Umbria il consiglio di Stato chiude nidi e infanzia: le nuove varianti potrebbero essere contagiose anche per i bambini

 
scuola materna



Cronaca Bambina 

Vince la prudenza e i nidi e le scuole d’infanzia dell’Umbria rimarranno ancora chiusi almeno fino al 21 febbraio. Ricapitoliamo i fatti perché la faccenda è piuttosto complessa e riguarda consiglio regionale, il Tribunale amministrativo regionale (Tar) e il Consiglio di Stato.

La questione legale

Il 6 febbraio la regione aveva emanato un decreto in cui si disponeva la necessità di chiudere tutte le scuole di ogni ordine e grado almeno fino al 21 febbraio nei comuni entro la zona rossa nel perugino o a Foligno.

Il 13 febbraio il Tar dell’Umbria sancisce invece che lo ZeroSei, nidi e scuole d’infanzia, dovessero venir riaperte entro il 15 febbraio. E mentre i diversi comuni coinvolti in questa nuova scelta tentanto di organizzarsi, ieri il Consiglio di Stato conferma nuovamente la scelta della chiusura anche per lo 06. 

Questi sono i fatti molto in sintesi, ma al di là di ordinanze e pronunciamenti, la cosa interessante che rimane da osservare sono le motivazioni per si chiedono le aperture e le chiusure.

Il comitato A scuola, un genitore e il Tar

Il Tar accoglie la richiesta di un solo genitore, mentre i ricorrenti, genitori facente parte del comitato A scuola  erano 50. Il genitore in questione chiedeva l’apertura immediata della scuola dell’infanzia per suo figlio e il tribunale accoglie le motivazioni “sia nella preclusione a carico dei discenti della essenziale formazione scolastica” sia nelle “possibili ripercussioni sul rapporto di lavoro dei genitori: con la regione in zona arancione, è preclusa la fruizione del congedo per motivi familiari e può comportare in alcuni casi anche la perdita del posto di lavoro”.

Umbria zona arancione e alcuni comuni in rosso scuro

Infatti la regione è in zona arancio, ma ha alcuni comuni “isolati” in zona rossa scura. La divisione di colori sta creando non poche difficoltà logistiche e non solo per i genitori e i cittadini ma per l'organizzazione dei servizi pubblici.

La gestione dei comuni di fronte alla prospettiva di riapertura

Alcuni Comuni avevano già programmato le riaperture per oggi, o per domani, altri, visti i numerosi contagi, avevano comunque deciso di mantenere la chiusura tra questi c'è il comune di Perugia. nell'ordinanza del sindaco si legge: 

ronavirus, a Perugia 1012 nuovi positivi in 12 giorni: ordinanza del sindaco, chiusi asili e scuole materne
"...in età 0-6 anni risultano 58 positivi nel mese di dicembre mentre da gennaio al 12.02.2021 risultano 157 positivi". 

"Si registra pertanto una maggiore diffusione del virus, rispetto al passato, anche nella fascia di età più giovane, presumibilmente dovuta alle mutazioni del virus Covid-19 note come varianti inglese e brasiliana i cui focolai si sono di recente accertati proprio nel perugino".

La riorganizzazione per la riapertura ha visto impiegare, in alcuni contesti, anche le forze dell'ordine, ad esempio. per la sanificazione dei locali.

Il decreto cautelare del Consiglio di Stato

Il decreto cautelare emesso lunedì 15 febbraio dal Consiglio di Stato (qui il provvedimento) ha dunque accolto l’istanza della Regione Umbria ribaltando il pronunciamento del Tar. 

Sono varie le motivazioni alla base della decisione “Il dipartimento di prevenzione del ministero della Salute ha evidenziato che la cosiddetta ‘variante inglese’ a causa della maggiore trasmissibilità deve imporre l’isolamento di focolai e che vi è stata evidenza di aumento di contagi della ‘variante inglese’ tra bambini e adolescenti; a seguito di tale indicazioni scientifiche, e della classificazione come ‘zona rossa rafforzata’ del territorio perugino, appare coerente la misura di sospendere fino al 21 febbraio 2021 anche i servizi scolastici per l’infanzia; in particolare per questi ultimi, è noto, che i bambini presenti nei locali degli istituti, vista la giovane età, sono esentati dall’obbligo delle mascherine, ma non per questo essi appaiono – dalle sopracitate evidenze scientifiche sulle ‘varianti’ del virus apparse in regione – immuni dal periodo di contagio, con connesso rischio di trasferimento in ambito familiare; tutto ciò considerato, va accolta l’istanza cautelare, con il conseguente ripristino, fino al 21 febbraio 2021, della efficacia dell’ordinanza di chiusura temporanea anche degli istituti per l’infanzia e nidi, impugnata in primo grado dalla signora».

A Gubbio dove i nidi e le scuole avevano già riaperto il sindaco dichiara:

Impossibile non soffermarsi sul gran caos di questa situazione, nonché sulle ricadute negative in termini di disorientamento anzitutto sui bambini, sulle loro famiglie, sugli operatori e sulle operatrici dei servizi. Questo balletto al quale stiamo assistendo è abbastanza avvilente e noi sindaci ne siamo vittime”.

Per ovviare al problema lavorativo, la Regione Umbria, ha approvato un apposito bonus baby sitter, che dovrebbe, almeno teoricamente, ovviare o per lo meno mitigare, il problema per le famiglie.