Assalto alla CGIL: come spiegare questi fatti ai bambini?

 


Non chiamarla scuola materna 

Oggi incontro Isabella Massafra volontaria alla CGIL, già insegnante, e già consigliera regionale. Con lei voglio intessere un ragionamento, da insegnante a insegnante, sull'assalto alla CGIL da un punto di vista pedagogico.

 
Da quando sei iscritta ai sindacati? 

Mi sono iscritta appena ho iniziato a lavorare, in Sardegna nel 1971; ero insegnante nella scuola media dell’obbligo.

Cosa hai pensato e cosa hai provato guardando quelle immagini che tutti hanno visto?

Quasi non ci credevo, poi quando ho guardato con maggiore attenzione i fotogrammi che rappresentavano le diverse scene mi sono resa conto che i contenuti della protesta non potevano considerarsi idonei a giustificare quell’assalto e ho capito che coloro che hanno deciso di consumare quel gesto scellerato avevano ben altre intenzioni che contestare il green pass; era il secondo atto che seguiva il primo, quello che annunciava “Stanotte ci prendiamo Roma”.

Perché pensi che abbiano colpito la CGIL di Roma?

Hanno colpito la sede nazionale del sindacato che ha il maggior numero di lavoratori, di lavoratrici, di pensionate e pensionati, di disoccupati che si iscrivono e sostengono con il pagamento della loro quota il loro sindacato. A Roma! Colpendo quel luogo, hanno colpito milioni di persone.

Sei stata una professoressa alle scuole medie, come affronteresti l’argomento con studentesse e studenti?

Avrei verificato se fossero a conoscenza degli avvenimenti e se ne avessero parlato a casa o in giro. Avrei tentato di conoscere le loro reazioni, mantenendo vivi i principi di solidarietà, di rispetto reciproco, di giustizia e di democrazia. Principi che dovrebbero essere perseguiti e difesi con coraggio e determinazione, anche perché quando questo non accade coloro che ne pagano duramente le conseguenze sono proprio coloro che per vivere devono lavorare e soprattutto i bambine e le bambine. 

Che libri faresti leggere?

Farei leggere, o rileggere, è “Il diario di Anna Frank “, proprio perché scritto da una ragazza, “L’amico nascosto” di Katherine Marsh, “Il coraggio della signora maestra” di Renzo Bistolfi e tanti altri.

Se un bambino di cinque anni ti chiedesse spiegazioni su quelle immagini che si vedono cosa gli diresti? E se quel bambino ne avesse sette di anni?

Le spiegazioni devono essere misurate sulla capacità del bambino o della bambina di comprendere e decodificare gli atti degli adulti, avvalendosi dell’innato sentimento di giustizia, che non è difficile riconoscere in loro. Non è difficile per un/a bambino/a posto/a difronte ad un atto di ingiustizia palese, rilevarne chiaramente l’ingiustizia e dissentire con determinazione, così come è difficile per loro non sodalizzare con chi subisce un affronto ingiustificato o una violenza gratuita. Ai bambini bisogna offrire la fiducia nelle loro capacità di comprendere ciò che è giusto e ciò che invece non lo è. Per tornare ai libri, consiglio Gianni Rodari sono ineguagliabili per le tematiche che affronta e lo stile inconfondibile.

Sei stata anche consigliera regionale del PCI. Come vedi il futuro all’orizzonte, in base alla tua esperienza politica?

Ho fiducia nei giovani e nelle giovani. Sono sicura che sapranno trovare la strada giusta per consolidare quello che di buono abbiamo saputo fare noi e cambiare drasticamente quello che invece impedisce alle società di progredire e di trovare per tutti nessuno escluso il modo più idoneo a garantire un progresso, rafforzando il sistema democratico. 

Maestritudine