Intervista a Daniele Ara: Più spazio al pubblico, welfare più flessibile e liste d'attesa azzerate

 




Interviste circolari...

Oggi incontro il neo eletto assessore Daniele Ara, già presidente del Navile, uno dei quartieri più “difficile” e stimolante di Bologna. Il Navile, tanto per intenderci, per un periodo ha avuto l’esercito a pattugliare le sue strade, per sedare possibili disordini.

E’ il quartiere che accoglie piazza dell’Unità, dove Achille Occhetto, decretò la fine del Partito Comunista Italiano, la nascita del PDS e una nuova fase per la sinistra. Insomma è un quartiere che potremmo definire “rosso” e dall’animo popolare.

Oggi Ara, classe 1972, padre di due figlie, è "insolitamente" assessore alla scuola. Scrivo “insolitamente” perché non è comune trovare uomini in questa posizione, ma anche perché è per formazione è un agronomo.

Fin da subito ha annunciato novità per nidi e scuola, garantendo di voler mantenere un sistema fortemente e prevalentemente a gestione pubblica ma non solo questo. Andiamo allora a conoscere il nuovo assessore.


Un assessore uomo tra tante donne (tra educatrici, pedagogiste e amministrative, le donne sono in grandissima prevalenza) come si lavora?

Tra professionisti non ci sono problemi particolari ma le differenze ci sono. C'è uno sguardo diverso che trovo molto stimolante e motivante; un confronto arricchente.

Perché ha l'ufficio in via Ca Selvatica e non a Palazzo d'Acursio sede storica della politica cittadina?

E' stato un suggerimento del sindaco Lepore che ho sposato volentieri. Stare vicino ai dipendenti amministrativi del proprio assessorato l'ho trovata una scelta funzionale.

Parliamo di soldi. PNRR: Bologna come intende utilizzare le risorse?

Sono sincero è prematuro parlarne, o meglio, è prematuro scendere nei dettagli. Una questione generale mi è chiara: lavoreremo per aumentare i posti nido che oggi sono insufficienti.

Quante economie saranno destinate alla città?

Circa 38-40 MLN sul comparto educativo e sportivo 0-14 anni che è quello di competenza al comune. Queste risorse sono destinate alla costruzione e alla ristrutturare delle strutture, scuole ma anche palestre, saranno indirizzati alla messa in sicurezza… Non sappiamo invece quante risorse aggiuntive avremo a disposizione per le spese correnti, risorse non PNRR.

Proprio in questi giorni la ministra del sud Mara Carfagna annunciava diverse risorse per il personale educativo per l’assunzione di 30 mila persone.

Anche per questa notizia è prematuro dare risposte non sappiamo quanto di queste risorse saranno destinate al nord e non sappiamo quante a Bologna. Vedremo!

E i nidi in progetto da tante tempo: ad esempio il nido dell’Università?

Avevamo già preventivato nuovi nidi e poli educativi 0-6 in project financing. La nostra idee invece è realizzare anche nuove strutture in modo “classico” quindi attraverso la pubblica amministrazione. In alcuni anni potremmo offrire 350 nuovi posti nido che sono, in linea di massima, il numero di bambini che oggi rimangono in lista d'attesa.

E l'annosa questione dei finanziamenti alle scuole private?

A Bologna il sistema integrato pubblico-privato funziona e funziona bene. Con questo non voglio dire che non sia un tema da riprendere e da ridiscutere. La città ha tutte le carte in regola per affrontarlo al meglio e uscire con un miglioramento generale. Per le scuole d'infanzia convenzionate dovremmo lavorare su una migliore accoglienza e integrazione per i bambini disabili e stranieri.

Si, ma il privato rimane sempre e comunque privato e spesso cattolico...  

Questa è l'altra questione politica da affrontare, serenamente. Penso però che la priorità sia dare un posto a tutti i bambini e non eliminare posti scuola.

I nidi e le esigenze delle famiglie. In una recente assemblea pubblica (organizzata da Arci) è emersa la difficoltà dei genitori di conciliare orari e calendari. Un tema che ritorna spesso: che fare?

Al momento sto visitando i servizi. Lo sto facendo in modo un po’ defilato, senza dare troppa enfasi, voglio capire, vedere e farmi un’idea. Ad ogni modo ritengo che i nidi non possano cambiare fino a snaturarsi. Non possono cambiare per molti e diversi motivi. Ma il problema delle famiglie c’è ed è da affrontare con un welfare rinnovato. Io credo dovremmo pensare a strutture più "leggere" da affiancare al classico nido.

Ad esempio quali?

Ad esempio i piccoli gruppi educativi che consentono orari e calendari più flessibili. E vorrei coinvolgere associazioni e/o soggetti privati per avviare nuovi servizi sempre mantenendo qualità e mix sociale.

L’Arci nella recente assemblea pubblica di cui faceva cenno prima ha dato disponibilità di spazi

Esattamente. Bologna è una città viva e capace di partecipare. Lo è da sempre. Passiamo dalla partecipazione alla co-progettazione.

Qualche anno fa è stata modificata l'iscrizione ai servizi. Tanti nidi che offrivano posti in convenzione (a tariffe e iscrizioni pubbliche) che si affiancava a posti privati-privati. Questo sistema è stato smontato e oggi ci si iscrive direttamente al privato. Le rette, pur essendo calmierate, sono davvero “convenienti” solo per ceti medi e/o alti. Ora questo sistema tende, a parer mio, a dividere i bambini ricchi da una parte e i poveri al pubblico venendo così meno ad una delle prerogative pedagogiche più interessanti dei nidi: creare mix sociale. Cosa ne pensa?

Non abbiamo affrontato e/o valutato la questione specifica ma posso dire che il sistema delle convenzioni “classico” dei nidi funziona e molto bene. Penso ad esempio ai nidi Elefantino blu o Pollicino. Ci tengo a precisare che ho avuto il piacere di fare io l'inserimento al nido per entrambe le mie figlie. Insomma conosco per esperienza diretta la qualità dei nidi pubblici.

Febbraio pedagogico: ha intenzione di farlo rivivere in città. Come?

Non si chiamerà più così. L'intenzione è di arrivare, nel tempo, ad una sorta di “festival” allargato alla città dove si discuterà, si parlerà e si restituirà informazione sull'infanzia. I Servizi 0-6 saranno attori principali. L'idea è realizzare due settimane all'anno dedicate alla cultura dell'infanzia per raccontare di educazione ma anche di teatro, arte, letteratura, genitorialità, e dare spazio anche ad un altro grande tema che merita molta attenzione e cura: l'adolescenza.

 

Laura Branca