Le risorse del PNRR per nidi e scuole d'infanzia e il peso della burocrazia

 



Cronaca Bambina Nidi che passione! Dopo anni di tentennamenti, rimandi e rinvii, oggi i soldi per ampliare l’offerta dei posti nidi e della scuole d’infanzia ci sono.

Grazie agli investimenti del Piano nazionale ripresa e resilienza (PNRR) si potrebbero più che raddoppiare i posti nido e ristrutturare molte scuole.

E alla fine di agosto le risorse sono state destinate ai comuni che ne avevano fatto richiesta. Il bando però è partito in salita: ha avuto vari slittamenti ed è stato più volte posticipato. Perché?

Perché molti comuni, sopratutto al sud, inizialmente non volevano partecipare, preoccupati di non avere poi le risorse per assumere personale necessario al funzionamento dei servizi, oppure perché avevano trovato la burocrazia particolarmente complicata.

Per questi motivi, non del tutti privi di fondamenta, i ministri: dell’istruzione (Bianchi), del sud (Carfagna) e delle famiglia (Bonetti) si sono mossi nei territori del sud, dove ci sono state particolari difficoltà e dove si sono stanziate la maggior parte delle risorse, per spiegare (e convincere) le PA a partecipare al bando che potrebbe fare la differenza per il comparto educativo 06.

Questo primo passaggio, per quanto faticoso, è stato concluso e con successo. (Come abbiamo già scritto).

Ora però i tempi stringono per le tappe successive: entro il 31 dicembre i Comuni dovranno completare la progettazione esecutiva, entro il 31 marzo i lavori vanno aggiudicati, entro il 30 giugno vanno avviati.

Se il Ministero dell’Istruzione ha pubblicato la graduatoria con gli interventi finanziati il 16 agosto, dalla Corte dei Conti si attende la registrazione del decreto con il riparto delle risorse. E’ un passaggio formale ma necessario senza il quale non si arrivare a firmare gli accordi di concessione.

A denunciare i ritardi c’è l’Associazione nazionale dei comuni italiani (Anci), che in una nota sottolinea “si evidenzia l’impossibilità per i Comuni di rispettare le scadenze previste”.

Oltre a ciò è bene far presente che gli enti hanno ricevuto numerose richieste di integrazione o di chiarimenti sulla documentazione presentata, e come ovvio, anche questo è un fattore di ulteriore rallentamento per sbrigare le pratiche burocratiche successive.

La soluzione a questa complessa successione di passaggi dai tempi molto stretti sarà una nuova proroga temporale?

Laura Branca