L'obbligo dei vaccini ha favorito i nidi abusivi? Parola a Simone Rigoli

 

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Intervista a… L’obbligo dei vaccini sta avendo ripercussioni sulle frequentazione dei nidi? Ha favorito il fiorire di nidi abusivi? E’ una questione molto delicata e difficile da rilevare. C’è un calo delle iscrizioni effettivamente, che si è rivelato per la prima volta nel 2016. Il calo ha tanti volti, nasconde tanti risvolti e si va ad insinuare in situazioni familiari complesse. Se nel ‘16 il calo era quasi sempre giustificabile per via dei costi troppo alti delle rette, oggi, forse, le cose non stanno più solo così, e forse, il calo è ANCHE dovuto all’obbligo dei vaccini. Si tratta più che altro di intuizioni poco verificabili. Oggi incontro Simone Rigoli educatore e gestore di un nido domiciliare a Firenze. Mi faccio raccontare il suo punto di vista, “piccolo e speciale” sull’argomento.


I nidi domiciliari devono raccogliere informazioni sui vaccini?
Si, per trasmettere poi i dati all’Asl e al comune. I genitori che si iscrivono direttamente al nido comunale presentano direttamente i documenti relativi ai vaccini al comune. Mentre per chi iscrive i bambini in asili privati accreditati presenta ai gestori le certificazioni. E noi gestori dobbiamo trasmetterle agli uffici competenti.

Ritiene che ci siano genitori che pur di non vaccinare mandino i bimbi in nidi abusivi?
Francamente non lo so, non ho certezza in proposito. Diciamo piuttosto che quest’anno ho avuto diversi genitori che mi hanno chiesto: se anche da noi si dovevano presentare le certificazioni. 
 
Quante domande del genere?
Direi due o tre. E’ bene precisare che il mio nido accoglie al massimo sei bambini. Una mamma in particolare, dopo molte domande e richieste d’informazione ha scelto di non iscrivere il bambino qui. Non ho la certezza che non l’abbia iscritto per via dell’obbligo vaccinale, ma ho un forte sospetto.

Per iscrivere il bimbo dove?
Anche qui siamo nel campo delle ipotesi, di sicurezze non ne ho e non ne abbiamo. Però molti dei miei colleghi hanno avuto il mio stesso dubbio e sospetto. Le associazioni che di fatto offrono ai genitori, orari e servizio simili ad un nido, riescono ad accogliere più bambini, a costi più contenuti. Questi “servizi” non garantiscono la stessa qualità e la medesima sicurezza di un servizio riconosciuto.

Perché?
Perché la qualità ha un costo. E’ fatta da una definizione precisa: di spazi, di giochi, di materiali, di progetti pedagogico… La qualità è fatta dalla supervisione di un coordinamento pedagogico, che è necessario per accreditarsi. Ed è fatta anche dai controlli, che posso garantire, almeno qui a Firenze, sono seri e continui. 
 
Controlli pianificati?
No, avvengono in ogni periodo dell’anno e in ogni momento della giornata. Anche durante gli inserimenti o durante il momento del pranzo. Due momenti molto complessi da gestire. I controlli in quel momento possono dare fastidio, ma è solo così che si ha una verifica puntuale del servizio. Un nido improvvisato o abusivo, magari costa meno, ma non può garantire la stessa qualità e le medesime sicurezze.
 
Sono molti i genitori che non vogliono vaccinare?
Direi che di fronte all’obbligatorietà, molti si sono irrigiditi, sulla posizione del NO. Io credo, dal mio piccolo punto d’osservazione, che si sarebbe dovuto fare più informazione continuativa, invece di intervenire con un obbligo tanto repentino. E l’informazione si dovrebbe fare maggiormente anche sui servizi. 
 
In che modo si dovrebbe fare più informazione sui nidi?
Credo che gli organi preposti dovrebbero fornire maggiori informazioni alle giovani famiglie rispetto ai servizi. Così da educare la cittadinanza a scelte consapevoli e far conoscere gli interessati dei potenziali rischi a cui si espone un bambino a frequentare di un nido abusivo o improvvisato.