Cronaca Bambina
Le difficoltà affrontate durante il lockdown e la riapertura
Per riaprire in sicurezza le strutture sono state risistemate negli spazi, ma sopratutto hanno dovuto assumere nuovi educatori e personale di servizio. Alcuni hanno dovuto scegliere di ridurre il numero dei bambini. Alcuni responsabili, intervistati, hanno dichiarato di essere rimasti senza stipendio e di aver dovuto mettere i dipendenti in cassa integrazione.
Quanto è aumentato il servizio in media?
In media l'aumento si è aggirato introno al 6%, circa 36 euro in più al mese. Se la media si calcola considerando tutti gli asili nido, compresi quelli che non hanno aumentato o addirittura hanno abbassato le tariffe, l’aumento è del 3%, pari a circa 18 euro al mese. La retta considerata comprende il costo del pasto e della tassa di iscrizione. nell'indagine è stata privilegiata la tariffe che prevedevano l’orario più lungo e comprende il pasto. Se lo scorso anno un bambino spendeva 541 euro per la frequenza in una fascia oraria tra le 4 e le 6 ore, quest’anno spende 557 euro. Per le fasce da 6 a 8 ore e per quelle oltre le 8 ore le tariffe sono aumentate, rispettivamente da 587 euro a 608 euro e da 680 euro a 696.
Le tariffe a seconda dell'isee
Secondo l'indagine le rette stabilite dal Comune, in base al valore dell’Isee, o senza Isee, le rette sono diverse da Comune a Comune, così come le agevolazioni. Sono state simulate ipotesi di isee per capire i costi. Emerge che i nidi comunali di Reggio Calabria sono i meno cari per tutte le fasce di reddito.
Pescara e Padova sono le città più care per i redditi bassi (con una
dichiarazione Isee di 10mila euro, la retta mensile è di 175 euro a
Pescara e 188 euro a Padova. Milano mantiene tariffe economiche per i redditi bassi (103 euro), ma elevate per i redditi dai 30mila euro di Isee in su.
Fonte Altroconsumo
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