I nidi di notte NON sono un progresso


Cronaca Bambina 
Aspettando la pubblicazione della nuova legge che regola i servizi educativi 06 nel Lazio avanzo alcune semplici, ma spero non troppo banali, osservazioni. Faccio osservazioni, è bene precisarlo, sulle poche informazioni che ho a disposizioni tra articoli di giornale, comunicati stampa lanciati dalla regione e commenti sui social.  La legge è stata annunciata con grande enfasi dai più, in lavorazione da 40 anni è nata, secondo il mio modesto parere, già stanca e più vecchia che innovativa.

Nuova legge 06 Lazio
Nello scorrere gli interventi delle sedute in commissioni prima, e in assemblea poi, si capisce che la legge è frutto di una grande mediazione tra diverse, e a volte opposte, visioni del sistema educativo 06. In generale è positiva e ricalca il decreto legislativo 65/17.I primi firmatari sono i due consiglieri Eleonora Mattia e Salvatore La penna.
Non ripeterò qui, quanto la legge sia "buona" e quanto fosse indispensabile, l'hanno già scritto in molti. Mi concentrerò invece su due grandi pecche, due nei, che denunciano una mancanza di coraggio per un vero rilancio sociale del sistema.
Un rilancio che con ogni probabilità si sarebbe infranto contro la dura realtà del sistema, ma la politica, non dovrebbe proporre, portare avanti anche nuove idee oltre ad affermare ciò che è già consolidato? La mia è una domanda, nient affatto retorica, che rimane sospesa qui.

Nidi di notte? Inaccettabili

Primo neo. La grande novità, annunciata in pompa magna, è quanto la legge accolga e riorganizzi i servizi in orari fuori dall'ordinario. Aprono di domenica, ad agosto, di sera e perfino alla notte!
Ma questa non è affatto una novità, questa non è una proposta avveniristica. E' il ritorno ad un brutto passato che speravamo di esserci lasciati alle spalle. Chiariamo se i nidi di domenica, ad orari diversi, anche serali, con le dovute tutele e routine, possono essere utili e auspicabili,(ci sono già in tante realtà) i nidi di notte, sono improponibili, senza se e senza ma. Un bambino tra zero e tre anni ha diritto di riposare la notte a casa sua!
E nel caso in cui non si possano tutelare i diritti dei lavoratori dai turni di notte, almeno quando i bimbi sono tanto piccoli, si potevano trovare altre soluzioni che tengono a mente che un bebè deve imparare anche ad addormentarsi in modo sereno e sicuro? Per imparare ciò hanno bisogno di routine, di orari e serenità. Addormentarsi una settimana al nido, tre settimane a casa, seguendo i turni di mamma e papà, non è educativo, non è dare loro una buona cura, non è un servizio all'avanguardia è una soluzione da disperati.
Domanda: Si potrebbe pensare a educatrici domiciliari per far fare la nanna al bebè a casa? anche questa non è una soluzione ottimale ma è meno peggio del nido di notte.

Nidi: tra pubblico e privato

Secondo neo: la legge non affronto l'annosa questione della gestione pubblico e privato. Eppure a Roma Capitale la questione è esplosa in modo evidente. se il sistema non è definito prima e regolato con cura, scoppiano poi pietose guerre tra due sistemi che dovrebbero essere alleati ma nei fatti non lo sono e non lo sono perché la politica non ha organizzato e governato.
Domanda: si poteva definire una percentuale di offerta minima di servizi pubblici e una massima di servizi privati? Si potrebbe ragionare su nuovi modi per affidare i servizi a gestori privati di modo che si garantisca continuità e stabilità di lavoro? Niente. Di questo grande problema non si fa menzione, almeno non nel comunicato.

Legge da Azzeccagarbugli

Infine e qui esagero, mi rendo conto, ma fatemelo scrivere: cosa  significa
"I nidi da servizio sociale a domanda individuale diventano un sistema di educazione integrato di educazione e istruzione"?
Cosa significa questa dichiarazione da Azzeccagarbugli?
Se i nidi non sono più servizi a domanda individuale significa forse che devono  essere garantiti a tutti i cittadini, come se succede per la scuola? No, nei fatti non significa questo.
Allora significa che diventando un sistema integrato nidi e infanzia si integrano con il resto della scuola? Direi che non significa nemmeno questo, perché la scuola rimane scuola e di nidi al Miur (fino ad ora) non sembrano nemmeno ricordasi che esistono. Non è un caso che mancano ancora le linee guida per la riapertura post emergenza.
Infine se il nido è un sistema educativo non si capisce perché dovrebbe sostenere in particolare le donne che lavorano. (come recita il comunicato) E le donne che studiano? Quelle che cercano lavoro? E poi non sono un sistema per tutta la famiglia?
Concludo. Dopo 40 anni di lavoro, francamente, mi aspettavo qualcosa di più, qualcosa che portasse novità sostanziose e non un semplice ricalco, passo, a passo della legge nazionale sullo 06. Legge che nei fatti, fino ad ora, ha cambiato molto poco.