Pensieri e parole Oggi non ho potuto
esserci a Milano per sostenere la pacifica iniziativa ideata da
Cinzia D’Alessandro, responsabile del nido La locomotiva di Momo,
l’asilo e scuola d’infanzia che rischia la chiusura per rumori
molesti.
Il tentativo
Oggi da Bologna
penso a questa strana e inquietante vicenda e colgo l’occasione per
aprire una riflessione più ampia. Da quasi dieci anni
lotto, con il mio piccolo blog, per dare voce a questi servizi e per
tentare di diffonderne la buona cultura d’infanzia che questi
servizi generano anche a chi non li conosce per lavoro. Nel tempo ho
raggiunto e “collezionato” un discreto numero di lettori ma
questa comunità di lettori non basta. Non basta per contrastare le cattive politiche che
non fanno diffondere e radicare i nidi in Italia, non basta per
spazzare via l’indifferenza e l’ignoranza che circonda i nidi, non basta per placare le stupide rivalità che a volte si radicano tenacemente.
I perché del nido
I motivi per cui la
diffusione dei nidi ci farebbe bene, credo siano sotto gli occhi di
tutte e di tutti…In Italia la natalità cala, mentre le “dimissioni
per parto” aumentano e trovare un posto al nido è uno dei modi
migliori per aiutare le giovani donne, i loro bambini, le famiglie.
Il posto al nido
però ostano troppo, anche 600 euro al mese, i posti al nido sono
pochi, mentre oggi sono ancora molti i paesi che non contemplano
alcun servizio.
Gli studiosi lo
sanno: solo i servizi di vera qualità educativa rendono benessere
per tutti.
Il lavoro delle
donne
E noi in Italia la
vera qualità l’abbiamo saputa realizzare. Gli asili di Reggio
Emilia, quelli più noti al grande pubblico, sono famosi in tutto il
mondo e sono studiati da illustri studiosi...
Eppure governo, dopo
governo, i nidi sono maltrattati sono poco finanziati, eppure i
cittadini firmano per la chiusura di un ottimo servizio d’infanzia
perché i bambini del nido fanno rumore...
La cara amica
Adriana Lodi, la parlamentare che nel 1969 aprì il primo nido
comunale a Bologna e nel 1971 approvò la legge che li istituì, mi
racconta sempre come non abbia mai fatto fatica a sostenere la lotta
per i nidi, perché il suo lavoro politico, era sempre accompagnato
dalla lotta delle donne che scendevano in piazza. E’ questa prima
lotta che ha aperto i nidi.
Nidi luoghi educativi
La prima lotta è stata fatta delle mamme. Poi c'è stata un'altra lotta, durata decenni, più silenziosa, a volte meno evidente condotta all'interno degli asili condotta da altre donne: le educatrici. Loro hanno saputo costruire e realizzare qualcosa che fino ad allora non c'era e che oggi esiste. Così i nidi sono passati da semplici luoghi di cura a luoghi educativi. Eppure mai questi luoghi potranno dimenticare le loro radici, il loro essere anche servizio di cura e sostegno alle donne. Educazione e assistenza non dovrebbero essere in contrapposizione ma essere complementari e alleate.
Non lasciamo la
lotta!
Oggi le piazze sono
vuote. Oggi le donne mamme sono sempre meno, oggi i nidi sono pochi e
sono cari...E allora lancio un appello e lo rivolgo a tutte le donne: se tornassimo
a scendere in piazza mamme e non mamme, unite per reclamare e difendere quello che abbiamo saputo realizzare... Se tornassimo a guardare i
bambini, non come una minaccia, o come “piccoli principi” ma come
persone piccole da tutelare, allora, forse la cose potrebbero anche
cambiare, forse… La sfida è grande
e il risultato molto incerto, ma la battaglia non ci ha mia fatto paura.