Telecamere all'asilo? Il Garante della Privacy: "bene, ma si può migliorare"


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Cronaca Bambina. Ieri Antonello Soro, Garante Privacy, è intervenuto in un’audizione della camera dei Deputati davanti alle Commissioni riunite Affari costituzionali e Lavoro a proposito della proposta di legge che prevede la videosorveglianza negli asili nidi e nelle strutture per anziani. Il Garante si è espresso con parere positivo fissando però paletti e indicando possibili modifiche.




Il garante ha dichiarato
Bene si è passati dalla proposta dell’installazione delle telecamere da obbligatorie a facoltative, ma valutare la legittimità delle telecamere nei luoghi e cancellare le immagini dopo al massimo 3 mesi”. E ha proseguito “Il testo proposto presenta indubbi miglioramenti rispetto a quelli originariamente presentati nella scorsa legislatura: l’installazione delle telecamere da obbligatoria è stata resa facoltativa, subordinata al consenso degli ospiti nel caso delle strutture socio-sanitarie o socio-assistenziali”, è iniziato così il giudizio positivo (“ma servono ancora dei miglioramenti”) 

La proposta di legge

La proposta di legge in discussione è la n.1066, ri-presentata alla Camera da Forza Italia, e prevede misure per prevenire e contrastare condotte di maltrattamento o di abuso, anche di natura psicologica, in danno dei minori negli asili nido e nelle scuole dell’infanzia e delle persone ospitate nelle strutture socio-sanitarie e socio-assistenziali per anziani e persone con disabilità.

Le migliorie proposti dal Garante Privacy


Il Garante Privacy ha indicato un utilizzo proporzionale della videosorveglianza e un uso più limitato negli asili nido, le scuole dell’infanzia, nonché nelle strutture socio-sanitarie e socio-assistenziali per anziani e disabili, a carattere residenziale, semiresidenziale o diurno.
“Si potrebbe condurre un’ulteriore riflessione sul perimetro di operatività della norma, valutando se effettivamente tutti i luoghi indicati presentino un grado di rischio adeguato a legittimare una limitazione comunque importante della libertà del lavoratore nell’adempimento della prestazione educativa o di cura”.
 
La consapevolezza dei bambini
Il ragionamento di Soro è piuttosto semplice: vista la capacità di espressione e di consapevolezza di un bambino all’ultimo anno della scuola dell’infanzia, oppure visto il diverso grado di vulnerabilità degli ospiti delle strutture socio-sanitarie e/o assistenziali, si dovrà valutare caso per caso inserendo le telecamere solo dove necessario.
Tale considerazione, può essere utile per circoscrivere la discrezionalità della scelta sull’installazione, orientando la facoltà rimessa dalla legge alla singola struttura in base a parametri quali i fattori di rischio propri del contesto di riferimento, l’effettiva necessità della videosorveglianza in ragione delle caratteristiche dei soggetti ospitati, della durata della permanenza o delle specificità della struttura stessa”.

E per la durata dell’archiviazione delle immagini?
Soro si è espresso anche sulla durata dell’archiviazione delle immagini registrate con le telecamere nei luoghi indicati dalla proposta di legge
“Si può oscillare da uno a tre mesi, ma sicuramente non per un anno. Un trimestre credo sia un ragionevole tempo per gli inquirenti per svolgere le indagini in caso di notizia di reato. Poi le immagini vanno eliminate”