Telecamere nei nidi e nelle scuole d’infanzia. Il Veneto approva la legge

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Cronaca Bambina Approvato in consiglio regionale, a larga maggioranza, la legge che introduce telecamere nei nidi, scuole d'infanzia strutture socio Sanitarie per anziani, disabili e minori in situazione di disagio.




La Proposta di legge
La Proposta di Legge ha l'obiettivo, secondo i relatori,  di prevenire e contrastare le pratiche di abuso fisico e psichico nei confronti di soggetti deboli. Alla luce degli innumerevoli episodi di maltrattamento perpetrati a danno di minori, anziani e disabili compiuti all'interno di Strutture, pubbliche e private, quali asili nido, scuole per l'infanzia o strutture socio assistenziali di cui gli stessi sono ospiti, il PDLS vuole far sì che le strutture siano dotate di sistemi di videosorveglianza a circuito chiuso che garantiscano la loro sicurezza ed al contempo la tutela della riservatezza. L'installazione di un sistema di videosorveglianza costituirebbe, da un lato, un elemento di maggiore tranquillità per le famiglie e, dall'altro, un deterrente per evitare ogni eventuale tipo di abuso da parte di soggetti che operano in tali strutture o, addirittura, di soggetti esterni.

La votazione 
La votazione si è risolta con 38 voti favorevoli e 2 astenuti. Le posizioni dei consiglieri durante la discussione sono state comunque diverse. 

Le posizioni durante la discussione 
Il progetto di legge statale di iniziativa regionale è stato presentato dal consigliere leghista Alberto Semenzato che secondo quanto riporta l’agenzia Ansa dichiara: 
I furbetti non troveranno più spazio, e i delinquenti che fino ad ora hanno usato violenza contro i deboli si  troveranno finalmente spalle al muro." E prosegue "Con la videosorveglianza, inoltre, verranno anche tutelati tutti quegli insegnanti, quei medici e quegli assistenti che ogni giorno svolgono il loro lavoro con cura e passione. Si tratta quindi di una norma a tutela di ospiti ed operatori, contro ogni forma di illegalità. Sono favorevole ad aggiungere nel titolo della proposta normativa un riferimento alla prevenzione”. 

La consigliera Patrizia Bartelle puntualizza alcune carenze di un sistema di videosorveglianza.  
Non sarà possibile coprire integralmente con le telecamere ogni luogo contemplato nella proposta normativa e i sistemi di videosorveglianza non costituiranno quindi un vero deterrente ad episodi di maltrattamento, in quanto rimarranno diverse zone d’ombra". E prosegue nel ragionamento 
"Mancano altresì le finalità preventive, sostituite da una volontà repressiva che non condivido. Manca, poi, la clausola di neutralità finanziaria, che invece è stata approvata dalla Camera." Infine
"Bisognerebbe investire di più sulla formazione continua degli operatori che lavorano nel Sociale e nel Sanitario, e sul reale ascolto delle esigenze delle Strutture assistenziali. Chiedo quindi che il Consiglio regionale ritiri questa proposta normativa, in attesa che venga definitivamente licenziata dal Parlamento nazionale la corrispondente legge. Non è questa, purtroppo, la soluzione per interrompere la catena dei maltrattamenti”.

Modifiche rispetto all'accreditamento

Massimo Giorgetti vicepresidente della regione Veneto ha sottolineato in un comunicato postumo alla votazione la sua soddisfazione sull'approvazione. “Sono necessarie sanzioni pesanti nei confronti delle strutture che si macchiano di questi ignobili reati perché non sono degni di far parte del sistema Veneto, pertanto, nei prossimi giorni presenterò apposite modifiche alle norme in vigore relative all’accreditamento delle strutture pubbliche e private della nostra Regione in modo da prevedere, qualora fossero accertatati degli episodi di molestie, il commissariamento dell’istituto o addirittura la revoca dell’accreditamento”.