Scuola d'infanzia obbligatoria e le strade per l'inferno...

 
BoNidi



Cronaca Bambina 
Dal 2023, annuncia la vice Ministro dem Anna Ascani, la scuola d'infanzia sarà per tutti e d'obbligo. Una buona notizia che chiude un periodo di "confusione". Una buona notizia che pone almeno tre domande.



Il vice ministro Anna Ascani

La scuola d'infanzia in Italia oggi è molto frequentata, ben consolidata, spesso gratuita ma non è d'obbligo. Una stranezza. Da uno lato lo Stato, fin dagli anni '70, si è speso e ha investito parecchie risorse per affiancarsi al privato, in particolare ai cattolici, che già gestivano il sistema 3-6 da tempo. Dall'altro lato la Pubblica Amministrazione ha mantenuto la "libera di scelta" se iscrivere o non iscrivere i propri figli a quella che comunemente chiamiamo "la materna". Oggi le cose cambiano. La deputata Dem annunciata sulle pagine del quotidiano Il Messaggero.  "...più che d'obbligo parlerei di un diritto da garantire a tutti i bambini ad andare a scuola fin dai tre anni, per poter accedere a questo step formativo e dell'educazione" e continua "Spesso infatti sono le famiglie più disagiate a non iscrivere i bambini all'asilo"   

Scuola d'infanzia in Italia: com'è?

In Italia abbiamo una distribuzione delle scuole d'infanzia che si aggira circa al 95% dei potenziali utenti. Una copertura molto superiore alla media Europa che si ferma al 70% dell'offerta. Una copertura ottima anche considerando che si prevede un calo di iscritti, dovuto ad un calo di nascite, nei prossimi anni. La retta è teoricamente pari zero, ma tra post e pre-scuola e sopratutto per il pasto il costo per bambino  si aggira in media tra i 50 e i 100 Euro mensili. Il privato ha invece un costo molto variabile tra i 200 euro, fino a 800-1000 euro. Infine oggi il pubblico accoglie circa 900 mila bambini, mentre il sistema paritario (scuole comunali e private) accoglie oltre 500 mila bambini.

Obbligo per tutto mantenendo: il sistema pubblico-privato.

La vice ministro conferma: per avviare una scuola d'infanzia per tutti è necessario mantenere il sistema misto (pubblico e privato). "l'idea è attivare convenzioni come già accade per gli asili nido nei singoli comuni

Tre domande aperte

La soluzione quindi è: gestire le scuole d'infanzia come i nidi. E in proposito formulo tre domande. Prima domanda: come si intende guidare il sistema pubblico/privato? E più precisamente a quale "modello" di sistema ci si vuole riferire? Sarebbe importante trovare riferimenti positivi che possano guidare un cambiamento nazionale. Oggi purtroppo il sistema pubblico-privato dei nidi è in forte affanno non avendo mai trovato una vera guida che potesse garantire un sistema integrato equilibrato. In giro per l'Italia gli esempi negativi sono molti. E quindi? Non si trovano soluzioni costruttive per quel che già è in essere e si pensa di estende lo stesso sistema anche alla scuola a livello nazionale? Seconda domanda: fare una scuola "per tutti" finanziando i soggetti privati sembra un controsenso. Pur comprendendo che l'accoglienza di oltre 500 mila bambini non può essere "gettata a mare" ci chiediamo come si possa far conciliare "per tutti" e sopratutto per i più bisognosi"  con "più soldi ai privati"? 

Terza e ultima domanda: l'UE fin dal 2002 (non da ieri) ci chiedeva di raggiungere la copertura di almeno il 33% per gli asili nido e di almeno il 95% per la scuola d'infanzia: come mai occuparci prima dell'infanzia, quando tutto sommato facciamo già molto bene, senza affrontare la questione dei nidi in cui siamo indietro anche rispetto a paesi che consideriamo "poveri" (come ad esempio la Romania)? In conclusione ben lieti che l'infanzia entri a pieno titolo nella scuola d'obbligo e quindi diventi gratuita (?) e necessaria per tutti, ma sarebbe bene capire come si intende perseguire questo obbiettivo, perché si sa, le strade dell'inferno sono lastricate di buone intenzioni.