Quando il bando per il nido è al massimo ribasso. La denuncia delle cooperative


 
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Cronaca Bambina 

Alleanza delle cooperative Basilicata in una coincisa nota torna a chiedere che si ritiri la gara per l’affidamento dei nidi aziendali destinati ai figli dei dipendenti della Regione Basilicata, dell’azienda ospedaliera San Carlo di Potenza e dell’università. Un trio di nidi aperti per favorire le politiche di sostegno delle madri lavoratrici e delle studentesse madri. Dei nidi che aperti ad accogliere dei bambini compresi tra i 12 mesi e i 36 mesi. Purtroppo però le risorse messe a disposizione non solo sono scarse ma non riescano nemmeno a coprire le spese di gestione. Una storia che abbiamo incontrato in diversi contesti. Uno tra i primi più clamorosi esempi di bandi al totale ribasso li abbiamo incontrati a Roma guidata dalla giunta Alemanno nel 2011. Un modo di gestire i nidi che purtroppo ha fatto storia e continua a prosperare.

Di seguito la nota.


La nota

Era infatti il 14 febbraio 2020 quando, in una nota ufficiale alla Suarb, l’Alleanza delle cooperative sottolineava come l’importo a base d’asta determinato, nel caso di un numero ottimale di bambini iscritti e di frequenza in tutti i giorni di apertura dell’asilo, non consentiva la copertura del costo del personale impiegato e, a maggior ragione, il recupero delle spese di allestimento e di gestione delle strutture. 

Alla nota non è mai seguita una risposta.

Nel frattempo la procedura è andata avanti a colpi di proroghe, ma senza apportare nessun correttivo e senza nemmeno adeguare il vecchio carente impianto di gara alle nuove normative anticovid relativamente al costo dei materiali di consumo, a cui come minimo andrebbero aggiunti i dispositivi di protezione individuale, e alle specifiche operazioni di sanificazione dei locali.

Mancano le date

È come se la stazione appaltante chiedesse ai partecipanti alla gara di scommettere sulla fine immediata della pandemia e delle relative disposizioni normative. Nella procedura non è infatti specificata nessuna data, nemmeno presunta, di avvio del servizio e risulta per di più che i locali individuati dall’azienda ospedaliera San Carlo siano attualmente utilizzati per servizi di tipo ambulatoriale, dopo essere stati prestati alle vaccinazioni prima dell’allestimento delle tende Qatar.

Così configurato, il bando impedisce pertanto di impostare una seria progettualità e chiude le porte alla cooperazione che rispetta i contratti nazionali di lavoro e si conforma rispettosamente ai manuali regionali di autorizzazione dei servizi socio assistenziali.

Al contrario, stimola le corse selvagge al massimo ribasso che compromettono le condizioni dei lavoratori e ricadono inevitabilmente sui bambini e sulle famiglie che usufruiranno del servizio. E qui si parla di servizi all’infanzia, per giunta in luoghi istituzionali.

Per quanto detto, qualora le richieste di modifica non venissero accolte, l’Alleanza delle cooperative Basilicata si vedrà suo malgrado costretta a porre in essere azioni a tutela delle sue associate”.