La precarietà dei nidi e le lunghe liste d'attesa.


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Cronaca Bambina A Milano ci sono oltre 2000 i bambini (2300) che chiedono asilo. A questi 2300 bimbi se ne aggiungono altri 1800 che chiedono un posto all’infanzia. Sono in lista d’attesa lunghissime che mostrano un grande problema che non si limita alla città di Milano.


Milano in numeri
Milano investe 74 milioni per i servizi 03. I soldi sono divisi così: 50 milioni sono destinati ai 104 nidi pubblici a gestione diretta mentre 12 milioni sono destinati ai nidi privati che tra accreditati e convenzionati se ne contano 126. Il comune poi da altri 12 milioni per sostenere i nidi in appalto che sono 34. Eppure nonostante questo sforzo i servizi non bastano. Milano ha anche da mantenere tante scuole d’infanzia. In città le scuole comunali sono 173 e mentre un tempo erano considerate un vanto per la PA, oggi sono citate come una spesa ingente da sostenere.
Ad ogni modo l’assessore Laura Galimberti in un bel articolo del Corriere della Sera puntualizza
Il Comune fa sforzi economici enormi, che potrebbero essere alleviati e potenziati da una politica statale più attenta.”

Risorse dallo Stato allo 0-6
Alla regione Lombardia nel 2018 sono stati destinati da parte dello Stato poco più di 40 milioni. (dato fornito da Lombardia Sociale) Ci sono quaranta milioni per l’intera regione da destinare sul comparto educativo 06 mentre il comune solo per lo 03 sborsa 50 milioni.
Le risorse da parte dello stato sono scarne e del resto prima dell’approvazione della 65/2017 non esisteva nemmeno quelle ma sopratutto dal prossimo anno, ad ora, non è previsto alcun finanziamento aggiuntivo.

Nemmeno i privati sono favoriti 
I servizi privati sono favoriti da queste lunghe lite d'attesa ma solo parzialmente.Sempre sulle pagine del Corriere i proprietari dei nidi privati descrivono al loro situazione: i bambini arrivano da loro sull'urgenza del momento ma appena trovano un posto al pubblico li lasciano, creando così poca qualità nel percorso educativo del bambino, e creando un sistema di estrema precarietà anche alle strutture che dall'oggi al domani si trovano svuotate di bambini e di rette. Un bel pasticcio insomma...    
 

Ma quali soluzioni ci sono per i genitori?
L’assessore Galiberti promette di acquistare ulteriori 150 posti nido. Uno sforzo apprezzabile che però non attenua il problema. (Immaginiamo poi 1800 bambini che non trovano posto a scuola, magari dopo aver frequentato il nido?) Il problema come spesso accade rimarrà per intero alle famiglie. Chi potrà permetterselo opterà per un servizio privato che hanno rette di almeno 700 euro mensili (cifra minima per poter garantire un servizio di qualità). Altre famiglie opteranno per la soluzione “all’italiana”: i nonni, sempre che siano in salute e disponibili. E i meno fortunati rinunceranno ad uno stipendio: immaginiamo tra mamma e papà chi sceglierà di stare a casa? Ed ecco spiegato perché sono tanti i genitori a chiedere servizi alternativi, più flessibili e meno costosi rispetto ai nido. Lasciando spazio a servizi improvvisati, qualitativamente poco validi, spesso abusivi ma comunque accessibili a tutti.