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Intervista
a… L’obbligo dei vaccini sta avendo ripercussioni sulle
frequentazione
dei nidi? Ha favorito il fiorire di nidi abusivi? E’ una questione molto delicata e difficile da rilevare.
C’è un calo delle iscrizioni effettivamente, che si è rivelato
per la prima volta nel 2016. Il calo ha tanti volti, nasconde tanti
risvolti e
si va ad insinuare in
situazioni familiari complesse. Se
nel ‘16 il calo era quasi sempre giustificabile per via dei costi
troppo alti delle rette, oggi, forse, le cose non stanno più solo
così,
e forse, il calo è ANCHE dovuto all’obbligo dei vaccini. Si tratta
più che altro di intuizioni poco verificabili. Oggi incontro Simone
Rigoli
educatore
e gestore
di un nido domiciliare a
Firenze.
Mi
faccio raccontare il suo punto di vista, “piccolo e speciale”
sull’argomento.
I nidi
domiciliari devono raccogliere informazioni sui vaccini?
Si,
per trasmettere poi
i dati all’Asl
e al comune. I genitori che si iscrivono direttamente al nido
comunale presentano
direttamente i documenti relativi ai vaccini al comune. Mentre per
chi iscrive i bambini in asili privati accreditati presenta ai
gestori le certificazioni. E
noi gestori dobbiamo trasmetterle agli uffici competenti.
Ritiene
che ci siano genitori che pur di non vaccinare mandino i bimbi in
nidi abusivi?
Francamente
non lo so, non ho certezza in proposito. Diciamo piuttosto che
quest’anno ho avuto diversi genitori che mi hanno chiesto: se anche
da noi si dovevano presentare le certificazioni.
Quante
domande del genere?
Direi
due o tre. E’ bene precisare che il mio nido accoglie al massimo
sei bambini. Una mamma in particolare, dopo molte domande e richieste
d’informazione
ha scelto di non iscrivere il bambino qui. Non ho la certezza che non
l’abbia iscritto per via dell’obbligo vaccinale, ma ho un forte
sospetto.
Per
iscrivere il
bimbo dove?
Anche
qui siamo nel campo delle ipotesi, di sicurezze non ne ho e
non ne abbiamo.
Però
molti
dei
miei
colleghi hanno avuto il
mio stesso dubbio e
sospetto.
Le
associazioni che di fatto offrono
ai genitori, orari e servizio simili ad un nido,
riescono
ad accogliere
più
bambini, a costi più contenuti. Questi
“servizi” non
garantiscono
la stessa qualità e la
medesima sicurezza
di
un servizio riconosciuto.
Perché?
Perché
la qualità ha un costo. E’ fatta da
una
definizione
precisa: di spazi, di
giochi,
di
materiali,
di progetti
pedagogico… La
qualità è
fatta
dalla supervisione di un coordinamento pedagogico, che
è necessario
per accreditarsi. Ed
è
fatta anche dai controlli, che posso garantire, almeno qui a Firenze,
sono seri e continui.
Controlli
pianificati?
No,
avvengono in ogni periodo dell’anno e in ogni momento della
giornata. Anche durante gli inserimenti o durante il momento del
pranzo. Due momenti molto complessi da gestire. I controlli in quel
momento possono dare fastidio, ma è solo così che si ha una
verifica puntuale del servizio. Un nido improvvisato o abusivo,
magari costa meno, ma non può garantire la
stessa qualità
e le
medesime sicurezze.
Sono
molti i genitori che non vogliono vaccinare?
Direi
che di
fronte
all’obbligatorietà,
molti si sono irrigiditi, sulla posizione del NO. Io credo, dal mio
piccolo punto d’osservazione, che si sarebbe dovuto fare più
informazione continuativa, invece di
intervenire con un obbligo tanto repentino. E
l’informazione si dovrebbe fare maggiormente anche sui servizi.
In che
modo si dovrebbe fare più informazione sui nidi?
Credo
che gli organi preposti dovrebbero fornire maggiori informazioni alle
giovani famiglie rispetto ai servizi. Così da educare la
cittadinanza a scelte consapevoli e far conoscere gli interessati dei
potenziali rischi a cui si espone un bambino a frequentare di un nido
abusivo o improvvisato.