I paradossi degli asili nido non si risolvono esternalizzando

donna con bambino


 


Pensieri e Parole

Caro professor Dalla Zuanna,

Con questa mia missiva rispondo al suo articolo pubblicato ieri sul Corriere della sera sul tema asili nido. Sperando che questa mia risposta possa essere anche uno spunto di riflessione generale sui nidi e i nuovi finanziamenti in arrivo.

Lei ci ricorda con molta puntualità che con il PNRR stanno arrivando circa 3 MLD per estendere l’offerta degli asili nido. Con un breve ragionamento conclude il suo scritto, più o meno così (perdoni la brutale sintesi giornalistica): E se al posto di costruire nuovi nidi pubblici, che costano molto, ampliassimo l’offerta convenzionando i nidi privati?

A questo articolo, che invito a leggere per esteso da qui, avrei voluto rispondere con diversi, e vari, e motivati NO. No in cui avrei voluto ricordarle che è già dal 2007 che stiamo facendo questa operazione che non si è rivelata esattamente funzionale. 

Avrei voluto far presente che già ci siamo! Perché oggi. con finanziamenti pubblici il sistema 03 è arrivato al 50% in convenzione a livello nazionale.

Avrei voluto spiegare che ci sono già stati diversi investimenti, sempre pubblici (soprattutto al sud), per aprire nuovi posti nido, il più delle volte in convenzione, ma che gli investimenti non hanno mai, e ripeto mai, raggiunto gli obbiettivi che si ponevano.

Ma ho deciso che non scriverò di nuovo questo… 

Volendo può trovare i link ai vari report sui nidi che per anni ho e abbiamo prodotto con altri professionisti del settore. Ho deciso invece che porle una domanda aperta:

Lei avrebbe piacere se mettessero in convenzione le università? Se cioè le chiedessero di firmare un contratto diverso da quello che ha ora, pubblico e che la tutela anche giustamente in molti diritti, un contratto per intenderci in cui non fossero riconosciuti le stesse ferie, ma molte meno, non le fossero riconosciuti le stesse ore di malattia, le medesime ore di ricerca, ma un contratto che le riconoscesse, a pari mansione, più ore frontali con un decurtamento, diciamo, di un terzo dello stipendio?

Perché è per questo banale e triste motivo che i nidi in convenzione, come lei giustamente scrive, costano meno, anzi molto meno, rispetto a quelli pubblici. 

E le chiedo Professore, in tutta franchezza, pensa che lavorerebbe nello stesso modo? Con la stessa serenità? Con la stessa lena? Avrebbe la stessa pazienza con gli studenti? La stessa cura nel fare ricerca?

Con un convenzionamento, anche l’Università costerebbe meno. forse riuscirebbe ad offrire orari più flessibili, magari notturni per gli studenti che amano la notte, lezioni online continue, chissà…

Così risparmierebbero sia gli utenti che lo Stato ma semplicemente non sarebbe la stessa cosa. E non creda che in un nido si faccia meno cultura che all'Università perché non è così, e su questo sono assolutamente disponibile a fornirle tante e dettagliate spiegazioni.

Attendendo una sua cortese risposta e rimanendo a disposizione per un qualunque chiarimento,

Cordiali saluti

Laura Branca

Ps una piccola questione in numeri. Lei scrive che i nidi pubblici a Padova costano quasi quanto i privati. Ho controllato: la retta massima a Padova (40 mila euro di isee) costa meno di 500 euro mensili. Un privato, se le chiede meno di 800 Euro al mese, in caso ne trovasse uno, ne diffidi perché non può essere onesto e nemmeno può offrirle un minimo qualità.