Cinque consapevolezze per affrontare un nuovo anno con i bambini



Pensieri e Parole le vacanze sono finite e con loro è finito il tempo disteso, il tempo con amici e la famiglia a pieno ritmo, ma sopratutto è finito il tempo del silenzio. Tornare in aula/sezione rilassate e consapevoli è la migliore strategia per affrontare il nuovo anno. Oggi vi propongo 5 piccole riflessioni  per avviare un rientro al lavoro disteso e molto consapevole.
 
Prima Consapevolezza: il silenzio è rimandato
Se il baccano tra decine di bambini è garantito e il silenzio delle vacanze è finito, è anche vero che non sarà così per sempre. Dopo l'avvio delle prime faticosissime settimane il silenzio tornerà a piccoli e riposanti intervalli regolari sia  durante la giornata che durante l'anno. Prima o poi i bambini prendono il ritmo tra attività e riposo, tra pappa e sonnellino con momenti di silenzio concentrato e riposante.
Seconda Consapevolezza: l'ansia    
Bambini e genitori, sopratutto quelli che iniziano un nuovo percorso formativo, sono il più delle volte in ansia. Non è detto che sia un'ansia solo negativa del tipo "OH-DIO-IL-MIO-POVERO-BAMBINO-COSA-FARA'????" ma è ovvio che incominciare qualcosa di nuovo non è mai facile. I genitori vi stanno affidando il loro bene più prezioso e i "nuovi" ancora non vi conoscono. Teniamo anche presente che le notizie, che spesso appaiono in tv e sui giornali, rispetto ai nidi e alle scuole d'infanzia non aiutano a distendere il clima o ad alimentare la fiducia. Per tutti questi motivi dovete avere sempre la consapevolezza che siete voi le veterane, le professioniste dell'educazione. Lentamente conquisterete anche la stima dei nuovi arrivati. Come? A volta basta ricordare e raccontare un particolare delle giornata "Oggi Giuseppe non ha mai cercato il pupazzo Gino". Il fatto di ricordate il nome del pupazzo, posso garantirlo come genitore, è molto rassicurante. Apre una breccia nella diffidenza.
Terza Consapevolezza: il tempo scorre a piccoli passi
Spesso è scritto agli ingressi dei nidi "il tempo scorre a piccoli passi" è una frase che vale la pena di ricordare in diverse fasi nella giornata e dell'anno. Il tempo educativo è diverso da qualunque altro tempo. A volte corre rapido e richiede il vostro intervento immediato: il-bambino-va-cambiato...il bambino-va-consolato-dalla-caduta, a volte è lento: i bambini giocano in giardino e vanno "solo" osservati. I tempi dei bambini, lo sappiamo tutti bene, non coincidono con i nostri tempi degli adulti. Teniamolo presente anche quando vediamo che i genitori arrivano in ritardo o scappano veloci al lavoro...Il mondo fuori dai contesti educativi non considera tante cose. E anche in questo caso voi, personale competente e autorevole, dovete mantenere il controllo e mediare i tempi del bambino singolo, con i tempi dei bambini organizzati in una comunità, ma anche i tempi e la fretta del genitore che fa una corsa agli ostacoli tutto il giorno. (In fondo nessuno ha mai detto che educare sia un lavoro semplice!)   
Quarto Consapevolezza: la dolcezza aiuta sempre. Nel dubbio sussurrate...
Abbiamo sempre delle scelte e le reazioni impulsive si accompagnano male al lavoro dell'educatore. Ogni volta che avereste voglia di urlare "MA-BASTA!" ricordate che l'urlo spaventa la prima volta e poi non ha più alcun effetto. I bambini si abituano a tutto, se un giorno vi vedessero volare accetterebbero questa dote come una vostra caratteristica. Quindi se gli urli si ripetono agli occhi del bambino passereste semplicemente come "LA-MAESTRA-CHE-URLA". (Non è una bella associazione maestra-urlo). La dolcezza riserva invece molte più garanzie per stabilire autorevolezza tra i piccoli. Ed è una bel modo di garantire e preservare anche  le corde vocali. Vi salta la mosca al naso? chiedetevi: "Devo urlare o sussurrare?
Quinta Consapevolezza: educare è il vostro lavoro!
E' un lavoro difficile, è un lavoro pagato mai abbastanza, è un lavoro complesso perché richiede mille attenzioni, molta empatia e tanto distacco rispetto alle situazioni che emotivamente ci avvolgono. Però non siete sole, non siete su un isola, siete immerse in un contesto educativo, avete colleghe con cui confrontarvi, pedagogiste con cui parlare, genitori a cui rivolgervi per capire meglio la situazione del bambino e verificare lo stato delle cose. Educare richiede titoli di studio, come molto spesso si rimarca, richiede continua formazione, assoluta verità, ma richiede anche dedizione profonda. In fondo educare bene ha potenzialmente infiniti risvolti positivi, ogni bambino che ha ricevuto qualcosa di positivo lo ricorderà  e lo coltiverà per tutta la vita. Questo straordinario risultato è una delle consapevolezza che vi deve accompagnare anche nei faticosi settembre quando la vita lavorativa è particolarmente dura. Buon inizio di anno nuovo a tutte e tutti!