La maternità spirituale e la politica dei nidi

Adriana Lodi

Il 17 dicembre scorso mi è arrivato l’invito da parte del Centro delle Donne di Bologna per parlare di maternità attraverso un articolo che avevo pubblicato su DWF ormai mesi prima. Lo stesso giorno, il 17 dicembre, mia madre è stata ricoverata all’ospedale. 

Un brutto male l’ha portata via in soli due mesi, durante quei due mesi che ho trascorso con lei, ho conosciuto l’hospice uno spazio pubblico di cura e di accompagnamento alla morte, che non conoscevo.

Mentre ero lì con lei, pensavo tra le tante cose anche a questo incontro, pensavo all'hospice che ci è stato di grandissimo aiuto e di supporto in un momento particolarmente drammatico delle nostre vite di madre e di figlia...

Pensavo all’importanza dell’Hospice e nel mentre mi tornava alla mente un altro luogo di cura che è stato fondamentale nella mia vita: l’asilo nido.

Pensavo a quanto questi due luoghi siano diversi e al contempo simili... Luoghi di cura, luoghi pieni di donne, perché anche qui, come al nido, sono le donne a lavorare con più assiduità.

Ancora non so parlare della morte di mia madre perchè il fatto è che quando tua madre muore, la vita cambia per sempre.Ma ripeto non ho ancora elaborato tutta la portata di questa perdita.


Oggi quindi vorrei parlarvi di un’altra madre, una madre spirituale, colei che mi ha iniziato alla politica: vorrei parlarvi di Adriana Lodi.

Una donna che attraverso il suo lavoro ci ha permesso di vivere in un mondo diverso, perché è a lei che dobbiamo i nidi, i luoghi che ci hanno permesso di vivere la maternità in una dimensione collettiva.

Adriana Lodi è una figura di spicco e importantissima eppure è spesso dimenticata.

Lo è anche qui a Bologna dove ha operato per tanti anni come assessora, per poi trasferirsi a lavorare a Roma dove ha lavorato per 23 anni come deputata.

Un gigante che ha fatto molto, molto più che creare i nidi per tutte noi, ve lo posso garantire. Eppure oggi, per tanti e diversi motivi è trascurata, dimenticata.

Possiamo dire che è trascurata perché in generale la storia dimentica le donne, ma possiamo anche dire che è dimenticata perché ha passato la sua vita più a fare, a creare politiche che potessero aiutare a rendere più eque le vite delle persone, e delle donne in particolare, che di preoccuparsi di rientrare nella storia.

Io l’ho incontrata quasi quindici anni fa.

Ho bussato alla sua porta per parlarle di nidi, e lei ex parlamentare e donna ancora in attività e molto impegnata, mi ha accolta, ascoltata e si è mobilitata con me, e con noi genitori, per salvaguardare i nidi bolognesi che in quel momento stavano attraversando un momento davvero difficile.

Da quel giorno non ci siamo più lasciate. Abbiamo continuato a parlare dei nostri amati nidi, di politica ma anche di ricette, figli, film, musica…

Ho avuto la fortuna di scrivere con lei la sua biografia un progetto che accarezzava da tempo e che non riusciva a concludere. Insieme, due donne, di due generazioni diverse, lei del ‘33, io del ‘73, abbiamo prodotto e concluso questo testo che ci è costato anni, almeno due, di intenso lavoro, tra chiacchiere, archivi, interviste, aggiornamenti.

Riportare alla luce la sua vita politica mi ha fatto conoscere tante cose del passato che non conoscevo e mi ha fatto riflettere tanto. Noi donne votiamo, e quindi partecipiamo alla vita politica, solo dal ‘45, una data relativamente vicina ma di strada ne abbiamo fatta davvero tanta.

La sua narrazione mi ha fatto immaginare un mondo migliore e un modo diverso di poter fare politica. Ma il testo non è una nostalgica ricostruzione del passato, questo testo che ha per titolo: “Raccontami una favola vera” è una sorta di manuale di lavoro per il futuro.

Un manuale che spiega, come fare politica, come ascoltare i cittadini, come immaginare e creare servizi che restituiscano ai singoli cittadini e cittadine soluzioni collettive e condivise che possano renderci la vita migliore, un po’ più soddisfacente.

Adriana in questo senso, come molte altre straordinarie donne, e scusate visto che oggi sono ospite qui vorrei almeno ringraziare anche Giancarla Codrignani, credo si possano definire un po’ come le nostre mamme spirituali. Madri che sono da ricordare e portare nelle nostre menti e nei nostri cuori con memoria collettiva per ritrovare il bandalo della matassa e proseguire oggi in un cammino di fede politica.

Laura Branca 

Raccontami una favola vera. Adriana Lodi: biografia di una politica.