Legge di bilancio: cosa cambia per educatori, nidi e scuole d’infanzia?

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Cronaca Bambina La legge di bilancio è stata approvata in tempi strettissimi: dopo rinvii continui, numerose modifiche e durissimi scontri, la legge è oggi in vigore. La manovra è stata descritta da media e da molti esponenti politici come un grave attacco alla democrazia. Tralasciando ora i modi in cui la legge è “passata” andiamo a capire cosa cambierà per i nidi e le scuole d’infanzia. I temi non sono pochi e vanno ad intrecciare diversi campi.


Zero sei 

E’ previsto un aumento di 10 milioni di euro annui da destinare al Fondo nazionale per il sistema integrato di educazione e istruzione. Il Fondo è stato costituito con il Decreto n. 65/2017 e ha l’obbiettivo di estendere consolidare e qualificare, su tutto il territorio nazionale, i servizi educativi per l’infanzia, è amministrato dal MIUR ed è stato pianificato per tre anni così: 209 milioni di euro per l’anno 2017, 224 milioni di euro per l’anno 2018 e 239 milioni di euro a decorrere dall’anno 2019.
Al comma 741 della legge di bilancio leggiamo:
A decorrere dall'anno 2019 il Fondo nazionale per il Sistema integrato di educazione e di istruzione di cui al decreto legislativo 13 aprile 2017, n. 65, è incrementato di 10 milioni di euro.

Si riconferma per il 2019 lo stanziamento e si aggiungo ulteriori 10 milioni. Bene. Ma dal 2020 non sappiamo quali e quante economie saranno previste. Questa modifica, insieme all’incremento del Bonus Nido, che da 1000 euro annui è passato a 1500 euro, va ad aumentare le risorse generali dei servizi da parte dello Stato. Ma le cose, come spesso accade, non sono così semplici e lineari.

La stretta sui comuni la nota congiunta Anci e Ifel 

 
I servizi educativi 03, così come tante scuole d’infanzia, sono e rimangono di competenza e sotto la spesa dei bilanci dei comuni e l’Anci, l’associazione nazionale dei comuni italiani e Ifel (istituto per la finanza locale) non mancano di mettere in evidenza le criticità rispetto alle scelte della finanziaria. Sebbene ci siano "Miglioramenti sul versante della capacità di spesa per investimenti abolizione vincoli finanziari e contributi" però "non si compensano l’ulteriore stretta di parte corrente che i Comuni dovranno fronteggiare per il 2019, dopo aver contribuito in modo straordinario e sproporzionato al risanamento dei conti pubblici nel recente passato".
Conclude
"la legge di bilancio è sostanzialmente iniqua e introduce a sfavore dei Comuni una disparità di trattamento rispetto agli altri livelli di governo: prevede nuovi tagli e non restituisce le risorse sottratte da norme i cui effetti sono conclusi, come invece dovrebbe e come è accaduto per altri comparti oggetto delle stesse norme. Sembra venir meno un principio di eguaglianza istituzionale, con eventuali profili di illegittimità costituzionale. L'Anci chiede un provvedimento urgente finalizzato a evitare contenziosi e ad assicurare maggiori spazi di manovra limitando al minimo le insostenibili riduzioni di risorse di parte corrente, fondamentali per assicurare il ruolo dei Comuni nella ripresa economica e nella gestione dei servizi locali".
La Nota per intero la puoi leggere da qui


Per gli educatori
 
Si conclusa la questione che ha riguardato gli educatori professionali con il comma 517

“Il comma 517 della legge di bilancio 2019 ha da un alto
rasserenato un grande numero di educatori professionali socio pedagogici che potranno continuare a operare nel socio sanitario, scongiurando altresì di mettere in ginocchio il sistema dei servizi socio sanitari accreditati e ha messo i presupposti per avviare un iter di unificazione sotto un medesimo collegio e albo di due profili professionali che hanno nella visione educativa la cifra del loro operare. L’errore sarebbe considerare ciò come un punto d’arrivo. Questo al contrario è solo il punto di partenza per riformulare le competenze e i contenuti formativi necessari all’educatore professionale per operare in modo efficace nei diversissimi settori del mondo socio assistenziale, socio sanitario e sanitario.
Scrive in un prezioso articolo Massimiliano Malé sulla rivista Vita. Leggi l’articolo da qui