Tra diritti e doveri. Smartphone e tablet: sono un probema?





















Pensieri e parole… Da quando mia figlia è entrata a far parte di quello strano e complicato grado scolastico, che sono che sono le medie, non ho potuto fare a meno di ripensare al nido. L’ingresso al nido ha segnato un passaggio di non ritorno, quel piccolo fagottino che ancora non camminava ha fatto il suo ingresso nella società a soli nove mesi.
E ora all’età di undici anni questa ignara ragazzina dalle gambe lunghe sta intraprendendo un nuovo passaggio di non ritorno: Va per il mondo sola. Gira per la città sola, organizza libri e studio da sola e a volta cucina anche il pranzo da sé.Quelle rare volte che offro aiuto, ricevo quasi sempre, un fermo “NO grazie!”


Bambini , genitori e cellulari
E’ un cambiamento enorme che lascia noi genitori scossi e un po’ frastornati. Lei cresce e si trasforma in una cittadina tra i cittadini e si muove libera. Nel mentre noi genitori aspettiamo il ritorno, in altrettanta solitudine, realizziamo che ora il nostro compito educativo prosegue su un altro piano. Tutto questo passaggio di indipendenza e solitudine è stato coronato da due importanti consegne da parte mia alla ragazzina: le chiavi di casa e il telefonino.
E rispetto a questa ultima consegna tutto intorno sento tante, troppe, preoccupazioni da parte dei genitori. Non pensavo. Ma buona parte dei genitori che conosco sono contrari all’uso del telefonino.
Per quale motivo? Chiedo loro. Le risposte sono diverse ma nessuna francamente mi convince.

L’oggetto dei desideri
Spesso i bambini bramano il telefono anche perché è un oggetto che noi adulti rendiamo interessante. Quante volte lo usiamo durante il giorno? Personalmente: quando parlo con altre persone (spesso), quando leggo o rispondo alle chat (in continuo), quando gioco (di raro), quando leggo le notizie e faccio ricerche (spessissimo), lo consulto per avere sott’occhio l’agenda(più raramente) infine lo guardo per sapere che ore sono (ogni tanto) ... Insomma nonostante non mi consideri una “maniaca” del telefono, che perdo spesso e dimentico in giro, ne faccio un uso massiccio.
E i genitori che non vogliono dare il telefono ai figli? Lo usano quanto me, a volte anche di più.
Le giustificazioni che accompagnano al divieto normalmente sono: “sono troppo piccoli!” “non saprebbe usarlo” “ma cosa se ne fanno?” “sono pericolosi”

Un problema di comunicazione?
E’ vero i telefonini sono pericolosi. E i ragazzini non lo sanno usare. Non lo sanno usare perché non l’hanno mai usato e perché non gli abbiamo insegnato come usarlo. Ma il telefono, come qualunque altro mezzo, s’impara.
A pochi giorni dalla consegna, mia figlia è iscritta a 4 chat, tutte della nuova classe. I ragazzini passano tanto tempo a mandare messaggi francamente “allucinanti” ai occhi di adulto, ma anche questo è un modo, per loro, di conoscersi, di comunicare, di usare il mezzo.
Sarebbe grave se comunicassero solo così, ma la chat non è la realtà, è una realtà parallela che si compensa alla realtà quotidiana vissuta in aula. E potrebbe essere un modo per i più timidi per farsi avanti, è certo un modo per perdere tempo, ridere e fare gli spiritosi.
Quando faccio notare queste cose agli amici contrari loro mi rispondono: “E quando tempo perdono al posto di studiare?” E per fortuna perdono tempo! E non studiano soltanto! Mia figlia a volte mi chiede come usarlo, così come mi chiede mille altre cose di cui non è certa.
“Lo porto con me ora che usciamo a cena”? ...“se mi telefonano quando mangio cosa faccio rispondo?”… “se mi mandano un messaggio mentre sono a letto che faccio?”

Il telefonino va spiegato
A dieci anni la ragazzina dalle gambe lunghe va in giro da sola per la città e in mano ha un telefono. Sono due cose potenzialmente molto pericolose: potrebbe incontrare un maniaco esibizionista, per strada come nei social, potrebbe essere investita da una macchina, questo solo per strada, potrebbe essere svergognata, offesa, isolata dai compagni, in classe, come in chat…
Il pericolo è ovunque e il ruolo di un genitore è vegliare.
Ora guardo la mia adolescente, sana e molto curiosa, che usa il telefono per chattare, per far foto, per far video, per creare effetti visivi, per sperimentare programmi e app ... Lo fa da sola e spesso con le amiche. Sono momenti creativi di apprendimento e di divertimento, e per capire meglio le modalità che le interessano incappa nell’inglese….e intanto si allena a leggere, a chiedere, a sperimentare anche senza paura di sbagliare, perché sono semplici giochi …

Telefonino a che età?
Ho rivolto la domanda a Google e ho letto un po’ di interventi. Il più bel articolo che ho trovato è questo (leggi qui) “Impedirlo” fino ai 2 anni. Non più di un ora al giorno fino a 8 anni…. e intanto la legge limita la possibilità di avere profili social sotto una certa età... e RairadioKids invita i piccolissimi a mandare messaggi via Whatsapp, nel mentre tantissimi genitori piazzano la foto del figlio sui social, o poi c’è chi mette il bimbo in carrozzina con il tablet in mano mentre fa la passeggia nel parco…
In tutta questa confusione e maleducazione siamo certi che il problema sia il telefono?
La pedagogia ci insegna che educare è difficilissimo. E la certezza che ci da è una: le chiacchiere stanno a zero, l’esempio va a mille, anche per un adolescente. Quindi telefono si o no? Per me telefonino si, accompagnato a nuove responsabilità e a nuovi diritti. Ma sopratutto qualunque sia la scelta: cerchiamo un po’ di coerenza!