Maestre contrarie al green pass. In dialogo con l'avvocato

 
maestritudine


 
 
Non chiamarla scuola materna

Sono una maestra che si è vaccinata subito e che è a favore del Green Pass, vorrei cercare di capire, pur non condividendo: che cosa scatta nella mente di una mia collega che non ha il Green Pass, e che magari è contraria ad una vaccinazione che oso ritenere necessaria ed indispensabile per lavorare in una comunità formata da minori?

Qui non esprimo giudizi personali, mi reputo unicamente un filtro, in quanto conosco, per ragioni lavorative, entrambe le versioni- dei No Green Pass e dei Sì Green Pass. Per tutti questi motivi oggi (l'intervista è stata raccolta il 10 settembre) ho deciso di incontrare e intervistare un avvocato impegnato a difendere molte colleghe maestre. Con parole semplici ci spiega e ci racconta il punto di vista di molti contrari al certificato verde. 

Mi sembra di capire che non tutti i No-Green Pass siano anche No-Vax, è corretto?

Sì, molti No Green-Pass non sono a tutti gli effetti contrari ai vaccini: un grosso numero di questi si sono effettivamente vaccinati in passato anche per altre patologie, molto più che altri soggetti; in questo momento essi sono contrari ai vaccini RNA che vengono ora distribuiti alla popolazione contro il Covid, il vaccino Pfizer ed il vaccino Moderna.

Per quale motivo sono contrari?

Le perplessità dei No- Green Pass sono molteplici e riguardano i casi avversi che si sono verificati ed anche gli effetti a lungo termine che riguardano specialmente i più giovani. Alla base del pensiero dei No-Green Pass fondamentalmente non si può imporre, anche idirettamente, l’obbligo su un farmaco che non è stato verificato al 100%. Non è quindi una contrarietà alla vaccinazione in generale ma dei dubbi rispetto ad un farmaco su cui non ci sono ancora dati precisi e che è stato autorizzato in via emergenziale. Vi è inoltre anche sfiducia verso le istituzioni come l’OMS e l’Agenzia del farmaco EMA che per esempio sul vaccino Astrazeneca hanno cambiato idea e versione varie volte. Per esempio, a San Marino il vaccino Sputnik ha avuto 0 effetti collaterali, perché l'Ema non ha proceduto a commercializzarlo? Vi è poi tutta la questione relativa al poi Comitato fondato dal Collega Avv. Erik Grimaldi e costituiti da numerosi specialisti – anche operanti in contesti ospedalieri e/o Unità Usca – che sono riusciti a curare i pazienti a domicilio, riducendo significativamente i casi di ospedalizzazione e decessi, perché non se ne parla? Ed infine, sostengono sempre i no Green Pass: quale tutela reale può esserci nei confronti di un virus nuovo, di cui non se ne sa ancora molto, posto che la gente si infetta anche dopo la somministrazione del vaccino? Sia all’Ospedale Maggiore che all’Ospedale Sant’Orsola vi sono attualmente persone ricoverate in terapia intensiva che hanno fatto due dosi di vaccino, forse allora è lecito avere dei dubbi…

I No-Green Pass sono una massa di esagitati?

No, sono rimasta molto stupita dal vedere che tra di essi vi sono tantissimi appartenenti al personale sanitario, addirittura un Professore di Ematologia Clinica...

Perché ci sono dei vaccinati contro il COVID che sono anche No-Green Pass?

Per una questione ideologica, ci si chiede: perché da vaccinato/a, non posso contagiare?

I media poi non hanno aiutato, creando esagerazione sia in un senso che nell’altro. E' plausibile che con tutti gli scandali ed i rumours governativi e mediatici le persone non siano convinte.

Andiamo nel vivo di questo argomento, si può licenziare un lavoratore che non ha il Green Pass?

Se il lavoratore senza Green Pass non si presenta, senza giustificato motivo, al lavoro, si, può effettivamente instaurarsi contro lo stesso un procedimento disciplinare, che può arrivare fino anche al licenziamento vero e proprio.

Se un’insegnante si presenta al lavoro anche se è sprovvista di Green Pass cosa succede?

Nella recente normativa gli insegnanti sono obbligati a presentare il Green Pass: se non ce l’hanno o non lo mostrano, più che di licenziamento torniamo nell'ipotesi di cui sopra.

Se il datore di lavoro pagasse il tampone che il lavoratore senza Green Pass è obbligato a fare ogni 48 ore ritiene che lo farebbe?

Sì, certo.

E se invece il datore di lavoro non pagasse il tampone?
Penso che lo farebbero ugualmente, sebbene pagare un tampone di tasca propria ogni 48 h possa rappresentare un esborso importante, alla fine di ogni mese. Per non parlare poi dei soggetti che, con regolare esenzione riconosciuta dallo specialista, non possono effettuare i vaccini antiCovid: sono effettivamente tanti e la normativa è lacunosa anche in tal senso.

Ultima domanda:ritiene possibile che i No-Green Pass si riuniscano a formare una class-action?

Già sta avvenendo: sono state instaurate già diverse iniziative collettive, sia a livello nazionale che europeo.


Maestritudine