Inclusione dei bambini disabili nei nidi. Una nuova ricerca dall'Università di Sassari

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Intervista a L’Università di Sassari sta svolgendo un’interessante ricerca sui nidi d’infanzia. Più precisamente la ricerca si concentra sull’inclusione dei bambini disabili nei servizi educativi ZeroTre. Un tema delicato e molto complesso dove la normativa nazionale langue. Oggi incontriamo la dottoranda Giovanna Pirisino che sta svolgendo la ricerca. Ricordiamo a tutte le educatrici, “in ascolto”, che è possibile aiutare la ricerca compilando un breve test formulato dalla dottoranda Pirisino.


Come nasce questa ricerca?

La ricerca è ampia. Questa è l’ultima fase che affrontiamo. Vuole raccogliere dati e informazioni su come i servizi sono organizzati  rispetto all'inclusione dei bambini disabili.

Perché questo tema?
Per molti motivi. Intanto è bene partire da un dato oggi in Italia non esiste una legge nazionale che si esprima sull'inclusione al nido. Quindi mancano definizioni sul rapporto educatore-bambino, sul tipo di sostegno, sul percorso formativo...

Non c'è alcuna legge?
Ci sono  leggi regionali.

Che sono?
Diverse a seconda del contesto territoriale. Conosco bene la legge in Sardegna ed è “debole” non da definizioni. Mentre alla scuola d’infanzia sappiamo come quanto personale deve essere a sostegno, che tipi di percorsi formativi deve compiere... Al nido mancano definizioni certe. Poi c'è un altro tema da sottolineare. 

Che è?
Se nei servizi pubblici c’è comunque interesse a attenzione, questo viene meno, molto spesso,  nei servizi privati. Così diventata tutto più complesso da gestire.

Perché più complesso?
Per due motivi. Primo se non c’è personale sufficientemente preparato ad individuare situazioni da "correggere", non necessariamente disabilità, s’interverrà in ritardo sui bambini, con risultati meno efficaci. Intervenire precocemente, genera risultati più efficace. E questo è un aspetto.

L’altro aspetto?
Poniamo che il bambino frequenti per un anno e mezzo, due, un nido privato e poi venga certificato o segnalato dall’ASL. Molto spesso verrà interrotto questo percorso e indirizzato il bimbo presso un nido pubblico. dove si dovrà ricominciare un nuovo percorso.

Ci sono paesi che sono attrezzati meglio?
Durante la mia ricerca ho potuto verificare che in Spagna le cose sono più funzionali. C’è un equipe di persone: educatori, pedagogisti e logopedisti che lavorano insieme per prevenire e individuare l’insorgere di possibili ritardi, non solo disabilità, ma anche problemi più semplici da risolvere.

Quali tipo di ritardi si incontrano tra i bambini del nido? Ce ne sono alcuni più diffusi di altri?
Difficile dare una risposta. Ma potremmo dire che stanno aumentando ritardi legati al linguaggio.

Perché?
Spesso per semplice mancata di stimolazione da parte dei genitori, ma anche per il massiccio uso di mezzi mediateci in età precoce.

Avete preparato un test da somministrare alle educatrici?
Esatto e invito a compilarlo. E' anonimo e ci si mette solo qualche minuto a compilarlo. Per la ricerca invece è importante. Maggiori informazioni riusciamo a raccogliere meglio riusciremo a capire la realtà che stiamo indagando e come muoverci in futuro. 

Per il test potete cliccare  qui