Vince chi sa l'inglese




Crescere in città... Ci sono argomenti che a casa mia suscitano proteste non appena vengono accennati. Tra i miei preferiti ci sono "Le Sorelle Bronte" (Mamma, basta, di nuovo loro), "Lo Scioglimento dei Ghiacciai (Sì, mamma, sappiamo tutto del cambiamento climatico, ma...avete visto che gol ha segnato Benzema?) e ..."L'importanza dell'Inglese".

La passione per l'inglese

Lo ammetto, sono un po' fanatica. Sull'inglese non si scherza, non sono ammessi brutti voti e occorre il massimo impegno.

Ma credo vi siano valide ragioni.

Parto dalla mia esperienza.

Aldilà del mio personale piacere nello studio dell'inglese e della bravura delle mie insegnanti, fino all'università non ne avevo compreso a fondo l'utilità. Arrivata all'università ho scoperto che tutte le pubblicazioni scientifiche e diversi testi universitari erano disponibili solo in inglese. E ho toccato con mano quanto la conoscenza approfondita della lingua inglese facesse la differenza nella mia compagna di università che aveva trascorso un anno negli Stati Uniti. 

L'inglese e le competenze del lavoro

Poi sono approdata nel mondo del lavoro e...in 20 anni è cambiato tutto. La globalizzazione è diventata realtà, ho cominciato a lavorare con colleghi e stakeholder esteri, e infine la piccola realtà italiana per cui lavoravo è stata assorbita da una grande multinazionale. I miei orizzonti si sono allargati, tutto è diventato molto sfidante, molto arricchente, molto complesso. E ho capito la dura legge che mi ha fatto notare una collega qualche anno fa : "Vince chi sa l'inglese". Non importa se la tua idea è migliore: se non la sai esprimere in un inglese corretto, se non la sai difendere, se non sai rispondere alle domande di chiarimento poste in inglese con tutti gli accenti più improbabili del pianeta Terra, la tua idea è destinata a soccombere. Lo vivo quotidianamente e lo ripeto ai miei figli fino allo sfinimento... 

Quando l'inglese è una questione politica

Ho una mia personale teoria sul perché l'Italia conti sempre così poco in Europa e nel mondo. È vero che in tutti gli incontri ufficiali sono previsti gli interpreti, ma tutti sanno che le decisioni che contano vengono discusse in incontri informali, davanti a un caffè, a una birra o a una cena a seconda dell'orario. La mia teoria è che i politici italiani non capiscano cosa si dice in queste occasioni. Perché non basta un inglese scolastico zoppicante in quei contesti: occorre cogliere sottintesi, sfumature e tecnicismi per contare davvero.

L'inglese scolastico

Il fatto che per indicare che non so bene l'inglese debba dire che il mio inglese è scolastico mi pone diversi interrogativi.

Perché l'inglese scolastico non è un buon inglese?

Perché in tantissimi paesi del mondo l'inglese è conosciuto molto meglio che in Italia? Non sto parlando solo di paesi come Germania, Svezia e Danimarca, e nemmeno di paesi che hanno subito una dominazione anglofona (l'India per esempio). Nella mia esperienza i bambini turchi, lituani e ucraini parlano inglese meglio dei nostri.

E allora cosa non funziona in Italia?

Spiace ammetterlo ma credo che la competenza media degli insegnanti non sia all'altezza del compito. Alle elementari, a parte alcune eccezioni, l'inglese è sfiorato, spesso relegato ad un ruolo marginale rispetto a italiano e matematica, nonostante a quell'età i bambini abbiano potenzialità enormi.

Mi pare evidente che il sistema delle abilitazioni non funzioni come dovrebbe.

Nelle scuole secondarie, come spesso accade, tutto è lasciato alla discrezione dell'insegnante: ci sono professori bravissimi che si addentrano nella lingua e insegnanti che si limitano al classico "studia da pag a pag".

Le competenze sulla lingua inglese

La comprensione orale e la capacità di esprimersi sono spesso in secondo piano, molto più semplice far studiare le regole di grammatica.

A tutto ciò si aggiunge che l'Italia credo sia uno dei pochissimi paesi al mondo in cui tutti i film vengono doppiati. Posso insistere quanto voglio con i figli per guardare un film in lingua originale con i sottotitoli: se l'audio è disponibile in italiano perché fare fatica?

Mi si obietterà che i ragazzi ora hanno accesso alla rete e che tutti quei video che guardano per ore sono (anche) in inglese. Certamente questo è un aiuto e uno stimolo, ma è come dire che la scuola è inutile perché c'è Wikipedia...

L'inglese oggi per lavorare domani

Quello che secondo me non è chiaro è che qui si scherza con la possibilità dei nostri ragazzi di entrare nel mondo del lavoro.

Loro si dovranno confrontare con coetanei di tutto il mondo. Il posto di lavoro a cui ambiranno sarà ambito da ragazzi di tutto il mondo. E chi dovrebbe selezionare un ipotetico responsabile delle risorse umane? Un italiano con inglese scolastico?

La conoscenza approfondita dell'inglese è un pre-requisito per accedere al mondo del lavoro.

Io credo che, ancora una volta, l'istituzione scuola sottovaluti o ignori la grande responsabilità che ha nei confronti dei

ragazzi e delle ragazze che le sono affidati. Continuare a tollerare che dalle nostre scuole escano giovani che mal conoscono l'inglese è uno dei (tanti) tradimenti che facciamo ai nostri figli.

L'Inglese per pochi

Aggiungo un'ultima considerazione: dove la scuola pubblica fallisce, arriva il privato. E allora anche la conoscenza dell'inglese diventa un'ennesima fonte di discriminazione. Chi se lo può permettere frequenta corsi e lezioni private e fa costosi viaggi studio all'estero, assicurandosi un futuro. Gli altri si accontentano di quello che offre lo Stato: è gratis, fatti bastare l'inglese scolastico.


Costanza Marri*


*Da piccola si è innamorata della scuola avendo frequentato le scuole d'infanzia comunali a Modena. Da giovane ha fatto formazione negli scout come animatrice. Oggi è madre di Davide, Paolo e Anna. Per anni ha fatto parte del comitato genitori dei nidi di Bologna. Ha partecipato alla fondazione del comitato cittadino 06.


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