Riaprono le scuole tra gioie e preoccupazioni

 
bambino scrive alla lavagna



Pensieri e Parole
Domani riaprono le scuole. Scruto questo ritorno con le orecchie tese e un certo disagio. Dalla casa veglio sul ritorno limitandomi alle reazioni di figli e nipoti sparsi tra Toscana, Emilia Romagna, Lombardia e Veneto, tra nidi e Università.



C'è chi è felice

Mio nipote salta di gioia incorniciato nel video del pc mi mostra la motoretta elettrica che papà gli ha regalato per pasqua. Poi mi dice che lui è felice perché va a giocare con gli amici del nido.
Anche la sorella è felice di ritornare, di rivedere le maestre (dei compagni non mi parla) ed è felice di smetterla con le video lezioni! 
E' in prima elementare e nonostante tutto ha imparato a scrivere. Mi fa vedere quaderni pieni di parole "scritte in stampato tutto grande". 
Mia figlia saluta la cuginetta e si prepara al rientro alle medie, mentre l'altra figlia si rode d'invidia perché lei invece continuerà a stare "a casa con gli anziani" (gli anziani siamo noi genitori!) Lei si rode ma si sente grande come le altre cugine  sparse per l'università di Veneto e Toscana che continueranno da remoto, ma stanno a casa con gli inquilini e si divertono (non mi rimane che immaginare). 

Mentre osservo e ascolto felicità e nostalgia, cerco di dimenticare le notizie sulla nuova variante Giapponese che resiste ai vaccini, cerco di scordare lo studio sulla sicurezza delle scuole pubblicato da The Lancet
 
Le scuole vanno riaperte se... Ripenso mentalmente l'elenco delle raccomandazioni sugli spazi, i distanziamenti, l'igiene, agli orari scaglionati, sull'areazione, i piccoli gruppi...ripenso alle polemiche sui contagi: dentro, fuori, in prossimità? Come se davvero facesse la differenza il dove... 

Ripenso al pronto soccorso che ho visitato un mese fa, al tossire continuo degli anziani in fila e cerco di scordare tutto. 
 
Cerco di seguire l'entusiasmo di questo rientro, che in casa sarà parziale, e in Italia coinvolgerà MLN di persone. 
 
Sono preoccupata non solo per i contagi ma anche per la mancanza continua di una visione lucida della realtà offuscata dai desideri, dalle paure e dagli interessi.