Siriana Suprani racconta Adriana Lodi all'istituto Gramsci

Adriana Lodi
Adriana Lodi




Di Siriana Suprani 
Nel 2007 l’Istituto Gramsci Emilia-Romagna si trasforma da associazione in fondazione. In quella data Adriana Lodi entra a far parte del collegio dei fondatori dell’Istituto presieduto da Renato Zangheri. La nomina di Adriana Lodi nel collegio è dovuta senz’altro alla sua autorevolezza civile e politica, ma anche al suo rapporto di lunga data con il Gramsci. 

Da molti anni infatti usa i testi della biblioteca e i documenti dell’archivio per il suo lavoro e ha sempre riconosciuto di grande l’importanza il ruolo della Fondazione, a partire soprattutto da quello della conservazione dei documenti e della funzione di biblioteca aperta al pubblico. La familiarità con la lettura e lo studio, la ricerca tenace dei dati, la precisione nella ricostruzione dei fatti storici è parte integrante della sua formazione politica. Lei stessa ha sempre manifestato un certo rigore nella conservazione delle carte quali tracce e testimoni del suo lavoro e di quello del partito al quale apparteneva. Il senso del valore della storia del passato è un aspetto connaturato nella educazione comunista che si è tradotto anche nella sensibilità per la conservazione dei propri archivi. Adriana Lodi, formatasi culturalmente e politicamente nella esperienza del PCI bolognese dagli anni Cinquanta in poi ha, fatto propria questa visione delle cose che allora introduceva una idea pratica di riformismo progressivo che dalla riflessione politica passava alle amministrazioni locali. 
Gli archivi del PCI  
Dal 2007 il Gramsci acquisisce definitivamente gli archivi della federazione bolognese del PCI, comprese le carte del triumvirato insurrezionale degli anni ’43-45, e del comitato regionale del partito. Si avvia un lavoro di riordino e inventariazione che conduce nel giro di pochi anni alla consultazione pubblica delle carte. A conferma di quanto prima affermato, la presenza di documenti che testimoniano la lunga e diversificata attività di Adriana Lodi è rilevante e di grande interesse. Gli interventi, le relazioni, la corrispondenza, legati all’esperienza sindacale dell’età più giovane e al successivo periodo politico- amministrativo e poi parlamentare, non sono mai privi di dati, di valutazioni storiche, di approfondimenti, a prova di uno studio e di una riflessione ritenuti necessari per introdurre le proposte o le critiche su temi politici specifici. Da un suo racconto ho appreso, ad esempio, l’episodio di quando lei, giovane assessore al Comune di Bologna consapevole della propria necessità di formazione, pretese da Umbro Lorenzini, allora assessore con molta più esperienza di lei, una vera e propria lezione di alcune ore sul bilancio di una amministrazione comunale, introduttiva allo studio che poi lei stessa vi avrebbe dedicato.

I diritti delle donne
L’affermazione dei diritti delle donne, le politiche per la famiglia, la riforma della previdenza sociale sono gli ambiti dei quali Adriana Lodi si occupa nella sua lunga esperienza politica e che le carte confermano. Da come ha sempre coniugato studio e azione politica si conferma, secondo me, che quanto ha connotato l’esperienza politico-amministrativa del Pci a Bologna e in Emilia-Romagna non sia stata soltanto la “febbre del fare”, ma una volontà di conoscenza della propria realtà sociale e territoriale a confronto con quella nazionale ed europea, una capacità di analisi e di conseguente messa a punto di progetti migliorativi delle condizioni di vita sulla scia del riformismo socialista degli anni del primo novecento. Non fu dunque l’applicazione di un modello, ma la definizione progressiva di politiche di ricostruzione dopo la fine della guerra e della resistenza, praticate da un partito comunista nato sì all’indomani della rivoluzione d’ ottobre, ma fortemente ancorato, pur con molte contraddizioni, alla realtà italiana e alla parte occidentale dell’Europa.