Cronaca Bambina La conferma arriva anche dalla portavoce del Sindaco di Siena, la dottoressa Elena Casi. Il servizio di Siena dove si sono verificati i maltrattamenti è il servizio domicilio autorizzato dal comune "Tata Patrizia". Il servizio non ha un sito di riferimento, ma solo una pagina fb, dove si presentava come servizio dinamico, con orari flessibili e un sistema di connessione in "real time" con i genitori.
La presentazione del nido domiciliare
Sulla pagina Fb ci sono molti commenti positivi e conta oltre 1500 like. Si presenta in modo accattivante per i genitori e millanta conoscenze in campo educativo non confermate
"Sono un’educatrice filo-montessoriana, mamma (e vedova) di tre figli da me cresciuti con
grande senso del dovere. Ho scelto di diventare una tata perché
vorrei continuare a trasmettere il mio contributo educativo e di
amore a tutti i bimbi che avrò il privilegio di poter accogliere nel
luogo in cui abito. Accolgo prevalentemente bimbi dai 3 ai 36 mesi,
mattina e pomeriggio. Gli orari sono flessibili e personalizzabili
secondo le esigenze delle famiglie e i costi contenuti. Questo
progetto, da me scritto nel 2006, finalmente nel 2018 trova la sua
piena realizzazione proprio perché, come il motto al quale da sempre
mi ispiro, “volere è potere”. Attualmente è l’unico nido domiciliare a Siena che utilizza un
sistema di connessione in real time con i genitori che facilita
fortemente la comunicazione laddove sarebbe impensabile poterla
avere".
I controlli del comune e la normativa regionale
Ma la donna arrestata era o meno un'educatrice? e aveva precedenti per maltrattamenti? La dottoressa Casi respinge eventuali responsabilità da parte del comune "il servizio era autorizzato e non era gestito dal comune". Secondo l'argomentazione della casi cosi come il comune non è responsabile di quel che vende un esercizio commerciale autorizzato in città, non può essere responsabile per un servizio educativo che è solo autorizzato. Raggiungo poi telefonicamente il colonnello incarico delle indagini, Michele Tamponi che non conferma se effettivamente la donne avesse o meno precedenti penali. Le indagini sono in corso sia riguardo i titoli che per precedenti. Per ora abbiamo solo domande che rimangono aperte e che solo un attento lavoro potrà verificare i fatti.
La normativa regionale
L'unica certezza che al momento che abbiamo è scritta invece nella normativa regionale che sancisce "diritti e doveri" dei servizi educativi. Al titolo V leggiamo, all'articolo 50 scrive:
"La richiesta di autorizzazione al funzionamento contiene l’attestazione del possesso dei requisiti previsti dal presente regolamento, nonché dai regolamenti comunali, con particolare riferimento a:
a) standard dimensionali e caratteristiche della struttura;
b) ricettività della struttura e rapporti numerici fra operatori e bambini;
c)
titoli di studio e requisiti di onorabilità degli educatori e del
personale ausiliario assegnato al servizio e corretta applicazione agli
stessi della relativa normativa contrattuale;
d)
rispetto della vigente normativa urbanistica, edilizia, antisismica, di
tutela della salute e della sicurezza e della sicurezza alimentare;
Continueremo a verificare cosa sia successo per capire sopratutto se la donna, oggi agli arresti domiciliari, avesse davvero precedenti accuse per maltrattamenti, cosa che al momento non siamo riusciti a confermare in assoluta certezza.