Lettera a Giuseppe Conte. I nidi hanno bisogno di ascolto


 
BolognaNidi

 

 


 

 

 

Gentile presidente Giuseppe Conte,

Le scrivo per ringraziarla. Il discorso di apertura in cui ha indicato come urgente priorità del governo l’investimento sugli asili nido mi ha commossa. Ha commosso me e tante, tante donne tante mamme e tante educatrici che da anni, da dieci per l’esattezza, ascolto e informo come giornalista e presidente dell’associazione BolognaNidi.


La ringrazio anche perché nel suo breve e intenso discorso ha colte tutti i motivi per cui è urgente investire nei nidi: e’ importante per attenuare le disparità sociali, per accorciare il gap tra poveri e ricchi che esistono già tra i bebè, è importante per un concreto sostegno all’economia del paese, è importante per incrementare il lavoro delle donne, è importante per contrastare le discriminazioni di genere tra donne e uomini, ed è un importante per aumentare i tassi di crescita della natalità, problema su cui molto si è detto e pochissimo si è fatto. Grazie davvero per aver colto tutto questo, grazie per aver detto queste parole non durante le elezioni, ma nel momento in cui si avvia il nuovo governo. Per tante donne (e non solo) è stato talmente bello che faticano ancora a crederci.


Io invece sono fiduciosa in questo cambio di rotta, ma le risorse da sole non bastano e questo non lo dico solo perché lo penso ma perché abbiamo tanti precedenti a dimostrarlo. Nel 2007 si sono investite risorse per l’incremento dei nidi con il “Piano Bindi” (che ha preso il nome dell’allora ministro). Il Piano prevedeva risorse, da parte dello Stato e nuove politiche. Così abbiamo aperto i nidi alla gestione dei privati per contenere le spese di gestione da parte dei comuni e, sempre per contenere la spesa e ampliare l’offerta si è anche pensato di aumentate le rette alle famiglie. Due scelte mal ponderate e sopratutto mal amministrate che hanno creato dei veri mostri. Nel tempo poi per soddisfare le esigenze delle famiglie si sono pensate altre politiche e allora i nidi sono diventati tuttofare: si sono aperti in estate, di notte, di domenica, di sera…


Queste scelte politiche che inizialmente, quasi tutti gli esperti del settore, hanno salutato con plauso hanno generato tanti e nuovi problemi: i nidi hanno aperto e poi chiuso, il sistema misto pubblico privato ha creato assurde guerra tra poveri (come a Roma) e intanto in alcuni contesti (sopratutto al nord) sono calate le iscrizioni mentre la qualità non è sempre garantita...


Lei nel suo discorso ha espresso la volontà, volontà sacrosanta, di fare maggiori investimenti al sud. Ha ragione, ha visto bene. Il sud ha urgentissimo bisogno di nidi. Ma il sud ha avuto tanti investimenti specifici (fondi PAC) per aprire più nidi. Investimenti che si stanno rivelando un fallimentari. Tante donne del sud hanno intravisto una possibilità di cambiamento e subito dopo hanno avuto una porta in faccia, perché i nidi chiudono in corso d’anno, non riaprono a settembre, a volte bruciano (come a Reggio Calabria) … 

 

In dieci anni di narrazione ho ascoltato mamme disperate che minacciavano le educatrici “se chiudi il nido ti sgozzo!” Ho ascoltato sindaci felici di aprire i nidi alle tre di notte mentre le mamme andavano a lavorare nei campi... Ho raccontato la storia dei genitori che facevano la ronda per proteggere il nido dagli attacchi vandalici della cammorra napoletana, nido poi chiuso lungamente per cattiva amministrazione dei fondi destinati al Sud…


Mi fermo qui, altrimenti rischio di scivolare nel patetico e la mia lettera vuole essere propositiva così chiudo facendo un invito e una richiesta. La richiesta è: prima di scegliere come investire nuove risorse per i nostri preziosissimi nidi: ascolti le donne, ascolti le mamme, ascolti le educatrici, le associazioni siamo tante e tanti e siamo un’ottima fonte di informazione che può indicare quali sono i problemi attuali in diversi contesti. 

Poi un invito: quest’anno il mio comune, Bologna festeggerà i cinquant’anni del primo asilo pubblico in Italia che aprì nel 1969. Quel nido, come molti altri dopo, è nato dalla volontà, dalla lotta, dal sacrificio e dal duro lavoro di tante donne e uomini che credevano nel valore di un contesto educativo per i più piccoli. Quel nido è stato aperto dalla politica di una donna straordinaria: Adriana Lodi che ha ascoltato con cuore e mente i sui cittadini e le donne che lo chiedevano i NIDI. Sarebbe bello che ci fosse anche lei per questa festa, sarebbe un bel modo per dirci che ci sta ascoltando a noi donne, a noi mamma, a noi lavoratrici, alle famiglie e alle educatrici che hanno bisogno di sostengo e conforto... Rivolgo questa preghiera e invito a lei “l’avvocato degli italiani”: siamo qui! Vogliamo essere ascoltate per fare grandi cose insieme per il paese e per i nostri bambini nel presente e nel futuro.

 

 

Cordialmente Laura Branca 

 

 

Per approfondire

 

Parola d Giuseppe Conte

 

Fondi PAC quante milioni al sud?