Tracce di maschile nei servizi educativi




Anche gli uomini... educano 

Qualche giorno fa un bambino mi ha chiesto un cappello da uomo come quello del papà, ed io mi sono accorta che i vestiti che abbiamo nell’angolo dei travestimenti sono esclusivamente femminili

È un’osservazione di un’insegnante durante un percorso formativo riguardante l’organizzazione degli spazi al nido e alla scuola dell’infanzia, una considerazione che ha dato spunto ad un confronto interessante.

Il tema è stato ripreso da una collega del nido: “Nel mio servizio c’è una maggiore attenzione all’aspetto simbolico della presenza maschile, sia per quanto riguarda i giochi che i libriccini proposti ai bambini”.

Un’altra partecipante ha voluto sottolineare come l’appellativo “scuola materna” - sostituita da non molto dalla denominazione “scuola dell’infanzia” - sia tuttora presente nel linguaggio pedagogico contribuendo a tenere vivo un modo di considerare i primi anni di vita come di pertinenza prevalentemente femminile.

Da queste considerazioni e dalla mia esperienza lavorativa appare chiaro come le educatrici incontrino la figura maschile non solo nei momenti per così dire istituzionali, ma anche nella dimensione simbolica, nel gioco e nei racconti dei bambini, nelle tracce lasciate dai padri nel loro passaggio, nelle parole delle madri.

I papà sono spesso presenti nei giochi e nelle parole dei piccoli.

A tale proposito un’educatrice del nido ha così raccontato una sua esperienza. “Nell’angolo della lettura con un piccolo gruppo di bambini di tre anni circa, ho accennato alle favole che mio papà mi raccontava, quando ero piccola, la domenica mattina.

Subito un bambino, poi via via gli altri hanno cominciato a raccontare che cosa il papà faceva con loro; sui volti di tutti era visibile il piacere che provavano! Ed io ho avuto la netta sensazione di essere entrata per un attimo, in casa loro.”

Gli adulti possono ascoltare le voci dei bambini che parlano dei papà, dare valore ai loro racconti, favorire lo scambio tra coetanei e predisporre ambienti e tempi in cui i bambini abbiano l’occasione di raccontare attraverso il gioco la presenza delle figure maschili nella loro vita.

Il momento del pranzo è un'altra occasione preziosa per permettere a tutti i bambini di chiacchierare del più e del meno, quando l'educatrice è seduta insieme a loro, capace di sollecitare il racconto mettendosi in gioco in prima persona, riprendendo e ampliando i discorsi dei piccoli, attraverso il rispecchiamento emozionale dei loro vissuti.

Nella scuola dell'infanzia, come sappiamo, il gioco simbolico trova il momento di maggior espansione ed è quindi possibile individuare oggetti, giochi, libri nei quali bambine e bambini possano ritrovare i segni della presenza paterna; è un ripensare a quali “segni del padre” sono presenti nei nidi e nelle scuole dell’infanzia.

Queste pratiche educative hanno il significato di accogliere i bambini nella loro interezza, contribuiscono alla costruzione di un'identità infantile, integrano in essa l'immagine del padre attraverso l'elaborazione di una memoria, e sostengono i processi di identificazione per i maschi, di conoscenza del maschile per le bambine.

Anche le pareti delle scuole e dei nidi possono conservare tracce di paternità, così come la documentazione che dà conto del percorso pedagogico: foto, oggetti, tracce di pensieri.

Il ruolo dei gruppi di lavoro risulta essenziale nel tematizzare la relazione con i padri all’interno dello specifico contesto aprendo una riflessione sui diversi modi delle educatrici e delle insegnanti di intendere il maschile, per chiedersi quale posto si desidera assegnargli e in quali modi quest’accoglienza possa avvenire.

All’interno di una concezione di servizio educativo attento alle differenze e alle individualità è necessario riflettere su come agire nelle situazioni in cui il padre non c’è.

Creare reti di comunicazione tra i nidi e le scuole dell’infanzia per conoscere le diverse strade che ognuno percorre quotidianamente può favorire l’espansione di un pensiero e di una pratica orientati a dare significato alla presenza dei padri o di altre figure maschili presenti nella vita dei bambini.

 

Giulio Reggio