Bologna. Progetto nido: un divorzio annunciato?


 


Cara BolognaNidi

Qualche tempo fa, sui social, chiedevi perché ci fosse tanta opposizione da parte delle educatrici rispetto al nuovo progetto di potenziamento che coinvolge i nidi comunali di Bologna. Tento qui di dare una risposta esaustiva. 


Il Progetto Nido intende trasformare i contratti delle educatrici, che fino ad oggi avevano un contratto part-time, e che lavoravano nel post-orario, in contratto full-time. 

Questo per tamponare una situazione di emergenza che però era già presente bene prima del Covid, come tenterò di spiegare. 

Questo accadrà nel caso le educatrici firmassero

I nuovi contratti full time, non sarebbero uguali ai "vecchi" contratti. Cosa cambierebbe per il servizio? 

E' delicata la questione. Il nostro contratto Enti Locali prevede che le educatrici facciano sei ore giornaliere, e 30 ore settimanali, frontali a contatto con i bambini. 

Questo orario "ridotto" è necessario per tutelare, sia noi educatrici, ma anche i bambini e le bambine, perché fa in modo che non si arrivi ad essere stanche e nervose a fine giornata.  

Il nuovo contratto adotterebbe ad applicherebbe quello che in gergo è chiamato: orario multiperiodale

Quindi per quattro giorni alla settimana le educatrici lavorerebbero sette ore e quindici frontali e per un giorno alla settimana per tre ore. 

Le ore "in più" sarebbero sfruttare per andare a sostituire le educatrici assenti in diversi nidi. Questo permetterebbe di evitare chiamare supplenti, così da spostare le poche  supplenti che ci sono, a coprire le assenze nella Scuola dell’Infanzia dove il personale è carente da tanto tempo. 

Si adotterebbe questa soluzione da Febbraio fino a metà Giugno. Ma l’orario multiperiodale è in genere limitato a 13 settimane l’anno -un po’ più di 4 mesi- e non 5 mesi come si richiede nel nuovo Progetto. 

Ma la di là dei tempi, il fatto è che se dovesse passare questo Progetto, dettato dall'emergenza, chi ci assicura che un domani l'orario prolungato non si estenda a tutte le educatrici?  

Del resto un'operazione del genere è già stata fatta in passato per le scuole d'infanzia. Sono state assunte e stabilizzate tante maestre, ma è stato cambiato il contratto e modificato l'orario in senso peggiorativo. E le maestre, nelle scuole comunali, mancano da tempo e mancano anche per questo motivo. 

Questo malessere, che nei nidi e nelle scuole d'infanzia esiste da tempo, è emerso ed esploso dopo due anni faticosissimi di pandemia in cui i dipendenti comunali sono già stati "sfruttati" fino al midollo. Sacrifici fatti per senso di dovere e amore per il proprio lavoro che però questo Progetto non può essere avvallato, ne va a discapito della qualità generale del servizio.  

Grazie per lo spazio, 

Maria