Il "diritto di non abortire" è una sfacciata e disonesta operazione politica

 



Cronaca Bambina Il comunicato è stato lanciato da Unione donne in Italia e diverse altre associazioni. E’ un comunicato preciso, molto centrato e un po’ troppo pacato rispetto al tema con cui si misura: il manifesto che vedete in copertina che è stato affisso anche a Bologna.   E forse proprio in virtù di questa pacatezza non è stato ancora ripreso da altri giornali e organi di informazione. 

Noi di BolognaNidi riceviamo e pubblichiamo il comunicato per esteso perché ogni parola riportata è densa di contenuti e informazioni. Il fatto è che la mancanza di politiche dedicate alle maternità, o la cattiva applicazione di politiche dedicate alle donne e al sostegno delle famiglie è un problema che riguarda tutti: anche i bambini e le bambine. E' un problema che riguarda anche i nidi che sono ancora poco diffusi (anche in provincia) e che risparmio dopo risparmio, non riescono più a garantire la qualità che meriterebbero. E’ possibile inviare una firma di adesione all’indirizzo mail info@udibo.it. A tutti e tutte: Buona lettura!

“Anche a Bologna sono nuovamente comparsi manifesti, commissionati dal movimento anti-aborto e anti-scelta, invocanti un presunto diritto di non abortire.

Ma quale diritto hanno bisogno di implorare?

Nel nostro paese non esiste nessun obbligo di abortire!


Il diritto di non fare qualcosa presuppone che esista un obbligo di fare qualcosa di opposto.

Maggiori finanziamenti da destinare al welfare sociale vanno richiesti per le migliaia di madri che i figli li hanno fatti, ma che non sono in grado di mantenerli perché estremamente povere e abbandonate. Queste sono le donne a rischio, le donne che si rivolgono ai servizi sociali e alle associazioni.

Questa dilagante situazione non ha a che fare con la insindacabile volontà di una donna di abortire: un gesto di responsabilità e libertà in cui confluiscono valutazioni personali e intime cui va riconosciuta piena soggettività etica e morale.

In realtà, il messaggio – nemmeno troppo dissimulato – del movimento anti-aborto e anti-scelta è ben altro: avere un controllo sulle scelte riproduttive delle donne e rendere più difficile l’accesso all’aborto, ciò che sta effettivamente accadendo a causa del numero sproporzionato di personale sanitario obiettore di coscienza che, di fatto, limita fortemente l’accesso alla legge 194.

Nell’Ausl di Bologna il 47,5 % dei ginecologi/ginecologhe è obiettore/trice con picchi ben più alti come l’Ospedale Sant’Orsola, dove lo è il 71,05 %. (Fonte: Direzione generale Cura della persona, salute e welfare Regione Emilia-Romagna).

Ad ogni modo, in confronto all’attuale panorama italiano la Regione Emilia -Romagna continua a garantire la possibilità di scelta nel rispetto dei tempi previsti dalla legge, offrendo anche l’interruzione volontaria di gravidanza farmacologica, la contraccezione gratuita nei consultori fino ai 26 anni e il supporto a progetti di educazione all’affettività e alla sessualità.

Continua così l’odiosa condanna morale che respingiamo fermamente.

Ma non saranno anacronistiche condanne morali e infingimenti vari a convincere le donne, che non vogliono, a fare figli.
L’ultima parola è della donna.

COMUNICATO PROMOSSO DA: UDI Bologna APS , Period Think Tank Aps, Armonie Aps, Rose Rosse APS, MondoDonna Onlus, Sos Donna Bologna, Donne in Nero – Bologna, Orlando Aps, Casa delle Donne per Non Subire Violenza – Bologna, Associazione Culturale Youkali Aps, Francesca Centre

Per adesioni scrivere a: info@udibo.it