L'educazione silenziosa. Oggi incontro Elisa Pierri
























Parola a… Educare al silenzio, alla bellezza, all’ordine, educare al togliere, all’eliminazione del caos, dell’eccesso… Non so se Elisa Pierri, autrice del libro Educazione Silenziosa ne sia consapevole ma il suo è un libro zen, lo si percepisce fin dalla copertina. Cerchiamo di capire con l’autore i contenuti di questa pubblicazione.



Come è nato questo libro?
Dal mio progetto educativo un nuovo progetto sperimentale ZeroSei che abbiamo aperto nel luglio del 2017 a Treviglio in provincia di Bergamo.

In cosa si distingue il progetto?
Abbiamo abbattuto i muri tra nido e scuola d’infanzia. Qui gli spazi ma anche l’educazione sono in continuo dialogo.

Come?
I bambini sono “divisi” in spazi, ma non per età, bensì per competenze. Ci sono poi molti momenti della giornata in cui si sta insieme.

Perché questa divisione non rispetta l’età?
Per esperienza ho capito che il bambino ha i suoi tempi e non è detto che coincidano con l’età anagrafica. Spesso invece la nostra società è condizionata dalla distinzione dell’età. Siamo certi che un bambino di tre anni sia pronto a lasciare il nido per entrare a scuola? A scuola dove le regole sono tutte diverse, sono diverse le educatrici, la struttura, l’arredamento…?

Non sono pronti?
Non è per tutti i bambini uguale. Non tutti non hanno più bisogno di dormire il pomeriggio, non tutti sono pronti a lasciare il pannolino...Gli esempi sono molti. Il nostro progetto ha tentato di riportare a scuola d’infanzia alcune caratteristiche del nido. Una su tutte: il rapporto numerico. 






















Il rapporto numerico?
Perché al nido c’è 1 educatore ogni otto bambini e all’infanzia si trasforma in 1 a 28? Ci sono bambini di tre anni e molto spesso sono più piccoli quando approdano all’infanzia.

Torniamo alle differenze del vostro progetto quali sono le più vistose?
Abbiamo pensato e arredato lo spazio insieme ai bambini. Ho chiesto a loro cosa avrebbero voluto all’interno delle sezione. In pochi minuti hanno elencato: degli alberi, un tappeto, alcuni libri, le foto delle attività, un quadro… Quello che mi ha colpito è che non hanno scelto dei colori forti, ma toni neutri: bianco, nero, marroni, color sabbia…

Oltre ai colori com’è la stanza?
E’ quella che si vede nella copertina del libro: ha molto spazio vuoto.















I bambini sono arredatori minimali?
Sanno per istinto quali sono le cose importanti la stanza è bellissima!

Nel titolo del libro c’è la parole silenzio. Perché?
Il silenzio da noi adulti è spesso percepito come un vuoto da riempire qualcosa di imbarazzante. Per i bambini significa concentrazione, attività, interesse. Il silenzio è un concetto profondo che implica priorità, ordine, concentrazione…

La vostra è una struttura privata quanto costa una retta?
Varia a seconda delle ore e dell’età dei bambini.

In che senso a seconda delle ore?
Nel senso che noi accogliamo i bambini con grande elasticità. L’ingresso è alle nove del mattino e i bimbi devono frequentare almeno 4 giorni la settimana ma non abbiamo posto orari e calendari troppo rigidi. I nostri genitori fanno turni, lavorano la domenica e così hanno la possibilità di stare nel giorno di riposo con il loro bambino.

E i costi?
Direi che si variano da un minimo di 300 euro mensili ad un massimo di 600. Questo per i bimbi da 0 a 3 anni. Per i bimbi sopra i tre anni la retta è di trecento euro. Tutto compreso pappa, pannolino, colori, fogli ecc il materiale è sempre per tutti e molto condiviso.

Altre particolarità del vostro spazio?
Abbiamo armadietti ad altezza variabile a seconda della statura del bambino. Ognuno deve essere in grado di poter fare da sé in autonomia, sia per appoggiare la felpa al mattino, che per riprenderla il pomeriggio.















Avete un progetto educativo giornaliero e/o annuale?
C’è un filo che ci guida ma senza rigidità. Lavoriamo seguendo le esigenze dei bambini. Ciò non significa non avere un progetto significa solo seguire e accogliere le richieste e le necessità dei bambini e del bambino.

Il bambino che entra da voi che giochi trova?
Niente di plastica e molto materiale naturale. Il materiale naturale ha la capacità si essere riempito di significati dai bambini. 

 













In che senso?
Un pezzo di plastica rosso è sempre un pomodoro, o nella maggior parte delle volte. Un pezzo di legno tondo diventerà mille cose diverse nelle mani di un bimbo che gioca con la fantasia.

Come ha cambiato la sua percezione questa nuova esperienza educativa?
Questa esperienza nasce da molte domande e dall’osservazione...I risultati che abbiamo avuto dopo due anni ci indicano che siamo sulla strada giusta. L’esperienza del nido dovrebbe contaminare la scuola d’infanzia, mi ripeto, ma sono certa che sia fondamentale: sopratutto per il rapporto numerico.

Una sensazione da portare con se nel suo lavoro?
La serenità. Se c’è serenità è tutto più leggero, più scorrevole, migliore.

Ultima domanda come lavorate con i genitori?
I genitori sono accolti e guidati. Facciamo incontri con loro, anche con lo psicologo, facciamo molto spesso feste in cui i genitori condividono attività e luoghi con i bambini. Abbiamo eliminato invece le recite.

E infine?
Infine il bambino è competente in tantissime cose va solo accompagnato e dovremmo imparare ad intervenire il meno possibile anche quando litigano. Come fanno ad imparare in modo sano se non li lasciamo fare soli?

Educazione Silenziosa di Elisa Pierri Lo trovi qui