Libri erotici recapitati alla scuola d'infanzia: scoppia lo scandalo.

 



Cronaca Bambina 
E' stato un errore seguito da scuse pubbliche. Un errore decisamente bizzarro quello di far recapitare a scuola (d'infanzia e primaria) dei libri con immagini esplicitamente erotiche.
 
I fatti 
 
Le vicende si sono svolte a Fiumicino e risalgono a qualche giorno fa. 
La protagonista e responsabile dell'errore è la Fondazione Benetton che per festeggiare il centenario della nascita di Gianni Rodari, ha donato alle scuole di Fiumicino  un camion pieno di libri d'arte, esattamente 9 mila volumi.  
Tra questi volumi però vengono recapitati anche cataloghi con immagini sessuali non adatta ad un pubblico di bambini. 
 
La reazione degli adulti
I genitori scandalizzati chiedono chiarimenti alla scuola, la scuola risponde che si tratta di immagini artistiche. 
Interviene il consigliere leghista Vincenza D'intino che grida allo scandalo e sui social  scrive "...Il vostro progressismo rasenta la follia. Sono solo bambini di 4-5 anni, possibile che non avete nessuno scrupolo? Possibile che il vostro odio non si ferma nemmeno davanti a dei bambini innocenti? Chi avrebbe dovuto controllare che questo “crimine” non si commettesse dov’era?" (La Stampa)
A questo punto interviene l'onorevole Paola Binetti Udc, già neuropsichiatra infantile, già docente alla Cattolica nonchè componente della Commissione parlamentare la bicamerale d'Infanzia: che si indigna dell'errore commesso. 
E infine prende la parola Carla Garlatti Garante dell'Infanzia nazionale che definisce la vicenda gravissima e chiede di fare chiarezza sulle responsabilità quanto prima. 
La fondazione Benetton chiede scusa pubblicamente e  dichiara che si è trattato di un errore e che solo accidentalmente questi cataloghi  sono finiti tra i libri destinati alla scuole.    
    
Le immagini  erotiche
Ma che immagini ci sono in questi libri? 
 
Tra quelle pubblicate online (scelte tra le più piccanti) troviamo: un grande pene rosa, con marcati contorni neri che lo definiscono nettamente dallo sfondo, addobbato con una  corona d'oro,  c'è anche un altro pene, tracciato con una linea di contorno leggera, in perfetto stile "scarrabochio". 
 
C'è il "ritratto" di una vagina, definita con poche pennellate che potrebbe essere, anche altro perché si capisce  cos'è, solo se contestualizzata. 
Vediamo una donna nuda a gambe aperte. L'immagine è tratteggiata con tante pennellate rosse e fitte. Anche in questo caso è un'immagine ricostruita nella mente di chi osserva e potrebbe essere anche una donna seduta o altro... 
 
Infine c'è un disegno in bianco e nero dove una donna nuda si volta verso un enorme pene, anche questo stilizzato e definito con pochi tratti e accanto al pene (forse è questo può turbare e certo ritenersi offensivo per i cattolici) una croce cristiana. (Potete vederle tutte da Leggo)

Alcune osservazioni 
 
Le immagini non sono adatte a dei bambini, artistiche, o non artistiche, che siano e i libri vanno esclusi dalla consultazione degli studenti delle scuole e questo è certo. 
Ma una volta chiarito che si è trattato di un errore, l'incidente avrebbe potuto anche "morire" nel silenzio, perché queste immagini per quanto esplicite e inadatte ad un pubblico di bambini non sono "un crimine" contro la sensibilità dei piccoli e  non sono un trauma, a meno che noi adulti non lo facciamo diventare tale.
 
Ad ogni modo questa storia è interessante perché ci racconta molte cose. 
 
Primo è saltato completamente il dialogo tra genitori e scuola.  E se così non fosse stato la cosa si sarebbe smontata in poco tempo.
La scuola non avrebbe dovuto trincerarsi dietro "sono immagini artistiche"  Saranno anche artistiche ma rimangono inadatte al pubblico e al contesto scuola.
L'educazione sessuale non ha mai trovato una vera definizione a scuola e anzi nel tempo è stata sempre più respinta. Oggi nel 2021 se tutto va bene si risolve con una lezione in terza media! 
E questo è semplicemente intollerabile. 
I bambini hanno bisogno di poter fare domande e hanno bisogno di risposte adeguate su tutto Non possiamo lasciare questo delicato tema alla formazione dei singoli magari lasciati solo in rete.
 
Secondo. La scuola ha mancato di assolvere ad un ruolo fondamentale di sua competenza: quella di educare. 
Di fronte a domande e  indagini dei piccoli studenti le insegnanti avrebbero solo dovuto spiegare che quei libri erano finiti lì per caso, per errore, e gentilmente, senza reazioni forti o esagerate, avrebbero dovuto spostare l'attenzione della classe ad altre immagini chiudendo "il caso".
 
Terzo: Se è pacifico che queste immagini non sono adatte a dei bambini, è anche vero che di immagini simili ce ne sono tante e sono facilmente raggiungibili. 
Dove? 
Nei musei dove si trovano dipinti, anche antichi, con donne nude e lascive (ad esempio Maria Maddalena) ci sono falli a profusione ad esempio dipinti da Goya, da Picasso, da Kokoskja, Egon Schiele, da Brughel il vecchio e anche da Guilio Romano nel bellissimo Palazzo Te di Mantova ...
Ma anche le strade sono piene di falli stilizzati, di  pubblicità più o meno esplicite, in  Tv e in rete il porno abbonda... e infine in moltissime delle nostre chiese la  Madonna è rappresentata circondata da putti che formano una mandorla, ecco quella mandorla è per l'appunto la vulva rappresentata fin dal Medio Evo. 
 
Quarto e ultimo punto. Queste immagini sono giudicate (e condannate) da un pubblico adulto. Dubito che la maggior parte dei bambini tra i tre e i sei anni possano interpretare queste immagini per quello che sono. 
Queste immagini pur esplicite e inadatte a dei bambini sono "chiare" per un adulto, esperto e assuefatto a codificare immagini sessuali.
 
Concludo         
Insomma a me pare che questa vicenda ci racconti e ci sveli ancora una volta quanto il punto di vista dei bambini non sia considerato e venga sovrastato dallo sguardo "adultocentrico" che parla a nome dei bambini ma parla a se stesso e alle proprie fobie.
La curiosità per il sesso e per il corpo che cambia se viene respinta, castigata, eliminata si ripresenta molto più forte e in modo poco sano.
Non lo affermo io, ma un certo Dottor Freud. 
Forse è il caso di tornare a parlare a chiare lettere di educazione sessuale senza aspettare la terza media.
E forse è il caso di ricordare alla nostra Garante dell'Infanzia, alla deputata Binetti che si è il caso di affrontare per il tema e di riportarlo in un discorso pedagogico senza scandalizzarci troppo. Anche questo è un tema urgente.   
 
Laura Branca