I nidi a Roma crollano. i nidi a Roma chiudono. i nidi a Roma non aprono. Piccola indagine tra consiglieri

Cronaca Bambina

I nidi a Roma crollano per cattiva manutenzione. Negli ultimi tre anni ne ho contati almeno cinque. Ma non si tratta solo di strutture cascanti, ce ne sono alcuni ancora “imbottiti” di amianto. La maggior parte non rispettano le norme antincendio e antisismiche. Servirebbero svariati milioni per sistemare tutto. E nel mentre ci sono strutture nuove e mai aperte... Insomma un bel pasticcio.

Ho incontrato alcuni consiglieri e educatrici e genitori per capire meglio la questione.


Partiamo dal dodicesimo distretto: 

 Il nido Parco Flora ha chiuso e i bambini sono stati smistati. Lo abbiamo raccontato solo qualche giorno fa. Ma cosa c’è dietro questa chiusura? E’ un caso isolato? Tutt’altro. Incontro due consiglieri del dodicesimo distretto che sulla questione nido sono particolarmente attenti. Giovanni Picone della Lega e Lorenzo Marinone del Partito democratico Entrambi mi restituiscono un quadro sconfortate. “In molte strutture è presente l‘amianto- mi spiega Picone- Amianto che è pericoloso ma non solo perché smaltirlo ha dei costi e dei tempi da rispettare e non è semplice” In una scuola l’amianto è stato estratto è stato incapsulato ed è stato lasciato nel cortile, dove giocano i bambini, per oltre 15 giorni” Ci sono lungaggini e non solo per l’amianto. Al Parco Flora infatti le crepe erano evidenti sui muri da tempo. Più volte sono state segnalate sia dal personale, che dai genitori ai manutentori. Ma il tecnico (in dialetto) ha dichiarato non erano crepe “significative” e invece….“E’ un nido importante- mi spiega Marinone- anche perché accoglieva i bambini anche in estate, nel mese di luglio”. 

Come funziona la manutenzione? 

Su questo punto sono tutti d’accordo: la manutenzione lascia molto a desiderare, ha tempi di risposta lunghissimi e spesso le persone che arrivano a monitorare non si spiegano bene. All’azienda che in precedenza si occupava della manutenzione è subentrata un’altra azienda che ha preso l’incarico non senza difficoltà e senza avere i dati relativi alla “salute” delle infrastrutture. 

Ma non si tratta solo di manutenzione, ci sono anche strutture nuove e mai aperte, come mi raccontano entrambi i consigliere.

Diamo uno sguardo a Roma Capitale 

Usciamo ora dal dodicesimo distretto e allarghiamo lo sguardo alla città. Incontro il consigliere Giovanni Zannola consigliere Pd a cui chiedo com’è la salute delle strutture a livello cittadino? 

“A Roma abbiamo circa 200 strutture, delle quali, 160 circa sono pubbliche. Circa il 40% dei nidi non sono a norma, necessiterebbero di ristrutturazioni sia per rispettare la norma antincendio, che quest’anno non è stata più prorogata, ma non solo”.

Che non si tratti solo di normativa antincendio è abbastanza evidente Ma a Roma come si percepiscono questi eventi? 

“Ci sarebbe molto da fare. Un piano straordinario di investimenti che possa pianificarsi i lavori di ristrutturazione e una pianificazione anche di nuove costruzioni. Prevedendo gli interventi e la spesa in alcuni anni: almeno 5 o 6”. 

Ma quanto costerebbe la sola ristrutturazione? 

“Direi centinaia di milioni di euro” Fino ad ora nessuno sta facendo una fotografia della situazione rispetto all’edilizia dello ZeroSei. 

E l’opposizione, chiedo ancora a Zannola- cosa fa? 

“Facciamo interrogazioni, presentiamo mozioni, incontriamo genitori e i lavoratori.”


Incontro le educatrici 

Per ovvio motivi le educatrici non vogliono che il loro nome compaia e del resto quello che mi raccontano è in linea con quanto già detto. Una questione però che fino ad ora non era emersa, viene alla luce: “la manutenzione è un disastro anche per il verde pubblico. Alberi ad alto fusto sono controllati qua e là danneggiando le strutture. Fortunatamente i bambini non erano mai in sezione. In una breve di Repubblica ne conto almeno cinque in un anno (leggi qui). Le educatrici mi raccontano di crepe, tante, di strutture nate per durare brevi periodi e che dopo vent’anni ospitano ancora bambini, di tubi rotti, di soffitti dove piove, di impianti elettrici assurdi, di grondai di scolo mai pulite, di pavimenti divelti, di infissi vecchi, di nidi e scuole bollenti d’estate e gelidi d’inverno...Situazioni che ci restituiscono trascuratezza e cattiva gestione che dura da anni e non può essere imputata unicamente alla giunta Raggi.


Tra pubblico e privato 

L’edilizia dei servizi ZeroSei è in linea con l’edilizia scolastica nazionale che è insicura e instabile e molto precaria. Ma se tanti nidi pubblici sono “messi male” è anche vero che i nidi convenzionati, o aperti in concessione, presentano spesso strutture più nuove e presumibilmente meglio conservate. Tante proprietarie dei nidi “privati”mi raccontano di controlli continui da parte della PA “anche più volte la settimana” Ma se le strutture dei nidi pubblici sono messe in questo stato perché disincentivare le iscrizione ai nidi convenzionati? Nidi, lo ricordo che possono essere scelti dai genitori solo dopo avere preferito quattro nidi pubblico. E sempre Zannolla a rispondermi: “E’ certo che i controlli vanno fatti in tutte le strutture. Ed è giusto che chi gestisce i nidi controlli con puntualità. Del resto negli anni sono stati aperti tanti servizi in convenzione senza una reale conoscenza a e controllo del territorio. Ci sono zone di Roma dove i nidi sono pochi, altre dove si è dato il permesso di aprire senza verificare davvero le necessità”. Ma secondo lei c’è un piano per la chiusura dei convenzionato?No, non credo. Limpressione che ho è che spesso la giunta Raggi non sappia esattamente cosa stia facendo… non tanto di un piano a monte.” 

 

Laura Branca