Padri al nido: il primo colloquio

 
Giulio Reggio



Anche gli uomini...educano  
“Perché dovremmo preoccuparci tanto dei papà che, in base alla nostra esperienza, sono così poco coinvolti nella cura dei figli piccoli?” Con queste parole, alcuni anni fa, un’educatrice si esprimeva in merito alla proposta di coinvolgere i padri nel colloquio di pre-ambientamento.
Risposi che accogliere i padri nei servizi educativi significa comprendere il mondo dei bambini nella sua interezza, includere nella relazione con le famiglie un soggetto fondamentale per la formazione dell’identità infantile e, perché no, sostenere percorsi di riflessione sul modo di essere padri e madri, uomini e donne.

Le relazioni nel mondo della prima infanzia 

Alcuni studi hanno portato un contributo ad una maggiore comprensione delle relazioni nel mondo della prima infanzia, presentando una visione a più dimensioni dei processi di attaccamento; sono stati messi in evidenza gli stretti legami che i bambini creano con i padri, utilizzati come base sicura nelle situazioni di incertezza e di disagio.
Tali legami sono fortemente influenzati dalla qualità delle cure ricevute, dagli stili comunicativi e dalla quantità degli stimoli offerti.
Le relazioni tra i servizi, la famiglia e il territorio si svolgono all’interno di un processo che comporta una serie di influenze reciproche: valorizzare attraverso una pratica coerente la presenza del padre ha quindi nel sistema familiare e nella società indubbie risonanze, anche se forse non rilevabili sul breve periodo.

Nidi e scuole d'infanzia 

Nidi e scuole dell’infanzia non sono soltanto il terminale di eventi esterni ma luoghi di formazione, fucine culturali le cui scelte hanno influenza nei contesti di riferimento. Prepararsi ad incontrare la famiglia nella sua totalità significa aprire uno spazio mentale in cui sia presente la figura paterna e contemporaneamente predisporre soluzioni organizzative che permettano ad entrambi i genitori di partecipare all’incontro di presentazione del servizio ai nuovi iscritti e al primo colloquio con le
educatrici.

La prima riunione 

Nella prima riunione con i genitori il gruppo educativo può rendere esplicito il proprio pensiero riguardo alla partecipazione dei padri alla relazione con il nido sottolineandone, ad esempio, la funzione di sostegno nel periodo dell’ambientamento e attribuendo così un primo riconoscimento al valore della
presenza della figura maschile nella crescita del figlio e nel rapporto con le educatrici.
Parlando alla famiglia nella sua totalità, viene favorita una condivisione tra i coniugi di ciò che comporta l’ingresso di un bambino al nido o alla scuola dell’infanzia, sia in termini pratici, sia per quanto riguarda la dimensione affettiva, legata al tema del distacco, della fiducia, dell’affidamento dei propri piccoli a mani ancora sconosciute.
Le educatrici tengono conto della presenza maschile, inviano con chiarezza il messaggio che si sta parlando a una triade e che nel servizio il paterno occupa un suo posto specifico.

Il primo colloquio 

Come si sa, il primo colloquio ha grande importanza per il futuro dei rapporti con le famiglie: ci chiediamo quali siano i significati peculiari del rapporto con i padri in questo passaggio di così grande pregnanza. Prende avvio un processo di conoscenza che non coinvolge più le sole figure femminili, ma un terzo soggetto, portatore di un vissuto e di un pensiero proprio riguardo al figlio piccolo e ai rapporti familiari. Richiedendone la presenza si sollecita il padre ad assumersi una responsabilità, termine qui inteso nel senso originario di “dare risposta”, mentre nello stesso tempo viene comunicata alla madre l’intenzione delle educatrici di non considerarla la sola depositaria del lavoro di cura e, nello specifico, dell’ambientamento del proprio figlio.

La figura del padre

Il padre porta nel primo colloquio la sua rappresentazione, l’immagine del bambino, con sfumature e differenze talvolta rilevanti con quella presentata dalla madre; si tratta di rappresentazioni che traggono origine da aspettative e legami differenti, da non leggere necessariamente come inconciliabili, ma invece come opportunità per cogliere i diversi punti di vista dei genitori.
L’uomo e il padre possono favorire i processi di autonomia nella coppia mamma-bambino, supportando il distacco della madre dal proprio figlio sia sul piano affettivo sia attraverso forme di condivisione dell’impegno quotidiano.
La fatica di alcuni genitori a separarsi dal proprio figlio, una difficoltà che riguarda prevalentemente (ma non esclusivamente) le madri è spesso già avvertibile nel primo incontro; il padre può rappresentare una risorsa utile a sostenere la propria compagna, purché questo non si traduca in una banalizzazione da parte delle educatrici di quanto la madre sta vivendo.

Alcune prime e parziali  conclusioni

Sulla base di diverse esperienze, i padri che hanno partecipato al primo colloquio risultano costantemente presenti negli incontri successivi, probabilmente perché da subito riconosciuti come soggetti pienamente titolati e non marginali nel rapporto con il nido e la scuola dell’infanzia.
In assenza del padre è bene chiedere alla madre se sia possibile conoscerlo e ascoltare da lei che cosa pensa del nido e dell’ambientamento; il papà è in tal modo presente in maniera simbolica attraverso la parola materna.

Giulio Reggio