Simona Lembi racconta Adriana Lodi. I nidi vanno difesi e promossi

Simona Lembi




Di Simona Lembi 

A seguito delle elezioni comunali del 2009 fui nominata Assessora alla Scuola del Comune di Bologna. Mi adoperai, fin da subito, per potere incontrare due predecessori di chiara fama: Ettore Tarozzi (Assessore dal 1960 fino al 1975) cui veniva riconosciuto il merito di avere messo a punto il più poderoso investimento per le scuole dell’infanzia, di essersi adoperato per inaugurare la più gloriosa stagione del tempo pieno e per essersi inventato il febbraio pedagogico e Adriana Lodi (eletta in Consiglio comunale nel 1960, Assessora dal 1964 al 1969) che a Bologna i Nidi li aveva inventati.
Lo feci convinta del fatto che nessuna esperienza cominci mai da zero e certa di dovermi occupare di una delle politiche più significative del Comune in una delle pagine della storia più autentica e profonda di Bologna.

L'incontro con Adriana Lodi
Dell’incontro con Adriana conservo un ricordo vivissimo. In particolare la certezza, nel suo racconto, che lei non stesse facendo nulla di straordinario: la semplice conseguenza della sua più ampia storia personale intrecciata con quella del PCI e dell’impegno degli amministratori dell’epoca motivati dal volere costruire società più giuste e più eque; l’esito di un viaggio fatto all’epoca in Danimarca, in cui viveva un lontano cugino e dell’avere quindi potuto vedere di persona le prime esperienze educative praticate a Stoccolma*. 

40 anni di nido 
In questo breve scritto, mi limito a dire che a seguito di quell’incontro cominciò una frenetica attività per i preparativi delle celebrazioni del 40esimo compleanno del Patini il cui evento più significativo fu tenuto in quel primo asilo nido comunale (ancora oggi in funzione). II 9 novembre 2009 fu organizzato un pranzo ufficiale con i bambini e le massime autorità dell’epoca (Sindaco e Presidente di Regione tra gli altri), fu somministrato lo stesso menù per tutti (ricordo un risotto alla carota, squisito), alla presenza di Adriana Lodi e di Clio Napolitano. Successivamente furono premiate tutte le ‘dade’ che si alternarono al Patini nel corso dei decenni precedenti.

Il primo nido comunale in Italia 
Misi insieme i fatti ‘se il Patini fu inaugurato nel 1969, se successivamente Adriana Lodì fu eletta in Parlamento ed ebbe così modo di riprendere quella singolare esperienza (locale) bolognese trasformandola nella prima legge sugli asili nido comunali che questo paese conobbe (era il 1971), allora, mi dissi, è molto probabile che quella del Patini sia la prima inaugurazione in Italia di un nido comunale.
Invitai cortesemente il personale dell’assessorato ad avviare una piccola ricerca (piccola, perché, oggettivamente, all’epoca, di Nidi l’Italia ne contava davvero pochi) ed avemmo conferma: Modena inaugurò il suo primo asilo comunale poco dopo il Patini, Reggio Emilia molto dopo, il resto, non pervenuto. Fu così che capimmo che quella piccola esperienza locale, voluta quasi casualmente, era di fatto la primissima esperienza comunale italiana di servizi educativi rivolti all’infanzia; una esperienza pionieristica quindi, capace ancora oggi di dirci quanto preziosi siano i servizi diretti ai più piccoli abitanti dei nostri Comuni per  costruire comunità coese.

Nettuno d'Oro ad Adriana Lodi 
Per questa storia e per questo impegno, ad Adriana Lodi il 9 novembre è stato consegnato il Nettuno d’Oro, la massima onorificenza che il Sindaco assegna a persone che si sono distinte per particolari meriti. E’ stato fatto per ragioni molto simili a quelle per cui l’Università di Bologna le consegnerà la Laurea ad Honorem in Pedagogia il 3 dicembre p.v.: di fatto per essersi inventata i Nidi comunali.

L'importanza dei nidi per i bambini
Vale la pena qui, sottolineare le principali questioni celebrate con la consegna di quei riconoscimenti.
In primo luogo il fatto che i Nidi siano stati inventati e voluti da donne, nei Comuni italiani, all’epoca nella totale assenza di una legislazione nazionale. Una politica nata dal basso, voluta in primo luogo dalle donne, con un dialogo costante e serrato dentro e fuori alle istituzioni. Questo dialogo Adriana Lodi ha potuto condurlo, favorirlo, assicurarlo nel migliore dei modi. I nidi sono un servizio rivolto prevalentemente ai bambini e costituiscono, infatti, una vera e propria esperienza di crescita, mettendo a disposizioni le più innovative conoscenze pedagogiche. Non che prima non esistesse nulla. Ma con i Nidi comunali, quei servizi si trasformano da assistenziali ad educativi, seguendo una logica nuova secondo cui non esiste un’età sotto la quale non sia possibile apprendere e mettendo in evidenza come questo sia anche un ambito pubblico in cui le istituzioni devono fare fronte.

L'importanza dei nidi per la conciliazione
Più recentemente si è messo in evidenza un altro aspetto (positivo) dei nidi: si tratta di veri e propri servizi di conciliazione, in grado cioè di consentire agli adulti di conservare il posto di lavoro una volta diventati genitori. E poiché diventare genitori, prevalentemente (se non quasi esclusivamente) per le donne si trasforma in una vera e propria discriminazione in rapporto con il lavoro pagato,  l’Unione europea fissò al 33% delle nascite l’obiettivo minimo di nidi al fine di sostenere la conciliazione della vita familiare e lavorativa. Lo fece già nel lontano 2006, l’anno europeo delle Pari Opportunità. Ancora oggi (nel 2019) in Italia appena 24 bambini su 100 possono godere dell’esperienze educativa del Nido. A Bologna siamo quasi al 40%. E anche questo non è un caso, come Adriana Lodi ama sempre ricordare, questa è l’area metropolitana col maggior indice occupazionale femminile d’Italia.

I nidi come luoghi di democrazia 
Ma i Nidi sono anche servizi che vogliono garantire pari opportunità di un primo apprendimento e di inserimento dei bambini e delle loro famiglie nelle nostre società; sono il luogo per eccellenza in cui si apprendono quelle regole indispensabili per vivere in una società aperta, inclusiva, solidale, egualitaria, giusta ed eque, come la Costituzione ci invita a diventare; sono un primo contatto con quel mondo più aperto che abitiamo e di cui le famiglie sono parte integrante. Per queste ragioni vanno difesi e promossi. Oggi, anche, celebrati nella loro storia, lunga ormai mezzo secolo, di cui certamente Adriana Lodi è protagonista!


* Testimonianze dirette 
Di questo si possono trovare ancora oggi  anche sotto forma di documentazione video, tra cui segnalo:
LaFebbre del Fare, di Mellara e Rossi, Elephant Film, girato nel 2009 e pubblicato nel 2010
MammaVieni al Nido, l’intervista ad A. Lodi curata da Laura Branca dell’ottobre 2010
Pauranon abbiamo, di Andrea Bacci ed Eloisa Betti, del 2017.