La scuola non è una necessità.

 
Lavorare riposa



Lavorare riposa 

Tempo di elezioni, tempo di mobilitazioni.

Domenica 3 e lunedì 4 ottobre 2021 si torna alle urne per le elezioni amministrative in 1192 Comuni italiani.

Altri 107 Comuni saranno impegnati nei medesimi incombenti qualche giorno dopo, tra il 10 e l’11 ottobre 2021. Ebbene, in quel periodo si consumerà quello che ritengo l’ennesimo schiaffo alla scuola perpetrato da una classe politica e dirigente imbalsamata: dopo nemmeno un mese dalla riapertura, dopo due anni faticosissimi in cui la didattica in presenza è stata sofferta e singhiozzante, la scuola subisce un altro stop per allestire e dismettere i seggi elettorali.

Per credere nel valore politico... 

Uno scandalo che, a questo punto, non può non suscitare profondo sdegno anche in chi continua a credere nella valore della politica.

Persino la tanto vituperata Azzolina, nell’ormai preistorico febbraio - marzo 2020, era arrivata a capire la necessità di dare un segnale politico al mondo della scuola e alle famiglie e aveva proposto, in piena pandemia e con le scuole serrate, che i Comuni si organizzassero affinché i seggi elettorali venissero spostati in luoghi diversi dalle scuole, così da non dovere più sospendere le lezioni.

In realtà, nell’autunno 2020 si sono tenute le elezioni regionali e nulla è cambiato: scuole chiuse, lezioni sospese e tanti saluti. La scuola non era la priorità.

Ma c’è chi insiste sul tema

È addirittura il M5S che riesce a inserire un bel emendamento nel Decreto Sostegni 1, col quale vengono stanziati € 2 ml di fondi ai Comuni che – badate bene! – ne facciano richiesta.

E come si conclude la vicenda? Solo 117 Comuni manifestano l’interesse e accedono al Fondo, la cui erogazione è subordinata all’attestazione dell’avvenuto trasferimento dei seggi da parte dei Comuni.

Ripeto: solo 117 su più di 1300 Comuni coinvolti nelle elezioni amministrative.

Aderiscono prevalentemente piccoli Comuni come Fara San Martino in Abruzzo, Cancellara in Basilicata, San Pietro a Maida in Calabria, Eboli in Campania, Pordenone, Porpetto, Sauris in Friuli, Latina e Amatrice nel Lazio, Borgio Verezzi in Liguria, Alzano Lombardo, Rho in Lombardia, Gradara nelle Marche, Novara in Piemonte, Casalnuovo Monterotaro in Puglia, Siena e Castiglione della Pescaia in Toscana, Spoleto in Umbria, Montagnana, Este in Veneto, e altre.

Ma, attenzione! Partecipano anche città più grandi: Torino, Bologna, Roma addirittura!

Le testate giornalistiche emiliano – romagnole, in particolare, danno ampio risalto alla solita virtuosa città di Bologna, uno dei 47 Comuni in cui si terranno le elezioni, che non perde un colpo e sta sempre sul pezzo!

Ebbene, che succede a Bologna?

Il Comune fa domanda per il Fondo ed entro il 15 luglio 2021 deve identificare gli spazi alternativi agli istituti scolastici, dopo di che la Prefettura deve consegnare l’elenco al Viminale.

L’incastro appare già macchinoso, tanto che, già nel corso della balbettante udienza della Commissione Istruzione del 10/06 u.s,. al termine del secondo ciclo scolastico in emergenza pandemica, compaiono le difficoltà nel reperimento di spazi alternativi, dovute soprattutto alla impossibilità di disgiungere i seggi elettorali, alla necessità di reperire spazi di proprietà pubblica molto vasti, etc....

Si badi, però, che in previsione delle elezioni amministrative, un nutrito gruppo di associazioni e sindacati (Priorità alla Scuola, Cinnica, Scuola e Costituzione, Cisl Scuola, FLC Cigl) aveva già ribadito l’urgenza di provvedere in tal senso.

Poca (prevedibilissima) mossa durante i mesi estivi: non si riesce a reperire gli spazi.

L’aria che tira non è buona, tant’è che Elena Gaggioli, assessore uscente del Comune di Bologna, con deleghe alle politiche per gli adolescenti e Presidente della Commissione Elettorale Comunale, non rilascerà più alcuna dichiarazione durante l’estate e nulla replicherà nemmeno quando, ad anno scolastico avviato, verranno resi noti gli strabilianti risultati ottenuti dal Comune di Bologna: al Quartiere Navile si è riusciti a spostare 4 seggi dalla Scuola Primaria Casaralta; 2 presso la Casa di quartiere Montanari e 2 al Parco della Zucca, per il resto vuoto, nulla, deserto! (direbbe un ben più ispirato Alex Drastico).

La spinta (non ascoltata) della cittadinanza

Nemmeno questa volta, dietro la spinta della cittadinanza, di parte della politica attiva, del clamore suscitato dalle numerosissime criticità mostrate dalla scuola in periodo di crisi, si è riusciti a fare un cambio di passo.

Nemmeno questa volta, in cui c’erano addirittura i fondi per farlo, e bastava organizzarsi prima, molto prima, per non arrivare impreparati in maniera imbarazzante al pieno periodo estivo alla ricerca degli spazi.

Invece, per la maggior parte dei nostri studenti bolognesi le lezioni saranno sospese per dare priorità al fondamentale diritto di voto dei cittadini.

L’altro fondamentale diritto, quello all’istruzione, (secondo loro) può ancora attendere.

Caterina Burgisano