune declinerà con le modalità che ritiene più opportune come fare. Il controllo è un sistema di contrasto perché non si dimentichino più i bimbi in auto, cosa che purtroppo accade e spesso con esiti mortali. (leggi qui) Nel comune di Empoli la verifica è già in essere da due anni. Abbiamo incontrato Sabrina Gori, coordinatrice pedagogica, per farci raccontare come funziona e quali difficoltà si sono incontrate per attuarla.




Sabrina ci racconta come si svolge il controllo?
La procedura è semplice e parte dal coinvolgimento delle famiglie.

Come?
Durante la prima riunione, quella di conoscenza, si informano i presenti che è necessario comunicare l’assenza del bambino. In caso contrario le famiglie saranno contattate telefonicamente dalle educatrici per chiedere “giustificazione”.

Succede spesso che si debba telefonare?
Molto raramente. Le famiglie sono collaborative e partecipano con attenzione. Quando è capitato, gli stessi genitori si sono scusati. A Empoli da sempre lavoriamo molto sul rapporto nido-famiglia. I buoni risultati ci sono anche in questo frangente.

Ci sono state resistenze da parte del personale?
Inizialmente si. Quando il sindaco ci ha comunicato la novità molte di noi erano preoccupate.
Un nuovo carico di lavoro in un momento tanto delicato com’è il mattino, non poteva non preoccupare. E invece nel tempo abbiamo verificato che non è troppo faticoso, capita talmente di raro di dover telefonare, e in caso, la procedura si risolve in pochi momenti… Le resistenze si sono appianate con la pratica. Davvero c’è molta collaborazione e attenzione da parte delle famiglie.

Quando parte la telefonata come reagiscono i genitori?
Sono dispiaciuti e spesso si giustificano con “non lo farò più”.

Secondo lei oggi i genitori sono in maggiore difficoltà?
I tempi si sono contratti e i ritmi frenetici non aiutano i genitori. Spesso l’ingresso al nido si risolve in pochi minuti, perché si deve correre a prendere un treno, andare in ufficio, fare una riunione...Diventa difficile gestire tutto: siamo alla schiavitù della corsa.

La regione estende l’avviso di chiamata partito dai nidi di Empoli siete orgogliosi?

Si, sappiamo per esperienza che funziona e può salvare una vita. Vedremo se ci potranno apporre migliorie. Durante l’incontro in regione si considerava anche di fornire un badg di presenza e informatizzare l’avviso. Potrebbe essere un modo ancor più veloce di controllare. Il nido deve garantire armonia e fiducia sia ai bambini che ai genitori.

Il nido educa anche le famiglie?

Si, chi ha la fortuna di frequentare un nido può davvero contare su un’alleato importante. L’educatore attento sa incoraggiare e aiutare i genitori in un momento molto complesso della vita. I cambiamenti che porta la nascita di un figlio sono permanenti e indelebili e il nido è un luogo di crescita e accoglienza dove la fatica non si avvertire, e si percepisce benessere e armonia. Questa atmosfera si realizza tramite la qualità. E la qualità è fatta dall’attenzione del coordinamento pedagogico, dalla formazione e dal controllo. Quando ci sono queste componenti c’è benessere e il benessere si “riversa” sui bambini e sui genitori.