La Parola ai Bambini...
Oggi incontro Giuseppe Colacino che frequenta l'ultimo anno della scuola d'infanzia statale Vittorio Emanuele di Pordenone. Giuseppe racconta di giochi, di libri, di amicizia e di scuola e di come è cambiata quest'anno al tempo del Covid. Ma parliamo anche di paura, di buio e di morte. Verso la fine del nostro colloquio, si è aggiunta anche la preziosa testimonianza di Vittorio che frequenta la stessa scuola ma è al primo anno. Giuseppe e Vittorio sono fratelli di Antonio, l'ultimo nato che però stava dormendo, e non è intervenuto nel nostro colloquio. Allora diamo la parola ai bambini e buona lettura!
Ciao Giuseppe iniziamo la nostra intervista. Io ti farò domande ma qui non ci sono mai risposte sbagliate, c'è solo quello che pensi tu. Va bene? Iniziamo?
E certo a me piacciono tantissimo le domande.
Bene. Allora ti ricordi il periodo del lockdown quando non si poteva uscire di casa?
No, non mi ricordo, questa non la so.
Vuoi raccontarmi della scuola? Quest'anno è un po' diversa dal solito.
E già c'è il Corona. Ma noi festeggiamo il Carnevale e io mi vesto da Mignon e ho un costume bellissimo!
Anche a me piacciono i Mignon. E' il tuo cartone preferito?
Non so, a me piacciono diversi cartoni, ce ne sono tanti molto belli.
Avete fatto altre feste a scuola?
A Natale, ma non ricordo bene.
A scuola cosa fate di solito?
Leggiamo i libri che però non è che piacciono tanto, ma mi piacciono i dipinti che ci fa vedere la maestra.
Cosa vi ha fatto vedere?
Un dipinto della notte dove c'è un uomo che volava su, su nel buio, l'ho disegnato a casa. A me piace molto la notte.
Perché?
Perché è bella tranquilla. Ci sono le stelle. C'è un bel silenzio...Il giorno è troppo pazzarello.
Con chi giochi a scuola: hai degli amici speciali?
Io gioco sempre con Elio. Lui è il mio amico.
Che giochi fate insieme?
Tanti. Li invento io e sono sempre diversi.
Giocate anche in giardino?
Si, certo dentro è un po' noioso. Noi usciamo quando non ci sono i piccoli e i medi o quando piove, o fa troppo freddo.
Uscite divisi?
E certo c'è il Corona.
E allora è un po' diversa la scuola di quest'anno...
Un po', però facciamo storielle, lavoretti, dipinti, a volte no, perché ho la febbre e devo stare a casa anche adesso che sono grande.
Quanti anni hai?
Ne ho fatto sei a gennaio E quest'anno i nonni mi hanno regalato un libro bellissimo, ma non te lo faccio vedere perché fa un po' paura.
Ma è un libro sulla notte?
E si, e ci sono i mostri che escono da tutte le parti. Lo vuoi vedere?
Molto volentieri. (Giuseppe mi mostra il libro ...) E me lo leggi?
Va bene però se hai paura dimmelo eh! I mostri sono fortissimi perché mangiano le persone. Capito? (Giuseppe apre finestrelle, tira pezzi di cartone da dove sbucano fantasmi, pipistrelli e tutto il corredo di cose spaventose)
Ma è davvero spaventoso!
E già è la casa del signor M. Non ti dico tutto, tutto perché fa davvero molta paura.
Ma sai già leggere? Te lo hanno insegnato a scuola?
Ma no, è la mamma che me lo legge e dopo io lo so.
Ma a te non fa un paura?
E un pochino perché qui c'è la danza dell'orologio e poi si muore. Ma tutti quando sono molto, molto vecchi, purtroppo si muore. Ma a me piace perché fa anche un po' ridere. L'hanno fatto così per i bambini.
Ho capito e quindi a scuola non imparate un po' a scrivere?
No, però io so fare il mio nome e poi l'ho colorato. Lo vuoi vedere? Ma non so dov'è.
Non importa raccontami ancora cosa fate a scuola?
Cantiamo le canzoni del Carnevale, facciamo le filastrocche sugli gnomi, coloriamo le pagine e poi leggiamo i libri, ma non quelli dei mostri che mi piacciono tanto, e non me li fanno nemmeno disegnare.
Perché no?
Non lo so, forse perché ai miei amici non piacciono o forse perché fanno troppa paura, però a me piacerebbe i libri dei mostri. Ora sono un po' stanco e forse il telefono si sta scaricando, però mio fratello voleva salutarti.
Va bene. Grazie Giuseppe per le belle risposte.
Lo schermo del telefono si riempie del viso di Vittorio che mi fissa.
Ciao Vittorio mi vuoi raccontare anche tu qualcosa delle scuola?
E si, io gioco tanto a scuola.
Con chi?
Gioco con tutti e poi con E, a volte con L, però con lui gioco se diventa buono.
Perché è un po' monello L?
Prima picchiava e io l'ho detto anche a Giuseppe che picchiava.
E perché picchiava?
Perché suo fratello lo picchiava, ma ora va meglio e non picchia più.
E a cosa giochi a scuola?
Con i mattoncini, poi mi piacciono i cani e i gatti anche se il mio animale preferito è il pipistrello.
Vittorio dimmi un po' ti piaceva di più andare al nido o la scuola di quest'anno?
La scuola nuova! Io ho già capito come si fa a giocare con gli amici ed è bello.
Adesso però io vado a vedere i cartoni con Giuseppe.
Va bene grazie Vittorio dei tuoi racconti sulla scuola.
Laura Branca
a figura professionale che si dedicasse all'educazione della creatività. Malaguzzi ha avuto la capita di capire che nulla più delle creatività, che c'è in ogni individuo, può educare il bambino ad una semplice verità: ad un domanda le risposte possono essere tantissime. Questo l'arte ce l'ha dimostrato in tutti modi e in tutte epoche. L'artista è colui che ad una domanda ha dato una risposta imprevedibile, dirompente, che spesso è sembrata assurda a tutto il resto del mondo.
La filosofia di Bruno Munari
Munari è un'artista che ha dedicato gli ultimi vent'anni della sua attività ai bambini. Più esattamente l'ha passata ad educare i bambini alla creatività. L'ha fatto mettendo al centro dei suoi laboratori le capacità, la fantasia e l'intuito dei bambini. Ad una domanda "proviamo a fare un albero" non c'è una sola risposta possibile: tanti alberi, in fila, tutti uguali, ma tanti possibili modi di disegnare un albero sempre diverso ma pur sempre albero.
Il metodo Montessori
Un'altra grande figura dell'educazione Maria Montessori ci ha spiegato, sia in teoria, che in pratica, che al bambino piace lavorare e fare da sé. L'unico compito dell'educatore è di lasciar fare ai bambini ai quali si può affidare un lavoro anche un creativo dedicato alla pasqua, guidando e contenendo, mai facendo al posto del bambino e senza suggerire cosa deve fare.
Le linee guida della scuola d'infanzia
Lasciando il mondo dell'educazione alto e procedendo su un piano più comune leggiamo: "La scuola dell’infanzia mira altresì a sviluppare la capacità di esprimersi e di comunicare attraverso il corpo... secondo immaginazione e la creatività". Sono queste le parole scritte nelle linee guida dedicate alla scuola d'infanzia. L'immaginazione e la creatività si possono sviluppare nella realizzazione meccanica di tanti coniglietti o pulcini tutti uguali? Seguendo poi quale metodo educativo si fanno questi lavoretti? E per la soddisfazione di chi, Dei maestri, dei genitori o dei bambini?