La mancanza del Post- scuola a Milano e il maschilismo

 


 

 

Non chiamarla scuola materna 

Il primo d’Aprile il sindaco di Milano Giuseppe Sala dovrebbe far ripartire il post-scuola nei nidi e nelle scuole dell’infanzia comunali e convenzionate in seguito ad una lunga battaglia da parte dei genitori. (Sperando che non sia un pesce d’aprile!)

Oggi incontro Myriam Sabolla, autrice del blog: The food sister, il blog che si occupa di cucina naturale, lei è mamma di due bambine, una frequenta il nido, l’altra la scuola primaria e ci racconta la battaglia dei genitori e le tante difficoltà causate da questa interruzione che, come spesso capita, è ricaduta quasi totalmente sulle spalle delle donne.

Da quando il post-scuola è sospeso?

Dal 3 Gennaio. Così nidi e scuole chiudono alle quattro e mezza mentre con il post l’orario si estendeva alle sei di sera e non sarebbe stato riattivato fino a data da destinarsi...

Era già successo?

Si, già nel 2021 era stato sospeso per tutto l’anno. C’era stata una grande battaglia da parte dei genitori, anche appartenenti al Comitato Gruppo Donne di Milano e Genitori Gentili Milano. Tutto è stato inutile perché il post-scuola è ricominciato solo a Settembre.

E quest’anno?

Dopo le vacanze di Natale, e ad una settimana dal rientro a Scuola, siamo stati avvisati che il post-scuola sarebbe stato di nuovo sospeso.

Qual è stata la “giustificazione” che vi hanno dato?

L’Assessore alla scuola Anna Scavuzzo ci ha dato spesso risposte evasive e vaghe: inizialmente diceva che non c’era abbastanza personale per far rispettare le “bolle”, ogni sezione o classe di un nido o di una scuola dell’infanzia veniva vissuta come una bolla che non aveva nessun tipo di relazione con le altre bolle, sezioni, per motivi igienici e per evitare il contagio da Coronavirus, poi ci è stato detto che il problema era dovuto alle malattie del personale, o anche che gli educatori non avevano il Green Pass… Queste risposte ambigue non facevano che aumentare la rabbia e la preoccupazione di noi genitori.

Il primario dell’Ospedale dei bambini Buzzi a Milano, Gian Vincenzo Zuccotti, consigliava di evitare il nido ai bambini a causa di un virus respiratorio sinciziale (RSV) che colpiva in prevalenza bambini molto piccoli…

Effettivamente a Novembre c’è stata un’epidemia, l’RSV l’ha preso anche mia figlia più piccola, consisteva in un virus intestinale che è durato tre settimane, il virus colpiva bambini molto piccoli. La chiusura del post non è però stata contemporanea a questa epidemia perché è avvenuta a Gennaio e non a Novembre. La chiusura del post-scuola è stata contemporanea alla variante Omicron del Covid.

E invece per la contagiosità della variante Omicron del Covid c’è stata paura?

Sicuramente c’era paura e preoccupazione, ma come mai in altre città, centri o comuni vicini si è deciso di appoggiarsi a personale di cooperativa per il post-scuola? Nessuno di noi ha avuto qualcosa da dire sulle assenze del personale per malattia ma c’era la sensazione che ci fosse poca organizzazione da parte dell’amministrazione comunale.

Perché secondo te la chiusura del post-scuola non era sentito come un problema rilevante da parte della politica e dell’opinione pubblica?

Ritengo che il post-scuola non fosse visto come un servizio essenziale ma come qualcosa in più datoci in gentile concessione. Probabilmente c’era l’idea, non esplicitata, che eventualmente le famiglie avrebbero potuto e dovuto prendere una baby-sitter in mancanza del post-scuola, ma questa è un’idea classista perché non esiste solo la “Milano bene”. A Milano ci sono tante periferie come quella dove abito io a Nord Dergano vicino a Bovisa. Aggiungo poi che c’è anche tanto maschilismo perché questo problema, come qualsiasi problema inerente i nidi e le scuole, alla fine ricade sempre sul lavoro delle donne. Le famiglie e soprattutto le donne hanno dovuto portare sulle loro spalle i disagi legati al COVID.

Nel tuo caso specifico non avresti potuto andare a prendere prima la figlia più piccola al nido e poi la figlia più grande alla Primaria?

Se avessi dovuto andare a prendere prima mia figlia al Nido non sarei riuscita a lavorare e poi la piccola, in bicicletta, stanca dopo tutta una giornata di nido avrebbe dovuto fare troppa strada.

Ultima domanda, come vi hanno informato le educatrici del nido di tua figlia della chiusura del post-orario?

La comunicazione è arrivata prima alle famiglie e poi al personale del nostro nido. Nel nostro nido, convenzionato, si è però deciso di venire incontro ai genitori chiudendo mezz’ora più tardi.


Maestritudine