La pedofilia si può prevenire. Con l'educazione sessuale fin dalla scuola infanzia



















Cronaca Bambina Si è concluso ieri in Vaticano un importante summit rispetto al tema delle pedofilia e alla protezione dei minori. Un incontro a cui hanno partecipato oltre 190 vescovi e tante vittime di abusi. Un incontro che ha fatto molto discutere.


Come e perché la pedofilia sia più praticata tra i religiosi appartenenti alla chiesa Cattolica rispetto ad altre confessioni e ad altri luoghi ce l‘aveva chiaramente spiegato, qualche tempo fa Francesco Zanardi portavoce dell’associazione Rete L’abuso (associazione composta da vittime di violenza e molestie). Durante l’educazione dei giovani e futuri sacerdoti c’è un particolare clima sessuofobico e crescere in un clima tanto severo e punitivo se non rende necessariamente pedofili, non aiuta a sviluppare una sana sessualità. Leggi qui

La pedofilia in Italia
Il tema è particolarmente scottante in Italia e proprio delle speciali tutele che i chierici hanno nel nostro paese si è al centro del dibattito dell’ultimo incontro tenutosi in gennaio a Ginevra, quando la commissione Onu ha chiesto allo Stato Italiano di rispondere alla piana attuazione dei diritti citati nella carte Internazionale dei diritti del fanciullo. Nell’accordo tra Stato Italiano e Stato Vaticano il vescovo oggi non è tenuto a comunicare il reato alla magistratura. ( (leggi qui) Dietro la norma si cela un vero e proprio impedimento all’indagine. I Vescovi francesi, per intenderci, sono invece obbligati a collaborare. (Per approfondire questa settimana Left ha dedicato un numero speciale)

Il tribunale di Dio
Quando un sacerdote viene indagato dal “tribunale interno” viene riconosciuto colpevole di peccato, un grave peccato contro la volontà di Dio. E il peccato è punito con un periodo, più o meno lungo, di espiazione e allontanamento dopo il quale il sacerdote può tornare da dove era partito, magari in una parrocchia piena di bambini... In caso invece il sacerdote venisse allontanato dall’ordine e “rimandato” tra i civili la sua colpa, o peccato, non è comunque reso noto. 

Papa Francesco
Il fatto che Bergolio abbia di nuovo (non è il primo papa a farlo) tentato di investigare e affrontare il tema è certo positivo, ma ancora una volta il reato è stato commentato come un peccato mentre il prete che si macchia di tale infamia è riconosciuto come “uno strumento del demonio”. Non sono invece seguiti allontanamenti. 

Le strategie per prevenire
Durante il summit sono state richiamati più volte all’attenzione le coordinate fornite della sanità mondiale per la prevenzione degli abusi ai minori. E prima tra le strategie valida al contrasto c’è l’educazione alla sessualità e all’affettività a scuola come in famiglia. Oggi queste coordinate sono state riprese anche dalla sessuologa Elena Lenzi intervistata a Radio Tre (ascolta qui) che ha ricordato come sia fondamentale educare alla sessualità fin dalla scuola d’infanzia e per tutta la vita con un linguaggio adatto e delle immagini appropriate. La “formazione precoce” rispetto al tema è fondamentale sopratutto oggi che internet espone i bambini ad un maggiore visione di contenuti inadatti. Approcciarsi all’educazione sessuale con un metodo scientifico che può educare al rispetto alla consapevolezza del proprio corpo, al rispetto del corpo dell’altro e al rispetto dei tempi è essenziale e urgente.