Nei nidi della Regione Friuli: prima gli italiani!

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Cronaca Bambina La regione Friuli Venezia Giulia ha moltiplicato per tre le risorse destinate agli asili nido rispetto agli anni precedenti. Sono stati investiti 35 milioni. Cosa ha fruttato questo straordinario intervento? E quali politiche persegue la regione guidata dalla Lega. L’ha spiegato con puntuale precisione il presidente della Regione Fedriga. 

 

Aumentano le domande di sostegno

Le misure sugli asili nido sono state fra misure cardine dell’ultima legge di bilancio. È stato introdotto per la prima volta in Friuli Venezia Giulia un contributo di 600 euro, commisurato al tempo che il bambino passa nell’silo nido e traguardato al tempo pieno e alle famiglie che hanno 50 mila euro di indicatore ISEE. Un sostegno per la famiglia stessa, quindi, e non una misura di contrasto alla povertà. Una scelta di carattere forte”. Da poco meno di 2700 domande di sostegno per l’anno educativo 2018-2019, a circa 3800 per l’anno entrante 2019-2020, con un aumento quindi di 1100.

Prima gli italiani

La crisi demografica riguarda principalmente i cittadini residenti e in particolar modo quelli italiani: questo è un dato oggettivo". Il sostegno "Per il primo figlio ha raggiunto il 94 per cento di cittadini italiani, e l’88 dal secondo figlio in poi: fa parte del quadro 10-90, fra italiani inclusi i non residenti e stranieri, che fotografa secondo noi l’equilibrio e l’attenzione necessaria ai nostri cittadini. Siamo riusciti finalmente a rimettere una proporzione adeguata per quanto riguarda l’accesso ai contributi regionali, evitando situazioni di squilibrio." E conclude  con un rilancio “Forse già a fine anno, più probabilmente all’inizio dell’anno prossimo, porteremo in aula la legge quadro sulla famiglia, dove riusciremo a mettere insieme tutte queste misure e ne rivedremo qualcuna per poter essere ancora più efficaci”.

 

L’assessore Alessia Rosolen 

Dopo quindici anni in cui ogni anno la decisione veniva rinviata all’anno successivo, abbiamo iniziato il percorso di accreditamento di tutte le strutture. Un bollino regionale delle strutture che si occupano dei nostri bambini, a garanzia della qualità del progetto pedagogico ma anche del luogo e della qualità del personale che vi lavora”.  

 

Rispetto al Bonus Bebè 

Pensiamo di modificarlo e di ampliarlo: abbiamo dato maggiore sostegno alle madri che hanno figli minori di cinque anni, e siamo intervenuti anche in aiuto ai professionisti per garantire anche a loro l’accesso alle misure previdenziali per i loro bambini. Questo farà parte del quadro complessivo che costituirà la base per una legge per la famiglia, che raccoglierà tutte le forme d’attenzione che la regione Friuli Venezia Giulia mette sulla stessa: vorrei dire nell’età da 0 a 100, e quindi durante l’intero corso della vita”.

 

La conferenza si chiude sulle percentuali d diffusione

Il Friuli Venezia Giulia è una delle poche nelle quali si arriva quasi al 33 per cento di disponibilità dei servizi per la prima infanzia richiesto dall’Unione Europea, con la maggior parte delle altre regioni italiane ampiamente sotto il 20 per cento. “Abbiamo chiesto- interviene ancora Rosolen “di poter avere come dato anche o una situazione di occupazione dei genitori o una registrazione di disoccupazione al centro per l’impiego: il dato di non registrazione delle donne straniere è infatti particolarmente elevato. Penso questo possa essere per loro un incentivo”.

 

 

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