Tra presente e futuro

 



Anche gli uomini...educano

Nell’attuale contesto storico segnato da profonde tensioni e da una marcata incertezza sul futuro anche i servizi educativi sono attraversati da preoccupazioni e difficoltà dovute a più fattori.

Lavorando nei nidi e nelle scuole dell’infanzia percepisco spesso una sensazione di fatica e talora di impotenza, legata in alcuni casi alla mancanza di risorse, in altri alla precarietà del lavoro e alla mancanza di attenzione alle tematiche dell’educazione da parte delle istituzioni, alla carenza di percorsi di formazione.

Parallelamente ho riscontrato però una volontà da parte di molte educatrici ed educatori di non farsi schiacciare dalle difficoltà derivate da un contesto indubbiamente faticoso; si continua a lavorare guardando al domani, attraverso la promozione di progetti capaci di rispondere ai nuovi bisogni, continuando a valorizzare pratiche pedagogiche consolidate nel tempo, attente ai momenti di cura, all’espressività corporea dei bambini, alla relazione con le famiglie.

Tutto ciò ripropone con forza, nella quotidianità, il valore sociale del lavoro con l’infanzia che consiste nel contribuire alla crescita di bambine e bambini - le donne e gli uomini di domani - grazie ad un lavoro quotidiano di promozione delle competenze, sia cognitive che relazionali, peraltro strettamente legate.

Diseguaglianze 

Entrando nel merito di alcune questioni, è evidente nella società il fenomeno dell’aumento delle diseguaglianze dal punto di vista economico, culturale e delle relazioni sociali, legato all’aumento della povertà.

Nei servizi educativi è possibile lavorare sul tema dell’inclusione e dell’accoglienza.

La cura

Come ho accennato sopra, l’attenzione al valore della corporeità nei suoi molteplici aspetti, la cura dei gesti e delle parole da parte di educatrici e educatori, la cura dello spazio rappresentano la via attraverso cui i bambini possono riconoscersi come soggetti diversi e allo stesso tempo simili all’altro.

Inclusione significa provare a valorizzare le inclinazioni e le iniziative dei singoli, le loro specifiche passioni con il coinvolgimento del gruppo dei pari, rispettare le differenze; l’osservazione della propria pratica può portare a ripensare criticamente il tempo della giornata educativa.

Formatori e pedagogisti

In questo quadro formatori e pedagogisti devono sostenere il percorso educativo attraverso la co-costruzione di momenti formativi e di supervisione legati alla specificità dei servizi.

È un lavoro di accompagnamento che non prevede giudizi ma piuttosto valutazioni sulla pratica all’interno del gruppo di lavoro, capace di accogliere le fatiche dell’educare - relative ad esempio alla relazione con i bambini che presentano bisogni educativi speciali e con le famiglie – e insieme di fare tesoro dei risultati ottenuti, grazie ad una documentazione che dia il giusto valore al lavoro del personale educativo.

Affinché le proposte dei professionisti che lavorano nei servizi educativi risultino efficaci è importante che essi assumano un atteggiamento di ascolto, di rispetto e di valorizzazione di tutti le componenti dei gruppi di lavoro.


Giulio Reggio