Parola a… Oggi incontro Antonia Labonia già educatrice e dipendente per Roma Capitale è attualmente vice presidente del gruppo Nazionale Nidi. Si è occupata di continuità educativa ZeroSei ancora prima che la Buona Scuola (legge 107/2015) riconoscesse a livello nazionale l’integrazione tra nidi e scuole d’infanzia. Certo un passaggio legislativo importante ma ha che punto è oggi? E quali difficoltà sta affrontando? Domande semplici per risposte complesse che come vedremo che toccano tanti temi politici e non solo.
Legge Zero-Sei: a
che punto siamo? Che risultati ha raggiunto?
Prima di raccontare
a che punto siamo, credo sia importante fare una breve ricostruire
della normativa.
Facciamo il
quadro
Da anni gli addetti
al lavoro chiedevano una nuova legge che potesse superasse precedente legge, la
1044, una legge che ormai non descriveva più le realtà educative. l Gruppo Nazionale Nidi in particolare per ottenere questo
risultato ha promesso incontri, dibattiti, audizioni... Un lavoro
complesso che è stato definito in un articolo della legge 107 (-buona Scuola-) poi
meglio dettagliata nel decreto attuativo n 65.
E così nasce il Sistema integrato ZeroSei che…?
In sintesi la legge
ha qualificato il sistema prescolare. Ha reso necessario un titolo
studio specifico per educatore di nido. Ha coinvolto maggiormente i
genitori. Ha creato un sistema integrato tra nidi e scuole
d’infanzia.
Ci sono punti
critici in questa attuazione: quali?
Purtroppo ancora
oggi i nidi sono considerati servizi a domanda individuale quindi
non vi è obbligo istituzionale o di gratuità.
Altre criticità?
Gli anticipi. Al sud sono un grande problema. Nella legge si scrive
“con gradualità” si supererà l'anticipo ma non si fissano
paletti temporali.Un altro problema è il coordinamento pedagogico. E' da diffondere a
livello nazionale.
Oggi non è diffuso in tutti i nidi?
E' diffuso nei nidi e nelle scuole gestite dal comune, non nelle scuole
gestite dello Stato. Si indica che il coordinamento dovrà essere
esteso senza però impiegare nuovo personale.
Che significa più
lavoro sulle spalle delle maestre?
No, il doppio ruolo sarebbe impossibile da gestire: come poter
insegnare e al contempo coordinare le colleghe? Il coordinamento non
è inteso solo in riferimento ad una scuola ma esteso ad un
territorio.
Quali soluzioni
sono state individuate?
Alcune regioni stanno impiegando i fondi del decreto per incaricare
personale esterno pagandolo a prestazioni, una soluzione che può
tamponare ma non reggere nel lungo periodo.
Il decreto 65
avrebbe dovuto definire le coordinate qualitative dei nidi uguali per
tutti c’è riuscito?
Ancora oggi ogni regione legifera rispetto al suo territorio.
Facciamo un
esempio?
Quindi
se nella regione Veneto, poniamo a caso i nidi devono garantire 10
metri per ogni bimbo, la Calabria ritiene sufficienti 4 metri, questo
anche per il rapporto numerico, bambino-educatore, per la superficie
degli spazi esterni ecc
Oggi la legge c’è
da due anni: cosa è stato realizzato?
Intanto in questi due anni abbiamo un nuovo governo. Circa un mese fa
è stata nominata una cabina di regia. A mio sapere però i lavori
non sono cominciati. Il Ministro Fedeli aveva creato una commissione
per dettare delle linee guida nazionali per lo ZeroTre e armonizzare
il percorso 06.
Formata da quante
persone?
10 persone Ora il ministero sta rivedendo le nomine e cambiando
alcuni incarichi.
Altre attuazioni?
Sono stati assegnati i fondi del 2017 a tutti i comuni.
Fondi spesi
sempre adeguatamente?
Dipende molto dal territorio a cui ci riferiamo. La regione Umbria,
che già lavora bene ha pianificato le risorse per pianificare
formazione e coordinamento. Altre regioni hanno dato i finanziamenti
a pioggia senza tenere presente le reali necessità.
Da tempo il Lazio
stava lavorando ad un normativa ragionale: a che punto siamo?
Si sono ripresi i lavori da pochissimo la regione aspettava la
definizione della normativa nazionale. Entro breve se i lavori
procederanno a passo spedito avremo il primo testo di legge regionale
che farà propria la normativa nazionale.