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Cronaca
Bambina “L’emergenza terremoto è passata” mi dice
Federica Di Luca educatrice e proprietaria dell’Agri-Infanzia della
Natura. L’emergenza passa, molti problemi rimangono, ma nonostante
tutto l’educazione cresce con i bambini ospitati
in questo servizio ZeroSei a SanGinesio (MC).
Ho avuto la fortuna
di visitare il centro infanzia ZeroSei poco prima del terremoto. Un
po’ del mio cuore è rimasto in quel luogo incantevole sia per la
natura che lo circonda, che per la sapienza con cui la Di Luca
lavora, realizzando che un nido dovrebbe sempre essere: un luogo di
altissima cultura.
Emergenza passa
tanti problemi restano
“Viviamo
ancora in una situazione di grande fragilità vista la permanenza in
una tenda yurta in attesa della ricostruzione. I 20 posti
disponibili sono esauriti e da Settembre 2018, abbiamo accolto anche
i bebè dagli otto mesi nonostante le conseguenze logistiche del
sisma. I costi di gestione sono aumentati per i disagi del
post-emergenza e non c’è sostenibilità in questo momento senza
aiuti straordinari e lo staff educativo, i bambini e le famiglie
dovranno essere sostenuti a lungo nella rielaborazione del trauma e
nella costruzione di fattori di resilienza. E’ importante arrivare
al più presto alla nuova struttura a tutela dei diritti
dell’infanzia, soprattutto dei piccolissimi”
Problemi comuni:
la porta della tenda
La tenda yurta ha
una forma circolare e i bambini dagli otto mesi
ai sei anni, si ritrovano tutti i giorni. Com’è la quotidianità
educativa in un paese dentro il cratere? “E’ difficile! In una
situazione così, ogni intoppo diventa un problema da fronteggiare.
L’altro giorno, ad esempio, ci si è rotto il cardine della porta
della tenda. Era sera e con la porta rotta non avremmo potuto
riaprire il giorno dopo, perché alle sei del mattino devo accendere
la stufa, affinché i bambini siano accolti in un luogo caldo. Alla
fine abbiamo mosso a pietà un falegname che ci ha realizzato una
porta d’emergenza nella notte, così che alle sei fosse possibile
l’apertura dell’asilo nella tenda. La sfida
quotidiana in questo tempo di transizione è saper gestire con
celerità ed efficacia gli imprevisti, accettando cambiamenti anche
improvvisi. Ma,
forse, è l’opportunità di elevare la qualità nello scenario
complesso attuale”
Il terremoto e
l’educazione
Quello che mi ha
sempre incantato della pedagogia è la capacità che ha di educare
con tutto, con pochi oggetti, con esempi pratici, con azioni
quotidiane. All’Agri-Infanzia si educa e si tesse una trama di
esperienza, sguardi e saperi partendo dal terremoto. “Passiamo
molto tempo fuori, siamo in una fattoria e in un’area protetta e la
natura è un elemento con cui i bambini si confrontano di continuo.
Stare fuori significa anche osservare come cambia il paesaggio che li
circonda dopo il terremoto. I bimbi osservano e raccontano non la
natura “cattiva” del terremoto ma la natura -rifugio,
casa
ospitale e come sia fondamentalmente base sicura. E’
una stabilità relativa quella della natura sicura, un equilibrio tra
continuità e discontinuità, forse più una presenza sicura, una
tensione intrinseca alla ricerca della stabilità e all’armonia,
quasi evolutiva e naturale. E’ la forza riparatrice della natura
che la rende fattore protettivo anche dopo il terremoto. In
quest’ottica, stabile è il bosco che rimane al suo posto
nonostante la terra tremi. Stabile è la nostra strada delle
pozzanghere o il fosso, nonostante siano in continua metamorfosi. La
natura che ha generato il terremoto è la stessa che ci protegge, ci
dà sicurezza e benessere. Ciò
che è molto cambiato è il paesaggio
umano. Le case prima erano descritte come “tutte rotte”. Oggi i
bimbi vedono che le case rotte sono state abbattute. Il paesaggio
cambia e noi andiamo a osservarlo sostenendo la
possibile generatività delle trasformazioni . Le ruspe creano
macerie e poi ci sarà la ricostruzione. E quello che a noi adulti
sembra solo triste o brutto, i bambini, se si da loro la possibilità,
lo interpretano, lo vedono e lo descrivono diversamente e intanto
elaborano le emozioni che il terremoto si è portato con sé.
Dalla tenda
all’edificio
Federica e i suoi
bambini hanno una tenda, dove stare, ma è una soluzione temporanea.
Ai piedi dei Monti Sibillini, dentro il cratere del terremoto, dopo
quasi 50, i bambini dell’Agri-infanzia Della Natura stanno
rivivendo l’esperienza che ha portato Loris Malaguzi a progettare i
nidi e le scuole più famose al mondo quelle di Reggio Emilia. I
genitori hanno fondato un’associazione,
comprato il terreno con un progetto di crowdfunding e hanno
progettato, insieme a molti soggetti, un nuovo centro ZeroSei della
Natura. Per ora il progetto è solo sulla carta, nonostante i tanti
finanziamenti, nonostante le tante attenzioni che le scuole, più di
altre realtà, hanno avuto nel concepire la ricostruzione. Oggi si
sta ancora lavorando per trovare tutti i
fondi necessari per la realizzazione dell’edificio
nonostante la disponibilità e l’impegno
della Regione Marche e
del Comune di San Ginesio. Federica mi
dice “Se avessi voluto fare in fretta avrei pensato a riaprire un
servizio privato, come siamo stati fino ad oggi, ma io vorrei che il
nuovo Polo Agri-Infanzia 0/6
non fosse più “ l’Agrinido di
Federica”, vorrei riaprire un luogo pubblico che possa accogliere
tutti i bambini garantendo la massima accessibilità. Problemi di
iscrizioni non ci sono oggi, e anzi, abbiamo dovuto lasciar fuori dei
bambini. Ma credo che un luogo di titolarità
pubblica, seppure a gestione indiretta,
ci dia la possibilità di lavorare in un altro modo, garantendo ad
esempio, rette accessibili, capillarità
sul territorio, maggiore accreditamento nel territorio, sostenibilità
organizzativa e gestionale e la possibilità di far nascere un nuovo
servizio a sostegno della genitorialità, della gravidanza e dei
piccolissimi. Il privato lavoro molto
bene, non vorrei che fosse frainteso il discorso, la sussidiarietà
pubblico/privato però, apre nuove possibilità e
rappresenta un’innovazione anche per il futuro degli Agrinido, un
nuovo modello possibile”. E per i
finanziamenti? “Noi siamo fiduciosi. Ci sono nuove e importanti
prospettive che si stanno profilando all’orizzonte.” Speriamo
entro brevissimo di poter raccontare il taglio del nastro.
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